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giovedì 15 settembre 2011

Nel "caos" degli antichi greci, il Gubbio ricerca se stesso...

Tutti per uno, o tutti contro tutti?
Difficile inquadrare bene in quale clima il Gubbio si avvicini alla gara di Modena, dopo una settimana di voci e smentite che da lunedì si sono rincorse in modo frenetico e confuso.
Esonero di Pecchia, prima quasi certo, poi rintuzzato. Il tutto all’indomani delle prime contestazioni, per altro più alla società che non a tecnico e squadra.


Un’atmosfera confusa, per usare un eufemismo, anche se gli antichi greci dal "caos" facevano nascere un po’ di tutto. In attesa che anche i campi di calcio rispettino la tradizione mitologica, la società tace dopo le accuse di "braccino corto" che arrivano dagli spalti.

Tace anche Gigi Simoni che nei fatti ha chiesto e ottenuto una deroga per la permanenza di Fabio Pecchia sulla panchina del Gubbio: buttare a mare tutto il lavoro svolto in due mesi, dopo due settimane di campionato, non è nelle corde del direttore tecnico – che già due anni fa impedì felicemente analogo benservito a Torrente, dopo l’avvio balbettante in C2.

Una mano deve darsela certamente anche il mister: che se ha le sue attenuanti in fatto di defezioni (soprattutto in difesa) e di alterne fortune arbitrali (Ascoli e Samp) nell’ultima sconfitta c’ha messo del suo nello scompaginare una gara che dopo il solito inizio thrilling si era messa sui binari giusti.

L’unico per ora a farsi sentire è il diesse Giammarioli, le cui dichiarazioni a “Fuorigioco” hanno suonato come una sorta di sveglia per tutti, nessuno escluso: la società, che non deve nascondersi ora che il vento tira a sfavore; lo staff tecnico, che avendo accettato il budget ridotto non può rinnegare di aver sposato il progetto oculato; e il mister, che di fronte a situazioni tattiche e tecniche al momento improponibili, non deve intestardirsi.
Unici assolti dall’ipotetico processo, ovviamente i tifosi: che oltre alla passione e al calore proverbiale hanno messo sul piatto qualcosa come 2.500 abbonamenti che neanche piazze ambiziose e ad alta densità come ad esempio Brescia, possono vantare.

Poi c’è la squadra: Giammarioli la difende perché in questo momento è la vera priorità. Ma è certo che in campo ci vanno gli undici scelti da Pecchia e tocca a loro dimostrare di esserci, con la testa, con le gambe e anche con il carattere.
A prescindere dalle formule tattiche – che comunque non sono solo numeri – e perfino arriviamo a dire, a prescindere dai singoli – che pure non sono indifferenti, specie se hanno il talento per fare la differenza. Proprio quei singoli che finora hanno marcato visita.
Ma è proprio il gap agonistico-caratteriale che finora si è fatto notare, soprattutto nell’approccio alle partite: ci può stare di non avere l’esperienza e le qualità di alcune compagini, ma è stata proprio l’aggressività, il pressing, la corsa, la prerogativa con cui il Gubbio ha colmato le differenze – che c’erano pure l’anno scorso.

A Modena non comincia un nuovo campionato, come si dice di solito. Ma inizia un ciclo nel quale i rossoblù se la vedranno con le squadre del proprio campionato: quello della colonna a destra della classifica, quello delle formazioni che debbono stare a galla: Modena, Varese, Verona e dopo l’infrasettimanale bresciano, la Nocerina. Quattro confronti che in un arco di 38 partite diranno poco, ma per la testa e il morale del Gubbio somigliano ad uno spartiacque.

Esserci o non esserci, in questo campionato. Tra un mese, dopo questi match, avremo le idee più chiare. Almeno in questo…


Copertina di "Il Rosso e il Blu" - ven. 16-9-11
"Gli spari sopra" - Vasco Rossi - 1993


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