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martedì 7 maggio 2013

Gubbio: grande con le big, spuntata con le piccole. Ma il bicchiere è più che "mezzo pieno"...


Grande e appassionante con le grandi, incerta e balbettante con le piccole. 
Dovessimo trovare una definizione della stagione 2012-13 del Gubbio, verrebbe di primo acchito proprio questa. Un campionato di alti e bassi, vissuto nella prima parte da autentica protagonista, capace di infilare risultati roboanti contro le presunte big del girone, e di stagliarsi al secondo posto in classifica la sera del 30 novembre, nell’anticipo di campionato contro la Nocerina. 

Poi il black-out tra dicembre e febbraio, causato da assenze, infortuni, squalifiche più o meno evitabili, una condizione psicologica più fragile che di certo ha complicato il cammino della squadra facendo modificare gli orizzonti del torneo. Da papabile ai play off il Gubbio di Sottil si è ritrovato invischiato nella lotta per evitare i play out, poi evitati con una serie di risultati ottenuti proprio quando sembrava che il torneo volgesse al peggio. Resta intatta la cifra di un cammino comunque importante, nel quale le gemme sono immedesimate dai successi o le prestazioni messi in mostra contro le avversarie più quotate e valide.

Non è un caso che siano state le vittorie su Frosinone, Pisa, Benevento e Nocerina a lanciare il Gubbio nelle alte sfere nei primi 3 mesi di campionato. Un campionato strano, con il ritorno alle 16 squadre, con continui stop di un calendario a singhiozzo e la possibilità di trovare per strada qualche inciampo inglorioso.
Uno di questi è proprio di novembre, nel recupero di Carrara, quando sopra di 2 gol, il Gubbio viene rimontato dai marmiferi trascinato da un incontenibile Makinwa: sorte ha voluto che il nigeriano non sarebbe stato in campo se quella gara si fosse giocata come da calendario. 

Altra tegola è stata quella di infortuni e squalifiche a raffica a cavallo di andata e ritorno: il rosso eccessivo a Boisfer, che poi si è procurato impulsivamente 3 turni di stop e la mononucleosi di Radi non sono stati messaggi rassicuranti da parte della dea bendata. Cinque sconfitte di fila, tra cui quella interna dell’epifania contro il fanalino Sorrento hanno messo in discussione anche la guida tecnica, in più il derby perduto tra le mura amiche a fine gennaio col Perugia ha fatto da spartiacque, lanciando i grifoni verso la rimonta clamorosa e piegando invece la voglia di rivalsa dei rossoblù, che certo quel 3-2 al passivo non avrebbero meritato per quanto visto in campo. 

Stringere i denti è diventata la parola d’ordine e le vittorie risicate ma pesantissime su Paganese e Prato hanno dato ossigeno ad una classifica preoccupante.
Il punto più basso della parabola è ancora targato Carrarese: lo stop interno a marzo con i toscani ultimissimi in classifica ha aperto lo spettro delle streghe, con un calendario tutt’altro che amico. E invece proprio contro Nocerina, Latina e in trasferta ad Andria, la squadra rossoblù ha trovato il colpo d’ala, d’orgoglio e di risultati determinante. 

Con un rimpianto - l’infortunio a Galabinov che avrebbe potuto rimpinguare i suoi 12 gol – e una chicca da riservare all’ultima giornata. Gubbio-Catanzaro, ininfluente per la classifica, sarà l’addio da giocatore di Alessandro Sandreani. Un motivo non da poco per salutare o torneo, un grande giocatore nella storia rossoblù, il capitano per antonomasia degli ultimi anni. Dando un senso ancora più emozionante alle montagne russe, o meglio rossoblù, di questa strana ma appassionante stagione.

Copertina rubrica "Il Rosso e il Blu" - da trasmissione "Fuorigioco" di lunedì 6.5.13

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