Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

lunedì 14 febbraio 2011

Gubbio-Alessandria: un'impresa che dice tanto... dell'"unicità sportiva eugubina"

La vendetta è servita. Vendetta sportiva, perché di questo s’intende. Perché di calcio, e solo di quello, si parla.


Gubbio batte Alessandria 1-0 e i grigi – che al “Barbetti” hanno alternato il metalizzato al tenebra – franano a meno 12 dallo squadrone di Vincenzo Torrente.
Avete capito bene, 12 punti e parliamo della terza in classifica.

A memoria di tifoso non si ricorda – se non tornando ai tempi dell’Eccellenza anni Sessanta – un primato così indiscusso dei rossoblù e un distacco così abissale dalle inseguitrici: ormai sembra rimasto solo il Sorrento a crederci, con molto ottimismo, dal basso del suo -7. Ma se il ritmo resta questo sarà dura anche per i campani continuare ad avere fede…

Non era una partita come le altre, inutile nasconderlo. Giustamente tenuta in sordina nei toni e nelle dichiarazioni alla vigilia, la gara era inevitabilmente qualcosa più che una semplice sfida tra la prima della classe e la terza ad inseguire: perché in terra piemontese, a fine settembre, era accaduto qualcosa di troppo madornale, meschino, vigliacco, perché questa potesse essere solo una partita di alta classifica.

E il Gubbio l’ha vinta in campo, e stravinta fuori. Dimostrando, ancora una volta – caso mai ce ne fosse bisogno - che il salto di categoria non sarebbe affatto un premio esagerato per una squadra che dimostra maturità e qualità tecniche straordinarie, per una piazza che sprigiona entusiasmo e coltiva un sogno innominabile da quasi 70 anni, con un tifo (a fianco la "sciarpata" dei Gubbio supporters nella foto Gavirati tratta da http://www.gubbiofans.it/) la cui correttezza e signorilità non hanno nulla da imparare da piazze considerate nobili per il calcio italiano.
Gubbio-Alessandria ha detto prima di tutto questo: la città, nel suo complesso, con i 2.600 spettatori a spingere la squadra ad un successo forse determinante per l’intera stagione, ha dato esempio di civiltà e sportività uniche. Una lezione anche ai vertici del calcio Lega Pro, che hanno brillato solo per latitanza e imbarazzo dopo il caso Lamanna.

Il campo ha poi fornito la risposta più limpida: è il Gubbio la squadra migliore del campionato. Perché vince contro tutto e contro tutti (anche ieri un arbitraggio a dir poco discutibile nella cervellotica distribuzione di cartellini). Perché puoi anche non avere i nomi altisonanti, quei giocatori che riempiono le colonne dei giornali, la bocca di qualche esperto saccente, i suffissi ex nelle presentazioni alla stampa.
Appunto, i molti ex, di A o B, che il Gubbio non annovera.
Da queste parti ci sono giocatori che sanno cosa fare con il cuoio tra i piedi, sanno dove stare quando si attacca lo spazio, quando si difende, quando si pressa. Si aiutano, si sostengono, anche quando capita di non giocare al meglio.
Perché può mancarti anche il capitano trascinatore di 9 stagioni – assenza difficile da compensare come ha dimostrato a tratti il pur talentuoso Suciu. Può non esserci perfino il bomber di stagione – defezione altrettanto dura da sopperire. Ma non mancano le risorse per azzannare l’ennesima impresa.

Che battezza al gol il nome nuovo, Ayub Daud, per gli amici "Dado", uno che però i rischi li fa correre agli avversari. E che non teme figuracce neanche quando si tratta di calciare da oltre 30 metri, dopo neanche un quarto d’ora dal debutto: la botta al fulmicotone che decide la partita è da sigla tv, un fendente che ancora suona nelle orecchie del portiere Servili, sorprendente quanto trascendentale nella precisione e nel gesto balistico.
Un segnale, l’ennesimo, che la squadra sta bene, sul piano della personalità e della fiducia, tanto che chiunque arrivi riesce a dare il massimo, e forse anche qualcosa in più.

E riesca anche a trovare soluzioni inedite, i calci piazzati, proprio quando il gioco fatica a veder penetrare le linee avversarie: dopo 20 partite senza un gol su punizione, prima a Verona e poi con l’Alessandria, due piazzati decisivi. E se quella di Sandreani aveva il fascino della pennellata, quella di Daud è una frustata, all’Alessandria e forse anche al campionato.

Poi il capolavoro di Gegè Lamanna, uno che questa partita la sentiva come la finale di Champions, ma con la calma olimpica di un Dino Zoff dei tempi moderni: che se deve proprio parlare, lo fa chinandosi sulla linea di porta, aspettando il fischio dell’arbitro, studiando la mossa del rigorista avversario e buttandosi sul lato preferito, il sinistro: dove in serie ha buggerato Giacomense e la finalista San Marino, lo scorso anno, Sudtirol e la presuntuosa Alessandria in questa stagione (vedi foto Gavirati tratta ancora da http://www.gubbiofans.it/).
La sicurezza con cui Gegè guida la difesa, sorvegliata dai corazzieri Borghese e Briganti – 5 gol subiti nelle ultime 10 gare – è specchio di un carisma che va ben al di là dei suoi 21 anni. Chissà che penseranno a Genova, dove ad ogni cross dalle parti del celebrato Eduardo, i tifosi chiudono gli occhi.

La corsa finale di Eugenio, sotto la gradinata, a salutare papà e mamma, è l’immagine di un’educazione e di uno stile che non sono più così diffusi nel mondo pallonaro, ma che contraddistinguono i ragazzi di Torrente. Professionisti ma soprattutto ragazzi per bene. Un gruppo, come ripete sempre il mister, dalle qualità morali eccezionali.

La vendetta è sportiva. La leadership è la naturale consacrazione di un dominio che non ha pari a livello nazionale: 16 vittorie su 23 partite.
Manca un terzo di stagione, il sogno è sempre più vicino: a questo punto, non svegliateci.
Stacchiamo telefono e annulliamo appuntamenti. Non ci siamo per nessuno…

 
 
Da copertina "A gioco fermo" di "Fuorigioco" - del 14.2.2011
musica di sottofondo "On the floor - lambada" - Jennifer Lopez - 2011

2 commenti:

  1. Commenti da facebook -

    Giacomo Faramelli - la vita ha dato una piccola grande lezione oggi su quel campo.
    e il rigore parato da un portiere ragazzo è uno di quei momenti di lieve magia che ancora può rendere il calcio sopportabile, nonostante la violenza e la maleducazione, nonostan...te il giro dei soldi, nonostante il calcio stesso, se posso dirlo... :)

    Leonardo Clementi -
    rifare il piano regolatore subito. Da PRG a PRB

    Memi Baffoni -
    Grande vittoria pennellata da un grande Daud esordiente. Ottima prova dell'altro nuovo acquisto Suciu.
    Lamanna..... una vendetta migliore difficilmente ti si sarebbe presentata....
    Devo purtroppo costantemente riportare lo scandaloso arbitra...ggio.
    Oltraggioso verso i giocatori, la società, il pubblico, ma soprattutto verso lo sport.
    Ma sapete che vi dico???
    Ben venga tutto questo, se serve per spingerci verso le vette più pure del calcio e da queste altezze si gode uno splendido panorama!!!!!

    Magda Migliarini -
    però vi prego non parlate di "vendetta", termine che si addice ad alcuni, parliamo di rivincita degna di un grande Lamanna e di un grande Gubbio!!!!!

    Memi Baffoni -
    Quando ti riducono in quel modo, ti picchiano la tua famiglia....... e tu sei incolpevole..... una vendetta migliore, conquistata sul campo, umiliando Artico......
    CI STA!

    Paola Gentilotti -
    ma scusate i giocatori cosa c'entrano????? il gesto incivile è di alcuni pseudo tifosi delinquenti, magari sotto l'effetto di stupefacenti e quant'altro.... nel calcio purtroppo esiste anche questo... ricordiamo GUBBIO- GUALDO di tanti anni fa.... Godiamoci 'sto primato e dimostriamo a tutti la nostra IMMENSA civilta'::::FORZA GUBBBIO!

    RispondiElimina
  2. Una sottolineatura che non è stata fatta ieri sera nella sempre interessante e partecipata puntata di "Fuorigioco". Tutti dicono che mancano 11 giornate alla fine.
    In realtà - bando alla scaramanzie - per decidere il campionato mancano 8 giornate, che sono quelle che separano Gubbio e Sorrento dallo scontro diretto del 1 maggio.
    E' chiaro che ormai, con l'Alessandria franata a -12, la corsa è a due (a meno che queste due non franino a loro volta facendo rientrare le altre, ma francamente mi pare difficile).
    E allora in una corsa a due chi sta davanti ha un unico obiettivo: non farsi recuperare il vantaggio.
    Nel caso del Gubbio 7 punti (salvo nuove penalizzazioni causa illuminazioni, ma questo lo sapremo tra 15 gg).
    Ebbene il Gubbio nelle prossime 8 partite deve realizzare lo stesso numero di punti del Sorrento, con l'obiettivo di arrivare al 1 maggio alla situazione attuale: con 7 punti di vantaggio, la sfida diretta si può giocare in una situazione da "quasi scacco matto". Perché una vittoria o un pareggio significano serie B (dopo mancherebbero solo 2 partite). Perfino una sconfitta, a quel punto, non sarebbe compromettente perché il Gubbio potrebbe giocarsi a +4 il match ball 7 giorni dopo al "Barbetti" con la Paganese.
    Otto partite (4 fuori e 4 dentro): secondo il diesse Giammarioli se ne vinciamo la metà e ne pareggiamo due delle altre è fatta...

    Intanto, per non sapere nè leggere, nè scrivere, nè fare di conto, sarebbe il caso di cominciare (anzi continuare) a mietere successi nella patria della velocità. Domenica a Monza (anche se non sarà una passeggiata)...

    RispondiElimina