Hanno scritto in tanti, praticamente tutti, su cosa abbiano significato le ultime 24 ore per la politica italiana. E in particolare per Silvio Berlusconi.
Per una volta cercherò di ignorare il personaggio. Non perchè non continui a catalizzare l'interesse e l'attenzione dei media, italiani e non - nonostante gli infortuni, gli autogol politici e a questo punto, una debacle che ne segna forse un punto di non ritorno nella parabola ventennale.
Stavolta la copertina la meriterebbe un altro di personaggio che, proprio grazie a quanto compiuto nelle ultime 24 ore, ha dimostrato una capacità di leadership e di tenore carismatico francamente insospettabili. Non dico che l'opinione pubblica fosse tutta in sintonia con Crozza (che imitando il Cavaliere gli aveva attribuito così poco carisma che perfino "la sbarra dell'autostrada restava abbassata al suo passaggio"), ma certo che sarebbe stato Angelino Alfano a "spodestare" indirettamente Berlusconi in pochi l'avrebbero scommesso.
Cosa accadrà nei prossimi giorni lo vedremo, ma la probabile nascita di un nuovo gruppo - o a questo punto, la fuoriuscita dei nostalgici di "Forza Italia" dal PDL - decreterà non solo una sorta di scissione, ma la consacrazione di una nuova realtà moderata, riconducibile ad un centro-destra più europeo e meno populista. E sicuramente non più costretto a sostenere, nel bene e nel male, il peso (e anche a beneficiare degli effetti elettorali indiscutibili) della presenza del Cavaliere. Che, è certo, non uscirà di scena così banalmente.
Le forze e le capacità in politica, è vero, si misurano alle urne. Dove Berlusconi da 20 anni ha sempre dimostrato di poter uscire a testa alta, quando non addirittura vincitore indiscusso. E di saper reagire proprio quando lo davano tutti per morto e seppellito.
Su questo fronte " i neo-alfaniani" devono ancora dimostrare. Ma il coraggio, come ci dicono le ultime 24 ore, non manca. E forse l'Italia - dopo averne viste e sentite tante dal '94 ad oggi - è stufa di illudersi di sognare.
Forse è davvero il momento di affidarsi a qualcuno meno brillante e con scarso appeal davanti ai microfoni: ma forse con qualche idea ed energia in più per dare ossigeno al Paese.
Senza promesse da bacchetta magica. Ma anche senza il rischio di ritrovarsi in trincea a combattere... "la guerra di qualcun'altro"...
giovedì 3 ottobre 2013
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