E così, prevale la voce pragmatismo. Che non sempre vuol dire risolutezza, capacità di superare i problemi, affrontandoli e individuando una serie di soluzioni. Spesso, troppo spesso, significa “toppa”. Soluzione d’emergenza.
In questo ragionamento, forse un po’ contorto, ci può stare tutto il presente politico cui siamo costretti a fare da spettatori. Quello nazionale che attraversa le “forche caudine” di un inverno che condurrà alle elezioni politiche. Senza ancora sapere con quale sistema elettorale, e in alcuni casi – centrodestra – senza sapere neanche con quali attori principali.
Le primarie, quelle del centrosinistra che hanno appena “celebrato“ una prima volta televisiva memorabile più per le scenografie che per i contenuti, serviranno da preludio, o per qualcuno da “regolamento di conti”. Non si sa ancora però se semplificheranno davvero la scelta.
Per ora comunque va dato atto al centrosinistra di aver disegnato almeno un percorso.
Cattaneo, qualcuno l'ha ribattezzato il "Renzi del centrodestra" |
La domanda è: il nostro Paese è in grado di esprimere qualcosa di meglio di questo “teatrino”?
Dalle nostre parti si vive più o meno la stessa incertezza.
Con la differenza che le elezioni a primavera non ci sarebbero, ma in parecchi si stanno adoperando perché invece sia così.
L’ultimo passaggio di casacca notificato in consiglio comunale – Aloia dal gruppo misto ai Socialisti – sebbene da tempo ventilato, ha solo irrobustito la schiera di chi, a un anno e mezzo dal voto, ha spostato la propria casella nello scacchiere (mai così turbolento) di Palazzo Pretorio.
Nel giugno 2011 la maggioranza che sosteneva Guerrini era di 18 membri, l’opposizione di 7. Oggi il rapporto è 14 a 11 (ma con Sel in bilico). Un’influenza di stagione insomma potrebbe costare cara. Ma quel che più dovrebbe far riflettere i cittadini è che nel frattempo le due “squadre” hanno mescolato, e non poco, i propri ranghi: prima con il distacco degli ex Prc, poi con le varie divisioni nel Pdl – o in quel che ne resta – infine con qualche ulteriore fuoriuscita (Idv) o distinguo in maggioranza (Sel). In mezzo, una bufera giudiziaria sulla precedente Giunta che già da sola avrebbe dovuto suggerire un azzeramento dei ranghi, non potendo il Consiglio comunale essere oggi il riflesso di un’espressione popolare pre-scandalo.
Invece la linea di galleggiamento è rimasta immutata. Con qualche salvagente piovuto in extremis, molti buoni propositi ma ancora troppi problemi concreti sul campo. E troppo tempo perso in bisticci di Palazzo lontani anni luce dalla realtà.
Questa città – parafrasando il quesito nazionale - è in grado di esprimere qualcosa di meglio?
GMA
Dall'editoriale di "Gubbio oggi" - novembre 2012
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