“Sono
felicemente scioccata dal fascino di questa festa. L’avevo vista su internet ma
dal vivo appare in tutta la sua autenticità”.
Parole
di elogio di una giovane parlamentare del PDL che appena un anno fa, il 15
maggio 2012, dalla finestra di Palazzo Ranghiasci, aveva assistito in Piazza
Grande alla splendida alzata dei Ceri.
Oggi quella parlamentare è ministro
dell’Agricoltura del nuovo governo Letta. Nunzia De Girolamo fu intervistata
nell’occasione dall’emittente tv TRG pochi minuti dopo l’alzata dei Ceri e non
nascose le emozioni vissute insieme al marito, il parlamentare PD, Francesco
Boccia (oggi presidente Commissione Bilancio), che addirittura sfoggiava quel
giorno una divisa santantoniara. Ospiti del giornalista di origini eugubine
Gianmarco Chiocci, De Girolamo e Boccia hanno vissuto interamente la giornata
di festa a Gubbio.
E
sulla candidatura della Festa dei Ceri a patrimonio Unesco l’attuale ministro
aggiunse: “E’ assurdo che questa festa non sia patrimonio Unesco, mi adopererò
perché si conosca la bellezza di questa tradizione identitaria per Gubbio e per
l’Umbria”. Un impegno che a distanza di un anno assume un significato
particolare.
E il ricordo di Gubbio non sarà certamente sfumato nel frattempo
perché un anno fa l’on. De Girolamo partecipò alla Festa dei Ceri in stato
interessante confidando un auspicio ai microfoni di TRG: “Spero che mia figlia
possa un giorno venire a vivere questa splendida Festa. E spero che nel
frattempo abbia avuto il riconoscimento che merita”.
A farle eco il marito, l’on. Francesco Boccia,
distante politicamente dalla consorte (è uno dei leader parlamentari del PD) ma
in perfetta sintonia quanto al giudizio sulla Festa dei Ceri: “Confesso che è
la prima volta che indosso la camicia nera, ma l’ho abbellita con un fazzoletto
rosso – dichiarò lo scorso anno Boccia a TRG – se vivi la Festa dei Ceri
accanto ad eugubini che hanno questa “malattia” dentro, riesci a cogliere tutti
i significati e i segreti della festa. Trovo inspiegabile come questa città e
questa festa non siano patrimonio dell’Umanità – concluse Boccia.
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