Talvolta sono le notizie che passano sotto silenzio quelle destinate a fare la differenza. Non è un principio assoluto dell’informazione. Ma accade spesso.
Un po’ perché, a furia di cercarla la notizia, capita che passi sotto il naso e neppure ci si accorge. O più frequentemente, qualcuno “tira il gruppo” verso notizie-non notizie, che poi quando la notizia c’è sul serio, il gruppo è distratto.
Tutto questo per parlare di calcio e di Gubbio. Strano, ma è proprio quello che è accaduto in questi giorni. Tanti nomi, tante speranze, qualche fantasia, parecchie disillusioni. Il mercato è lungo e non bisogna avere fretta – insegnano da un paio di stagioni in tandem Giammarioli-Simoni. E noi ci fidiamo.
Ma per ora le notizie sono due, e non sono secondarie: la prima è il rinnovo contrattuale del capitano, Alessandro Sandreani. La seconda è il riscatto, un po’ a sorpresa, di Alfredo Donnarumma, dal Catania, uno degli attaccanti chiave del Gubbio dei miracoli 2010-2011.
A distanza di un paio di centinaia di chilometri – l’impressione, dunque, può essere condizionata da questo – ho avuto la sensazione che le due notizie siano passate quasi inosservate. Troppo concentrati sui Sau e Burrai – il cui riscatto inaspettato da parte del Foggia li rende praticamente irraggiungibili – sul nuovo obiettivo offensivo Ciofani, sui tanti giovani che anche quest’anno, da diverse Primavere, dovrebbero venire a vestire il rossoblù. E ancora – diciamo la verità – qualche ferita rimasta aperta dopo l’addio (non indolore) di Vincenzo Torrente, che nell’ultima intervista a TRG (proprio qualche giorno dopo la presentazione a Bari) non ha nascosto rammarico per come “ci si è lasciati”, facendo chiaramente intendere che a suo avviso l’As Gubbio non avrebbe fatto poi granchè per confermarlo. Questione di pecunia, certo, ma forse non solo di quella.
Chiariamo subito un punto: lungi da noi – e spero sia così anche per i tifosi – una possibile sindrome da “moglie abbandonata”. Torrente ha fatto la sua scelta, la società la propria. Forse tutta la verità (e le cifre relative) non si sapranno mai, molto più probabilmente di verità ne continueranno a circolare due (quella dell’ex tecnico e quella della dirigenza rossoblù): non invocheremo lo spirito del giudice Santi Licheri per scoprire chi ha ragione. Voltiamo pagina e in bocca al lupo, piuttosto, a Fabio Pecchia (che, notizia del giorno, sarà affiancato dal collega Antonio Porta – in tandem due anni fa alla guida del Foggia, esperienza non irresistibile, ma questo conta relativamente).
Le due vere notizie, in realtà, ci riportano proprio al Gubbio vittorioso della stagione scorsa – quello che i tifosi potranno ricordare ancora meglio tra qualche settimana, con il nuovo doppio-dvd “Eravamo in 5.000 a gridare serie B” (così faccio anche lo spot auto promozionale, sennò il blog a che serve?).
Il capitano c’è. Si sapeva, o meglio, si dava per scontato. Ma forse è il caso di cominciare a mettersi in testa che a queste latitudini (serie B) non va dato niente per assodato. E non per scarsa serietà dei diretti interessati (nel caso di Sandreani, poi, sarebbe una bestemmia) ma perché le sirene possono spuntare ovunque. Che poi sotto la coda nascondano qualcos’altro (leggi contratti faraonici, ma difficoltà a onorarli), questo è un altro discorso.
Dicevamo, il capitano c’è. E la certezza è di quelle rassicuranti: perché con un nuovo tecnico (per altro, alla prima vera esperienza da inizio stagione in una categoria pesante), la presenza di Sandreani nello spogliatoio e in mezzo al campo funge quasi da garanzia bancaria. Meglio di una fideiussione.
Troppe ne ha viste (e sentite) il Capitano in questi 10 anni rossoblù per non essere in grado di consigliare al meglio, gestire serenamente e in modo lungimirante il rapporto con il mister e con i nuovi arrivati, accompagnare quasi per mano la squadra a questa nuova avventura. Che ci sia tutti lo presumevano ma ora c’è nero su bianco.
E si parla di adeguamento contrattuale: per fortuna – aggiungiamo noi – visto che proprio questa è stato la nota dolens in altre vicende (non solo quella del mister) per le quali o le strade si sono divise o l’empasse è totale (caso Borghese, al quale prossimamente dedicheremo a parte un’apposita riflessione).
Se la lieta novella si chiama dunque Sandreani – e se per ufficializzarla l’ufficio stampa ha diramato pure un comunicato – questo significa però che nel silenzio tutte le altre situazioni (dei presunti confermati) debbono essere ancora sistemate: Boisfer, Briganti, Bartolucci, Farina e il già citato Borghese – i contrattualizzati – e insieme a loro i prestiti aspiranti confermati – Caracciolo, Raggio Garibaldi, Daud.
Qualcuno dirà che prima del 1 luglio tanto non si può formalizzare nulla. Speriamo che il motivo sia solo questo.
E accanto ci mettiamo un’altra speranza: che l’ossatura dei cosiddetti “vecchietti” (come li chiama Giammarioli) venga confermata, non solo per le prestazioni in campo, ma proprio per la tenuta di quello spogliatoio che – a nostro modesto avviso – custodisce i veri segreti dei successi di questo gruppo.
Accanto, ovviamente, alle evoluzioni sul tappeto verde, per le quali si attende all’appello il nuovo tecnico. Pecchia ha dichiarato di non avere uno schema di base, ma la squadra che eredita – o che speriamo, erediti in un gruppo più consolidato possibile – giocava a memoria un 4-3-3 fatto di corsa, distanze azzerate, pressing e ripartenze palla a terra.
Schemi per i quali un giocatore come Alfredo Donnarumma era semplicemente fondamentale: lo si è capito parzialmente quando era in campo (segnando 5 gol ma propiziandone molti altri), lo si è capito molto meglio quando in campo non c’era più (causa strappo muscolare) e il Gubbio ha faticato maledettamente a creare palle gol (salvandosi in corner, o meglio sui calci piazzati di Daud).
Il buon Alfredo è giocatore che tecnicamente, tatticamente e soprattutto caratterialmente può dare tanto, anche in serie B.
Non sappiamo quali nomi comporranno l’attacco rossoblù (stando ai rumors, dovrebbe restare anche Daud): non ci sorprenderebbe scoprire che chiunque arrivi, alla fine, Donnarumma la sua maglia da titolare riuscirà a ritagliarsela spesso, molto spesso. Con una motivazione in più: esserci per quanto la fortuna non gli ha concesso quest’anno, da marzo in poi. Lasciandolo “appeso” a quel rigore di Reggio Emilia, ultimo acuto di una stagione eccellente.
In attesa di novità – vere – per ora restiamo a queste due notizie: non sono servite per farci copertina, forse. Ma sono due ottime notizie. Per cominciare…
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