Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

domenica 26 maggio 2013

E con il commissariamento c'e una sola strada: rifondazione (ma non parliamo di un partito...)

Ci vuole una rifondazione. Ma non parliamo di partiti. Parliamo di ricostruzione politica del tessuto cittadino. Altro che tsunami. Altro che ribaltone. Altro che temperature invernali di fine maggio.
La caduta della Giunta eugubina e l'avvento del commissariamento - a quasi 50 anni dalla precedente esperienza - è l'ultimo capitolo di una storia che comincia da lontano. Affonda le radici alla fine degli anni Novanta, si trascina attraverso un decennio di divisioni cariche di odio e tensione, di una città lacerata che a tratti somigliava alla "striscia di Gaza". E che oggi si ritrova vittima della "finta alleanza" a centrosinistra datata 2011, il cui epilogo - letto ora - pare quasi la naturale conclusione di una colossale fiction.
Invece è tutto vero. Peccato che a farne le spese sia Gubbio...

Non so quanti comuni possano vantare questo record: una Giunta appena commissariata (e non per collusioni mafiose ma per mancanza di dialogo tra Sindaco e coalizione) mentre l'ex Giunta e' sotto processo per reati come concussione e abuso d'ufficio. Insomma un quadretto non proprio idilliaco nel quale non si fa mancare neanche l'ultimo tassello. Quello relativo al futuro e alla mancanza totale, in questo momento, di una reale alternativa ipotizzabile. Ci sarà un anno di tempo per veder nascere qualcosa di minimamente concreto, alternativo e credibile (e non e' detto che avvenga...). Speriamo basti anche per nutrire qualche fondata speranza di.... rifondazione.

Cosa c'e da rifondare. Semplicemente una intera classe politica. Perché il commissariamento, alla fine, e' una sconfitta per tutti. Lo e' per la maggioranza, in particolare per un Pd disgregato come forse neanche a livello nazionale. Lo e' per la sinistra che ha governato 10 anni e che ancora non e' riuscita a ripartire nel dopo-Goracci. Lo e' per quel che resta del centro-sinistra, combattuto per mesi tra il proseguire il sostegno a Guerrini e Giunta e il dare la spinta decisiva sul ciglio del burrone (nel quale il governo cittadino ha camminato praticamente da novembre ad oggi). Ma e' una sconfitta anche per le opposizioni, in particolare per quel che resta del centrodestra - ridotto ad 1 consigliere su 4 eletti, con una diaspora che non ha nulla da invidiare alle crepe del Pd e che potrebbe risultare più che insofferente per gli elettori eugubini rimasti ancora nostalgicamente legati a quel 1997 in cui sfioro', unica occasione, il successo alle Comunali.

Il Palazzo della Prefettura di Perugia
Il commissariamento e' una sconfitta per tutti perché di fatto e' la politica tutta ad uscire di scena. Qualcuno sussurra che forse sarà meglio così. Lo sapremo tra 12 mesi, intanto l'unico dato che si puo' registrare e' che per la prima volta dal dopoguerra la politica eugubina somiglia ad una tabula rasa, un quadro completamente bianco nel quale tutto e il suo contrario potrebbero essere scritti.
Saranno mesi intensi, mesi carichi di travagli e di discussioni, di ricostruzioni e di chiarimenti. Ne ha bisogno la città prima ancora che la politica eugubina.
Forse chi avrà il coraggio di mettersi davanti allo specchio senza magheggi e "fare pulizia" finirà per essere davvero compreso e forse non ripartirà da zero. Per tutti gli altri ci vorrà una rifondazione.
Che non e' un partito ma un nuovo modo di essere e di proporsi alla citta'. Per dirla alla Sacchi "una nuova ripartenza". Ne ha bisogno la città, ne hanno bisogno i giovani di questa città, le imprese, il tessuto sociale tenuto ancora faticosamente in equilibrio dalla forza delle tradizioni (fin quando reggeranno) come anche l'ultimo mese ha confermato.

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