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domenica 11 novembre 2012

E con la pioggia, "vince" il Gubbio. Anche senza giocare...

La festa sotto la gradinata dei tifosi dopo
la vittoria sul Viareggio - foto M.Signoretti
Non si gioca. Ma il Gubbio è come se avesse "vinto". Perchè la sosta forzata allo "stadio dei Marmi" di Carrara diventa l'occasione per ricaricare le pile in vista di un doppio confronto esterno che vedrà i rossoblù, stavolta, prima sul prestigioso "Partenio" di Avellino, e solo poi - con ogni probabilità domenica 25 novembre in concomitanza con la seconda sosta del torneo - di nuovo nella capitale del marmo.

Il dato che balza agli occhi però è chiaro.
Le squadre di vertice di questo illeggibile girone B di I Divisione sembra si divertano a giocare a "rovescino". Al Nord lo chiamano ancora "ciapanò", ovvero farsi del male proprio quando sembra che debbano vestire i panni da protagonista.

In queste ore di pioggia servirebbe una diga così...
E così da un lato il crollo del Latina di Pecchia a Prato - tutto nel secondo tempo - con i toscani che sembrano rinvigoriti dalla sconfitta interna contro il Gubbio (hanno vinto a Benevento e travolto la capolista), dall'altro il capitombolo interno del Frosinone di Stellone per mano di un Pisa molto più efficace in trasferta che all'"Arena Garibaldi" sono novità che sconvolgono la classifica, accorciandola indiscutibilmente.
A tutto vantaggio di chi ha vinto - Pisa, Nocerina nell'anticipo - e appunto del Gubbio che non ha giocato ma potrà farlo quando tutti riposeranno cercando di approfittarne.

Il gol acrobatico di suola firmato Palermo
Se la trasferta di Carrara avesse portato 3 punti i rossoblù sarebbe balzati da soli in vetta, ma con i se e i ma nel calcio si può rimpire un'oretta di talk show di periferia, poco più (cosa che per altro riesce a molti, noi ad esempio, a Trg, preferiamo rimandare a quando ci saranno immagini e risultati da commentare).
Sottil sa bene che ogni partita va giocata e combattuta per 95' e vale poco misurarsi con il condizionale.
Di certo c'è che l'altalenanza di risultati delle grandi (o presunte tali) assomiglia sempre di più a quanto accadde due anni fa nel girone A della stessa C1: quando le superfavorite Verona, Cremonese, Alessandria, Salernitana, Spal e Reggiana facevano a gara, ogni domenica, a vincere e poi perdere, inanellando serie utili brevissime e non riuscendo alla fine a tenere il passo del tandem sorpresa Gubbio-Sorrento.
Gli ultimi febbrili minuti nell'area ospitality: lo sguardo
di Marchegiani, Giammarioli e "Pozzo" dice tutto...
Non sappiamo se anche quest'anno andrà così - sotto sotto sognarlo non costa nulla (e non c'è neanche bisogno della fattura) - ma l'impressione è che si fatichi a trovare una squadra in grado di creare il vuoto.
Così diventa fondamentale l'andamento costante. La continuità di risultati può essere il valore aggiunto. Da qui il vantaggio per un Gubbio che ha trovato l'assetto tattico più equilibrato - anche sacrificando qualche individualità importante - che non a caso ha la miglior difesa, subisce poco, segnando quel che basta, per ora, per fare del "Barbetti" un fortino inespugnabile (4 vittorie e un pareggio) e avendo macchiato anche la casella vittorie in trasferta.

Radi e Sandreani sul pallone: poi tirerà l'ex grifone
per firmare il suo secondo gol stagionale
Che da qui poi derivi una stagione entusiasmante è ancora tutto da verificare. Siamo ad un terzo del cammino (il Gubbio per la verità deve ancora giocare una gara per arrivarci), ma qualche indicazione è sopraggiunta. Il "Partenio" domenica prossima sarà un test molto probante e veritiero sulla caratura della squadra di Sottil.
C'è poi il capitolo Perugia che meriterebbe una riflessione a parte. Battistini sembra abbia le ore contate e se al "Curi" si comincia il balletto dei possibili sostituti probabilmente società e squadra imboccheranno una strada tortuosa e a rischio. Per chi ha speso 6 milioni di euro perdere in casa come hanno fatto i grifoni oggi col Catanzaro fa male. Ma cambiare chi ha vinto due campionati di fila solo perchè forse chi dovesse arrivare potrebbe dare una scossa... è frase che ha troppe consecutio temporum per dare garanzie di successo.

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