Raggio Garibaldi si dispera: anzichè la palla del 3-3, è finito lui in rete - foto Settonce |
Gioco malvagio. Viene in mente il celebre successo di Chris Isaak, al termine di un Gubbio-Ascoli da montagne russe. Dove lo scoramento e l'inquietudine di un primo tempo da brividi, lascia il posto all'esaltante e prepotente reazione della ripresa. Ma sul più bello, l'ingenuità finisce per punire - fin oltre i propri demeriti - la squadra di Fabio Pecchia. E i primi punti in serie B sono rimandati a giornate migliori.
L'esordio casalingo in serie B ce lo ricorderemo, a prescindere dal suo esito finale. O forse, proprio per quel clima beffardo che aleggia intorno ai tifosi rossoblù nel fine partita.
Perchè in realtà la squadra eugubina esce tra gli applausi, convinti e intensi, della tifoseria di casa. Allibita a fine primo tempo, rincuorata, anche se delusa, a fine partita.
Di tanto e di tutto si potrà disquisire pensando a questo Gubbio-Ascoli: a cominciare dal festival degli errori e degli orrori nel primo tempo. Una squadra, quella rossoblù, in balìa dell'avversario, e non per carenze tecniche o tattiche, ma per un atteggiamento mentale quasi passivo - e molto somigliante a quello già visionato al debutto assoluto di Grosseto. Come se la squadra avesse il freno a mano tirato e insistesse a ingranare la prima marcia: vorrei ma non posso.
E tempo un quarto d'ora, l'Ascoli è già sopra di due gol. E' la serie B bellezza, sbagli 1 e paghi 2, quasi come con i fustini di detersivo al supermercato.
Sbaffo esulta sul 2-0, sarà mattatore - foto Settonce |
Qualcosa nello spogliatoio poi finisce per accadere, perchè, come a Grosseto, in campo torna un'altra squadra. Ma stavolta ancora più rabbiosa e reattiva, complici anche i felici innesti operati da Pecchia: l'ex Mendicino e l'imprendibile Bazzoffia sono schegge che fanno impazzire la difesa ascolana, quasi sorpresa che ancora la partita possa essere in bilico. E gli stessi 4' intercorsi tra i due gol marchigiani, passano a dividere le reti eugubine della rimonta, nel tripudio di uno stadio che si strompiccia gli occhi.
Prima Mendicino e poi Daniel Ciofani - in barba al fratello Matteo terzino in maglia bianconera. E' fatta, vien da dire e da pensare. La bussola di una partita che pareva strapersa sembra volgere dritta a favore dei rossoblù. Finchè si accende il semaforo rosso, nelle sembianze di un cartellino di troppo, sventolato ad Antonio Caracciolo. Che cade a piè pari nella trappola dell'esperto Pederzoli, rimedia un secondo giallo e lascia la squadra in inferiorità.
L'ex Mendicino non esulta ma incide - foto Settonce |
Quello stesso Sbaffo - ironia della sorte e della cattiva serata arbitrale - graziato dal sig. Mariani di Aprilia in due occasioni - prima un'entrataccia su Sandreani, quindi con una trattenuta vistosa a Raggio Garibaldi. Per lui nessun giallo, mentre Caracciolo, nel primo caso, se lo era visto esibire per un intervento quasi ai limiti della regolarità.
Cose che succedono - anche se non dovrebbero.
Resta l'amaro per il risultato, ma la fiducia per quello che si è visto nel secondo tempo.
Quale il vero Gubbio? L'impressione è che bisognerà attendere ancora qualche giornata per scoprirlo: nel frattempo però va abbandonato al più presto lo zero termometrico.
Per una questione psicologica. E non solo.
A proposito: la squadra di Pecchia finora ha dato il meglio di sè quando sembrava spacciata. A Bergamo, nella ripresa di Grosseto e in quella con l'Ascoli.
Domenica la gita a "Marassi" sembra già una condanna preventiva... Chissà che il gioco malvagio non tocchi a qualcun'altro...
Musica di sottofondo: "Wicked game" (gioco malvagio) - Chris Isaak - 1989
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