Da copertina "Il Rosso e il Blu" di lunedì 29.10.12
sottofondo musicale: "Siamo i soliti" - Vasco Rossi
Oggi si trova qui, al Villa Park di Birmingham. Lui, Simone Farina, è il nuovo teacher dei giovani dell’Aston Villa. Un docente speciale perché non insegnerà solo calcio ma soprattutto insegnerà a vivere il calcio, a rispettarne regole e principi. La sua carriera da calciatore è appesa come gli scarpini al chiodo ma inizia una nuova parentesi, quella nuova vita che lui stesso ha chiesto di poter abbracciare quando in un incontro con il presidente Fioriti ha espresso il suo desiderio: dire basta col calcio giocato e imboccare una nuova strada.
Oltre Manica Farina è un simbolo, di uomo prima ancora che di calciatore.
E allora, nel lanciare un in bocca al lupo al difensore romano, per 5 anni ha indossato la maglia rossoblù, ripercorriamo in un veloce flash back i momenti salienti di questo lustro che oggi, a distanza di tempo, assume i toni del lustro vero anche per il sodalizio eugubino.
Farina arriva nell’estate del 2007, tra i 15 nuovi acquisti targati Alvaro Arcipreti: è cresciuto nelle giovanili della Roma, ha giocato in serie C tra le altre, con Gualdo e Celano. E’ reduce da un infortunio, uno dei tanti che condizioneranno la sua carriera. E per vederlo in campo bisogna attendere gennaio 2008, debutta in rossoblù allo stadio dei Pini di Viareggio, con i versigliesi che vincono 2-0. Subentra nella ripresa a Ballanti e la curiosità è che ad allenare il Gubbio è Marco Alessandrini. Coincidenza vorrà che sarà ancora Alessandrini l’allenatore della sua ultima gara da titolare con il Gubbio. Farina chiude in crescendo la stagione negativa per il Gubbio, debuttando da titolare nell’1-1 con il Poggibonsi, firmato da Napolitano in apertura.
Nella stagione successiva, con Beoni, parte titolare e segna anche il suo primo dei due gol in maglia eugubina: nel 2-2 contro il Figline mette a segno la rete del pari conclusivo. E’ un’altra stagione anonima per il Gubbio, che nella parte finale conosce l’avvento di Gigi Simoni.
L’anno dopo arriva Torrente e inizia il ciclo d’oro. Farina ne è protagonista, segna il secondo e ultimo gol con la maglia rossoblù, di testa contro la Giacomense, ma ironia della sorte, esce di scena nella parte clou dei due campionati vinti.
In C2 è sfortunato doppiamente nel match con la Carrarese ad aprile: prima infila un autogol inopinato, rimediato nei minuti finali da Gomez e Marotta per il 2-1 finale, poi si infortuna al ginocchio, il suo tallone d’achille, ed è costretto a vedere in stampelle il Gubbio trionfare negli spareggi fino a San Marino, dove festeggia a bordo campo.
Nell’anno successivo si vede solo dalla terza giornata, nello 0-0 con il Ravenna, ma si conferma pedina inamovibile dell’undici eugubino, firmando anche assist preziosi come il lancio a Pagani per la indimenticabile rovesciata di Gomez. Ma nel finale ancora ad aprile, un altro infortunio, nel match decisivo con il Lumezzane, lo mette fuorigioco. Lui resta legato alla squadra e quell’esultanza con la gigantesca B l’8 maggio è una delle immagini della festa che la città si prepara a celebrare.
Si arriva alla B con Farina che parte titolare e lo è sempre con Pecchia al timone. E’ lui a subire uno dei torti di Calvarese a Marassi, finendo sotto la doccia dopo neanche 12’. Poi il bailamme in panchina che finisce per pagare con l’etichetta di uno non adatto alla serie cadetta.
Può essere, ma di certo sono anche i mesi che silenziosamente vive nell’angoscia di una denuncia che con grande coraggio lo vede protagonista: è lui a chiamare la procura per la proposta di combine avanzatagli dall’ex compagno di squadra Zamperini prima di Cesena-Gubbio di Coppa Italia. Una gara che neanche giocherà il 20 novembre al Manuzzi, ma che più delle altre cambierà la sua vita. E non solo da calciatore.
Poi i riflettori e la ribalta, inevitabile, allo scoppio dello scandalo scommesse. I riconoscimenti, il palco con Blatter, lo stage in Azzurro, la lettura del giuramento al Torneo di Viareggio, in quello stadio dei Pini in cui aveva esordito con il Gubbio, e le ultime sparute apparizioni con la maglia rossoblù. L’ultima da titolare è anche l’ultima vittoria di Morosini: 2-1 per il Livorno al Barbetti, nel match che vedrà il congedo, non certo elegante, nei confronti di Alessandrini. L’ultimo minuto è a Cittadella, il venerdì santo, nell’unica gara della gestione Apolloni in cui ha trovato posto.
E’ un clima strano quello che lo circonda negli ultimi mesi di B. Lui comunque resta, ringrazia tutti, e saluta il pubblico eugubino, l’ultima volta, nel corso della presentazione più movimentata degli ultimi anni.
Per lui, però, solo applausi. E un grazie.
Oggi è a Birmingham. Ma anche i 5 anni vissuti in rossoblù, almeno per noi, resteranno importanti…
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