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lunedì 12 settembre 2011

A quattro mesi dal trionfo... già tempo di cocci. All'orizzonte un esonero: ma la scommessa estiva è già persa. Come un tango di Piazzolla, lasciato a metà...

Chi l’avrebbe detto? Poco più di 4 mesi dalla festa promozione e siamo a raccogliere i cocci di un avvio di campionato sulle soglie dello shock anafilattico.

Doveva essere una samba, o una bachata, un po’ come quella abbozzata da Mendicino in coppia con Ragatzu – molto più abile, quest'ultimo, per ora in queste vesti che in quelle di goleador.
E invece le note sono quelle di un tango di Piazzolla: sensuale, accattivante, trascinante, come solo un’avventura in serie B dopo quasi 70 anni può essere, per una piazza come Gubbio.
Ma un tango, di fondo, è anche un poco triste.

I tifosi rossoblù nel match con la Reggina - foto Settonce
Ed è proprio questo il sentimento che aleggia in quella parte dei tifosi – la maggiore – che non si è lasciata andare alle prime contestazioni della stagione, culminate a fine gara negli epiteti rivolti ai vertici societari.
E’ lontano l’8 maggio, come è lontano lo spirito di quella squadra che in campo riusciva a gettare il cuore oltre l’ostacolo.

L’immagine del secondo gol della Reggina è impietosa quanto un’esecuzione sommaria: un giocatore, pur valente e abile come Ceravolo, prende palla, da solo si porta a spasso un paio di difensori, tira a rete e sulla respinta è lui stesso ad arrivare per primo e metterla dentro.
Sembra quasi una squadra che si vede predestinata alla pena capitale, ancor prima di commettere il reato.

Perché in fondo contro la Reggina – una signora squadra che vedremo probabilmente sempre nella colonna a sinistra della classifica – il Gubbio meritava almeno la spartizione della posta: aveva sofferto in avvio, con Donnarumma diventato decisivo con un paio di interventi di alto lignaggio. Aveva colpito inaspettatamente come fosse una squadra esperta, con Mendicino – ovvero l’attaccante che l’ultimo giorno di mercato veniva dato in partenza e che oggi è l’unico cannoniere in servizio attivo, a disposizione di Pecchia. E aveva gestito ottimamente l’avvio di ripresa, quando gli amaranto ospiti hanno mostrato di patire il caldo ancor più che la squadra avversaria, ma non sembravano animati da sacro furore.

Fabio Pecchia: stasera si decide il suo futuro  in rossoblù - foto Settonce
E invece: invece le amnesie difensive hanno fatto la differenza, episodi più che una svolta strategica. In mezzo qualche sostituzione amletica di Pecchia, che in una domenica dove l’arbitraggio è stato finalmente super partes, è riuscito a complicarsi maledettamente la vita da solo.
Quel Fabio Pecchia che ora viene dato praticamente sul patibolo a pagare lo scotto di una scelta che va al di là del suo undici e delle tre sostituzioni: l’esonero – eventuale anche se da più parti dato per sicuro – assomiglia ad una sconfessione anticipata della scommessa estiva: puntare su un tecnico giovane con una squadra giovane e un budget ridotto.

Morale: la squadra giovane non ha mai potuto giocare con la difesa titolare, il tecnico giovane non ha avuto neanche due mesi di tempo per far rodare la squadra, chi dovesse arrivare al suo posto farà pagare salata sia la sua esperienza, che almeno 3-4 acquisti ulteriori – ovviamente di giocatori svincolati – ad un prezzo che – nel luglio scorso – avrebbe consentito scelte più mirate e certamente meno azzardate.

Per scommettere ci vuole anche coraggio e coerenza.
Senza le quali la scommessa non solo si perde. Ma lascia pure il rammarico di non averla giocata fino in fondo. Come un tango lasciato a metà…


Da  copertina di "Fuorigioco" (TRG) - lunedì 12.9.2011
Musica di sottofondo
"Libertango" - Astor Piazzolla - 1974

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