Tutti dicono e ripetono: "Prima o poi passerà". Ma cos'è che deve passare? Che cosa deve accadere perchè tutto cambi?
Forse le elezioni di domenica prossima? Non credo. Anzi, l'impressione, sempre più diffusa, è che tutto finirà per cambiare perchè nulla cambi. In modo gattopardesco. Tradotto, tra un anno voteremo ancora. E chissà se con un quadro ancora più chiaro o ancora più confusamente "greco".
Prima o poi passerà. Lo ripetiamo per farci coraggio. La verità è che il tunnel non mostra nessuna luce sullo sfondo. Non è quella del treno che sta per venirci addosso, ma neppure la via d'uscita.
Avere fiducia, finchè si è dentro il tunnel, è davvero dura. Perché nessuno ha voglia di darti una mano. Pochi hanno voglia di crederci, di investire, di "combattere".
Ascolti le parole di un candidato alle elezioni: dovrebbe trasudare entusiasmo, passione, vigore per le tesi che sostiene. Ma nella maggior parte di quelli che ascolto (o meglio, che devo ascoltare, anche per motivi professionali ) non si riesce a percepire nulla di questo. Il più delle volte frasi fatte, piccoli e stanchi slogan, idee fritte e rifritte che appartengono ad un canovaccio d'altri tempi, buono per i cabaret di meta' anni Novanta. Qualunquismo alla Guareschi? No, purtroppo e' realismo...
E se si scende in strada, c'e un solo sentimento che serpeggia chiaro e tangibile: la rabbia. Prima ancora che l'incertezza...
Ergo, domenica prossima ci sarà chi saprà intercettare questo stato d'animo, ma e' tutto da dimostrare che chi ci riuscirà saprà poi tradurlo in qualcosa di costruttivo. Ne dubito...
Non so neanche che senso abbia questo appunto. Una riflessione in mezzo ad una settimana di "trapasso" che potrebbe preludere a qualche novità... O forse non servirà a nulla di che.
Qualcosa comunque è cambiato: d'ora in poi perfino la certezza di vedere un Pontefice sul soglio del Vaticano vita natural durante, è venuta a cadere.
Di questo bisognerà pur essere grati a Papa Ratzinger. Di aver abbattuto uno degli ultimi totem.
rimasti. Di aver dato un bell'esempio, anche a chi, dalle parti di Montecitorio, della propria anagrafe parlamentare sembra infischiarsene.
A proposito: un oscar questa settimana andrebbe dato a Giannino. Per la capacità di fare autogol intempestivi ma anche per l'onestà intellettuale di farsi da parte.
Qualcuno sorriderà, ma di fesserie e bugie vere e proprie ne abbiamo sentite a bizzeffe, sia in questa campagna elettorale che negli anni precedenti. Ciò non ha impedito agli estensori delle stesse di ripresentarsi, quasi mondati in un processo catarchico incomprensibile, che sembra aver cancellato tutto, come ci fosse stato un indulto politico urbi et orbi.
L'unico che ha risposto, con nettezza e coerenza, di una falsità pronunciata in campagna elettorale è Oscar Giannino: che ha fatto un errore e ha fatto un passo indietro.
Un esempio, anche questo. Perchè agli altri competitors, che ironizzano ormai sui master a Chicago, sarebbe il caso di dire: "Chi è senza un master a Chicago, scagli la prima pietra...".
Nulla sarà più come prima, da lunedì sera. Se lo dice (e lo dimostra) un Pontefice, se lo ribadisce indirettamente un neofita della politica, perchè non dovremmo pensarlo anche noi, comuni mortali?
Anche sotto un tunnel, è la convinzione che qualcosa cambi, è la fiducia in un pertugio di speranza, l'unico vero "carburante" che ci resta... Anche se non sappiamo quanto ci costa...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento