Sarà un referendum sulla continuità o discontinuità. E’ quello che sembra profilarsi nella sfida elettorale comunale a Gubbio per Palazzo Pretorio.
Perche su questo "binario" (forse trattandosi di Gubbio, la metafora non è il massimo) – ovvero la continuità o meno con il clima che ha caratterizzato i 10 anni di governo Goracci – corre l’identità dei vari schieramenti in campo.
Partendo proprio da Rifondazione comunista che sulla “continuità con quanto realizzato dal 2001 ad oggi” chiede la condivisione di un progetto di governo della città. E per prima ha avanzato il nome del proprio candidato, l’attuale pro sindaco Maria Cristina Ercoli.
Passando per il PD che, con la varie anime che lo contraddistinguono, invoca invece una “chiara discontinuità” con quanto visto (e anche sentito) nell’ultimo decennio dagli uffici di Palazzo Pretorio. Salvo poi tradurla in una corsa con alleati che la pensano chiaramente così (Sel, Socialisti, Idv) attraverso la scelta (almeno in un primo momento sostenuta) di Diego Guerrini o puntare ad una grande coalizione (anche con Prc e Verdi), cui guardano con interesse i Democratici per Gubbio, che però dovrebbero sciogliere come primo nodo proprio questa licenza, non solo semantica.
“Discontinuità” è anche il filo conduttore della proposta della lista civica di Lucio Lupini “Gubbio per noi”, che non ha mai nascosto rilievi critici alla gestione della cosa pubblica da parte della Giunta Goracci prima ed Ercoli attualmente – subendone di conseguenza attacchi che hanno investito anche un’istituzione della città come il “Maggio Eugubino”.
E ovviamente – se non altro sul piano squisitamente politico – è di “discontinuità” anche il punto di vista del centro destra dove, da un lato Futuro e Libertà si è presentata dichiaratamente a fianco di Lupini, l’Udc resta per ora alla finestra mentre il PDL ha solo manifestato con un semplice comunicato stampa il proprio appoggio – senza però avere da parte di Lupini alcun riscontro.
L’unica per ora a non esprimersi dichiaratamente per la sponda della “continuità” o per quella della “discontinuità” è la lista civica “Un’altra Gubbio” che non vuol sentir parlare di apparentamenti (almeno al primo turno), ha indetto le primarie – dalle quali far emergere il proprio candidato (dalle votazioni di domenica, Giovanni Vantaggi n.d.b.) – e punta soprattutto su temi ambientali.
Solo una lettura superficiale di questo quadro potrebbe suggerirci che è già tutto fatto: l’impressione invece è che siano proprio questi i giorni in cui strategie e alleanze si decidono.
E scommettere su come vada a finire – non il risultato elettorale ma perfino la griglia di partenza – appare quasi una giocata da Bwin.
Staremo a vedere. E staremo anche a sentire, visto che per il momento di programmi, di progetti, di rilancio della città si è parlato, ma decisamente in secondo piano rispetto a nomi, cognomi e candidature.
E’ vero che in una competizione amministrativa la scelta della “persona” spesso prevale anche sulla sua appartenenza politica. Ma sarebbe opportuno cominciare a capire quale Gubbio immaginano, per i prossimi anni, i tanti attori in campo.
E voler essere in “continuità” o “discontinuità” con l’ultimo decennio, non è faccenda di secondo piano…
Da "editoriale" di "Gubbio oggi" - gennaio 2011
martedì 1 febbraio 2011
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Da facebook (e dal lontanissimo Canada)
RispondiEliminaAntonio Giorgi -
Grazie per il tuo aggiornamento politico, molto utile agli eugubini lontani come me....
Il tema della continuita' o meno, vero dilemma che soltanto a Gubbio sembra aver ragione di essere (nessuno, di solito, anche appartenente allo stesso sc...hieramento, si propone come "continuita', ma semmai come ispirazione politica condivisa) ci dice di un vero e proprio terrore del cambiamento. La discontinuita' dovrebbe essere un obbligo e ti spiego perche': visto da qua', il mondo sembra essere una ruota impazzita, che gira e mescola tutto, economia, finanza, tutele e stato sociale, mercato e Stati, citta' e regioni. Gli eugubini devono decidere se vogliono continuare a votare comunista per altri 60 anni (cosa senz'altro legittima), ma sappiano che anche in questo caso la discontinuita' e' una necessita'. Alla lotta contro i miliardari e alla borghesia controrivoluzionaria dovranno sostituire la guerra agli sprechi, al clientelismo, alle tante piccole inefficienze, all'incultura, trovare nuova fiducia nel mercato e nelle imprese. Ma non le solite imprese degli amici (o meglio dei compagni) che si prendono tutto. I Democratici non hanno alternative: discontinuita'! La parola d'ordine per dare vita a una forza democratica vera, che consideri gli apporti della societa' civile (liste, gruppi, ambientalisti, Idv) staccandosi dall'odiosa fame di poltrone e di posti che contano. Anche a destra va fatta una riflessione. Che volete fare? Volete la continuita' nel peggio, tipo l'esempio delle divisioni tra i signori Fini e Berlusconi o dar vita alla prima grande alleanza conservatrice e liberale che Gubbio e l'Umbria abbiano mai visto? Ecco, questo mi piacerebbe: venire a Gubbio e scegliere tra 2-3 grandi proposte: sinistra comunista, socialdemocrazia, fronte conservatore.
Ancora da facebook (e ancora da lontano, Milano)
RispondiEliminaSimone Filippetti -
Caro Antonio, da eugubino lontano (anche se non tanto come te) sottoscrivo ogni parola di quello che dici. Ma il tuo rimane ahinoi un libro delle favole perchè non esistono i partiti (o piuttosto i club di affaristi come gli ultimi anni di ...storia d'Italia ci hanno mostrato), ma esistono le persone. Le persone governano e le persone decidono e fanno delle scelte: e il panorama dei politici a Gubbio, destra e sinistra, è desolante. Tutti parlano come vecchi animali imbalsamati, non hanno idee concrete per la città, non sono mai andati più lontano di Fano, non hanno la voglia di osare, anche a costo di essere impopolari e di sbagliare. Conta solo raccattare voti, soprattutto in campagna regalando licenze edilizie, e non scontentare nessuno. Tutti schiavi di ideologismi: conservatori, liberali, socialismo, ecc... non vuol dire niente. Stiamo parlando di una città di 30mila abitanti, non di scelte di politica nazionale. Ci vuole solo pragmatismo, mettere mano a problemi concreti (traffico, centro storico nel degrado, strade fatiscenti, campagne cementificate, lavoro, assistenza agli anziani, tutela del patrimonio storico e artisticio), mica le grandi discussioni sui massimi sistemi.
Mi fa piacere che due amici lontani centinaia o addirittura migliaia di chilometri abbiano detto la loro su questo tema così strettamente cittadino. Sarà la nostalgia (loro) dei dibattiti di casa nostra o l'apatia (nostra) per questioni che in fondo interessano sempre meno persone?
RispondiEliminaIn attesa di capirlo, mi limito a condividere le opinioni sia di Antonio Giorgi - quanto mi piacerebbe un quadro politico chiaro in una città che ha visto alleanze trasversali da destra a sinistra, più o meno chiare o nascoste ormai da 10 anni a questa parte - sia di Simone Filippetti - i cui toni non sono così diversi da quando firmava qualche articolo su "Gubbio oggi" o fondo su "Gubbio 7" (il problema è che non è cambiato granché da allora).
Da eugubino rimasto in questa enclave, posso solo testimoniarvi che il dilemma continuità-discontinuità, come ho scritto, è la chiave su cui costruire o meno il futuro di questa città. Che di cambiamenti e novità ne ha viste dal 2001 ad oggi, ma essenzialmente di carattere endogeno. Fuori dai nostri confini tutto ci è passato sopra (o sotto, dipende dai punti di vista) con dinamiche che sono sfuggite anche per una scarsa capacità di dialogo con altre realtà istituzionali e territoriali.
Se già il prossimo dibattito pre-elettorale potesse rispondere ad una semplice domanda, come cittadino - prima ancora che come giornalista - potrei considerarmi quasi soddisfatto:
dove puntare nei prossimi 10 anni per lo sviluppo di questa città?
Prima che sia il dibattito elettorale a smentirmi, mi piacerebbe che questa piccola ma preziosa comunità di partecipanti al blog dicesse la sua...