La cifra abbonati è già sopra quota 400. Non siamo neanche a due mesi e mezzo dal via del campionato. E neppure ad un anno di distanza da quel 13 giugno 2010, finale di ritorno all'Olimpico di San Marino, che andrebbe celebrato anche nel calendario ecclesiastico, tipo passaggio del Nilo con Mosè.
Lo stadio "Barbetti" è sotto i ferri, con un cantiere la cui celerità andrebbe presa ad esempio da Regione, Provincia e Comune e persino Pro loco, nei vari interventi sulle reti viarie del comprensorio.
Del Gubbio 2011-2012 ancora non c'è neppure l'ombra - se non le sembianze pur rassicuranti del Direttore tecnico Gigi Simoni e del diesse "fatto in casa" Stefano Giammarioli. Che non lo dice, ma la squadra per la serie cadetta ce l'ha già in testa (e forse anche in tasca). Ma attende che si componga il terzo tassello, nevralgico, del Gubbio che dovrà affrontare l'avventura in B: che poi questo segmento risponda al nome di Vincenzo Torrente è ancora possibile - anche se le probabilità diminuiscono, perché aumenta l'elenco di società blasonate che vorrebbero, almeno a parole, assicurarsi i servigi del trainer di Cetara.
Ufficialmente solo il Catania, virtualmente anche Brescia e Lecce ronzano intorno all'ex capitano genoano.
Comprensibile che continui a sfogliare la margherita: il circo calcistico proietta sugli altari e rigetta nella polvere con la velocità della luce. Capitalizzare due campionati vinti (e come, vinti) è umano. Perservare neppure tanto diabolico. Questione di giorni, forse anche di ore...
Di questa serie B che dovremo imparare a conoscere si intuisce la composizione, seppur non definitiva: a parte le "regine" Samp, Torino, Bari, Brescia, da ieri sappiamo che anche Reggina e Varese saranno tra le prossime avversarie dei rossoblù, ma con il bailamme del calcioscommesse appenna scoppiato non ci sorprenderemmo di veder rivoluzionata la griglia di partenza Bwin in almeno 3-4 caselle.
Pazienza.
In questo momento il clima nello stanzone rossoblù è serafico e al tempo stesso mesto e disincantato: un po' come passare con una mongolfiera sopra un campo di battaglia ancora in fermento. Prima o poi conteremo le vittime, passeremo al riconoscimento. Sapremo chi sono i superstiti. Resta la tristezza di un calcio che lontano da queste lande appare artificiale e gommoso: un po' come passare dalla lasagna al tartufo al cheese-burger. Può piacere tutto. Ma mai dare giudizi di quel che si è mangiato prima di averlo digerito...
In questi giorni sono al lavoro sul libro-dvd "Eravamo in 5.000 a gridare SERIE B!": stavolta non conta dove eravamo, ma quanti e soprattutto a fare cosa.
Ha già un che di nostalgico il rivedersi le clip, le azioni, i gol, riascoltare qualche intervista, rileggersi i testi delle "copertine" di Fuorigioco - con le musiche scelte accuratamente insieme a Riccardo "Rimpiccetto" Migliarini, ed i montaggi di Carlo Manciani.
Un sapore speciale ripercorrere questa stagione. Inaspettata e fantastica. Che nessuno immaginava potesse rivelarsi in questi termini dopo che un anno fa (come oggi il Gubbio batteva nell'andata il San Marino) credevamo tutti di aver già toccato l'Everest...
Il miracolo Gubbio ha fatto parlare l'Italia calcistica: anche se per poche ore - come è normale che sia per una piazza che resta piccola e infinitesimale rispetto ai teatri del calcio nostrano.
Ma che resta intatta rispetto ai cicloni che il calcio ciclicamente finiscono per travolgere.
I fiumi di intercettazioni, lo snocciolare di partite sotto indagine, i nomi di figuri ormai divenuti familiari, non sfiora neppure per sbaglio la maglia rossoblù. E fa senso pensare che molti dei "protagonisti" di questa ennesima farsa siano anche solo scesi in campo a fianco dei vari Lamanna, Borghese, Sandreani, Gomez: che stavano lì per menarle a tutti, fregandosene di quello che la gente scommetteva e prevedeva. E non aspettando altro che il triplice fischio finale per andare a correre sotto la curva dei supporters rossoblù...
Anzi, a pensarci bene, forse con il Gubbio qualcuno deve aver vinto pure pesante: se non altro per i pronostici sovvertiti rispetto all'inizio stagione.
Chissà quanto poteva essere quotata, la sera del 22 agosto 2010, la vittoria in campionato e promozione diretta in serie B dei rossoblù: dopo il 5-1 incassato a Cremona, nella prima stagionale allo "Zini", contro una squadra strafavorita dai bookmakers della vigilia e che, ironia della sorte, aveva in porta tale Marco Paoloni. Vogliamo stare bassi e azzardare 200 a 1? Beh, nessuno quella sera ha provato quella giocata.
Per un motivo semplice: nessuno l'aveva suggerita, studiata e architettata a tavolino. E forse neanche i rossoblù l'avrebbero mai sognata...
Poi la storia del campionato, quello vero, quello giocato, è stata ben diversa... E ha avuto un solo colore: il rossoblù...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento