La delusione dei rossoblù - foto Settonce |
E la carrozza con lo scalpo nerazzurro si trasforma in una irriconoscibile zucca. A tinte biancorosse.
Lo stadio Zecchini non ha mai portato fortuna al Gubbio. Nessuna vittoria, appena 1 gol segnato tra i prof. Ma forse in pochi, dopo l’impresa con l’Atalanta, avrebbero pensato di rivedere le streghe cremonesi: quelle strane sensazioni di impotenza mista ad inadeguatezza, che avevano aleggiato sopra lo stadio Zini giusto un anno fa.
Con un risultato algebrico diverso (2-0 anzichè 5-1) ma con la sostanziale impressione che il Gubbio fosse troppo brutto, inerme e inconsistente, per essere quello vero.
Da Cremona, di acqua e champagne ne sono scorsi a fiume. E rivangare qualche corso e ricorso storico non guasta.
Resta il fatto che dopo quell’infausta figuraccia se da un lato in molti pensarono che la squadra rossoblù non fosse in grado di affrontare il campionato di C1, dall’altro ascatenò dentro lo spogliatoio una specie di scossa tellurica, un faccia a faccia di quelli tosti. Se è vero che appena 7 giorni dopo il Sudtirol fu sommerso da 4 reti.
Pecchia si appoggia un po' deluso - foto Settonce |
Ed è proprio questo sisma che ora va ricercato nella mente, nelle motivazioni e nelle gambe dei ragazzi di Fabio Pecchia: che non erano marziani dopo la vittoria di Bergamo e non possono essere diventati dei pirla dopo l’inciampo di Grosseto.
Anzi, da quel poco che a Grosseto ha funzionato (la lista si fa alla svelta...), val la pena ripartire. Così come dalla capacità di far tesoro di tutto quello che non ha convinto – seppur dettato da uno stato oggettivo di emergenza.
E’ indubitabile che Pecchia non potesse far miracoli con appena 2 centrocampisti a pieno regime: si potrà disquisire per bar e piazzette sull’opportunità di schierare un 4-2-3-1 al debutto in serie B. Ma allora sarebbe anche da chiedersi se l’organico risicato quasi in tutti i reparti, non debba essere irrobustito da qui al 31 agosto.
Lo stesso Gigi Simoni non l’ha mandato a dire, chiosando la prima puntata de IL ROSSO E IL BLU con un appello alla società. Cui ha fatto indirettamente eco lo stesso tecnico, attraverso un paio di sostituzioni emblematiche a fine gara a Grosseto, quasi a dire: in queste condizioni non posso che schierare neo patentati.
In difesa è difficile gettare la croce addosso a qualcuno: i centrali titolari non hanno praticamente mai potuto giocare insieme, gli altri – età media 19 anni e mezzo – hanno alternato prestazioni avvincenti a defaillance comprensibili, quando la carta d’identità risale ai tempi di Tangentopoli e chi ti sta accanto è il primo ad andare a fasi alterne. Regalare a centrocampo Sandreani e Raggio Garibaldi in un colpo solo – e non avere alternative sufficienti neanche per schierare tre centrocampisti di ruolo – significa dover ricorrere al capitolo miracoli: è accaduto a Bergamo, ma in quanto tale non può ripetersi ogni settimana. In attacco non c’è carenza ma le incognite (tattiche e individuali), al momento, superano le certezze. E proprio quei giocatori dotati di maggior talento – che dovrebbero fare la differenza – latitano vagando per il campo in cerca di un perché.
Tifoseria doc, annata speciale - foto Settonce |
Tocca allo spogliatoio, allora, dare lo schiocco di dita. Fin da martedì, fin dal debutto casalingo con l’Ascoli – che arriva avvelenato da un -7 e da una sconfitta col Toro rimediata nel finale.
Toccherà poi anche alla società fare due conti e capire che risparmiare qualche euro stringato oggi, potrebbe voler dire doverne spendere tanti di più a gennaio.
Perché partire a fari spenti può anche andar bene, perché la zucca ogni tanto può trasformarsi in carrozza.
Ma, alla fine, fare la parte di Cenerentola, senza principe, non piace a nessuno…
Musica di sottofondo: "Corazon espinado" - Santana (2000)
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