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giovedì 14 giugno 2012

Gubbio: guardarsi intorno, per guardare avanti...

Il mese “anestetico” è alle spalle. Forse è anche meglio così. Perché la Festa è bene abbia un inizio e una fine. E perché come ogni analgesico, prima o poi finisce il suo effetto. Ma se la "ferita" non è guarita, il dolore torna a farsi sentire.

Di dolori, per la verità, se ne sentono ancora più d’uno da queste parti. Senza drammatizzare ma anche senza sottovalutare il momento attuale, la nostra città è giunta ad un punto in cui deve guardarsi intorno, per guardare avanti.
Nel taccuino delle priorità due-tre paletti vanno piantati. E se già lo sono, meglio così.
Ma allora è opportuno non perdere di vista i rispettivi percorsi.
Val la pena abbozzare tre filoni: lavoro, sanità, cultura.

Il primo fronte non è un problema strettamente locale, e difficilmente un Comune o una Regione, da soli, possono fare miracoli. Ma anche in assenza di bacchetta magica, potrebbero agire su due diversi piani. Il primo è squisitamente morale: dare un segnale di discontinuità netta con il malcostume di una politica che (da Roma a Perugia, fino a Gubbio) ha il dovere di tornare su binari di sobrietà nei numeri, nei costumi e nelle spese. Se i destini dei nostri conti correnti si decidono a Bruxelles, è altrettanto vero che anche il più periferico dei rappresentanti politico-istituzionali oggi deve “dare il buon esempio”. Il distacco cittadino-politica nasce dalla sfiducia in un sistema che da anni prolifera nei costi, molto meno nella qualità dei servizi.
Il problema non è pagare l’Imu, con le tante addizionali locali. Ma capire dove vadano a finire quei denari.

Il secondo percorso è più pragmatico: anche un’amministrazione locale deve lavorare con il tessuto imprenditoriale locale per non disperdere le risorse migliori (ce ne sono ovunque), per favorire politiche di “squadra” tra le imprese (specie nei segmenti trainanti), per limitare al minimo l’impatto di una burocrazia che spesso è il nemico peggiore del “fare”.
Anche Gubbio ne sa qualcosa, dopo 6 anni di Piano Regolatore generale all’insegna del congelamento di ogni attività: i prossimi mesi potrebbero segnare la svolta, con un impianto urbanistico più elastico e meno ancorato ad accademiche utopie.

Anche la sanità locale è ad un bivio: mentre a Palazzo Cesaroni si disegna il nuovo impianto dell’amministrazione sanitaria regionale (2 Asl e 2 aziende ospedaliere), il futuro reale dell’ospedale di Branca, la scommessa di dieci anni fa di un intero comprensorio, passa anche attraverso le decisioni di queste settimane. Gli equilibri con C.Castello e Umbertide, la necessità di non disperdere professionalità importanti e di non veder drenati da altri nosocomi utenza e primari, sono risultati che non si raggiungono solo con le buone intenzioni.

Infine la cultura: mentre a Gubbio ci si accapiglia (inutilmente e strumentalmente) per l’Ente Ceri, a Perugia ed Assisi si lavora per la candidatura a capitale europea 2019. E sempre il capoluogo – nonostante sia dipinto come capitale del traffico di droga - avanza anche la sua candidatura a città patrimonio dell’Unesco (per le vestigia estrusche). Legittimo.

Ma allora ci chiediamo:
2011, la mostra sui Dinosauri al Palazzo dei Consoli ha regalato numeri come nessun altro evento culturale in passato. E’ immaginabile dare continuità a questo filone? Ad esempio, non lasciando in balìa di se stesso il Laboratorio della Gola del Bottaccione?
2013, nuovo centenario Francescano (l’ottavo della consegna della Chiesa della Vittorina all’ordine del Poverello). Può essere l’occasione per valorizzare una volta per tutte il Sentiero?
Provate a percorrerlo oggi e scoprirete che esiste solo una fontanella d’acqua nel raggio di 46 km…
GMA

Editoriale "Gubbio oggi" - giugno 2012

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