Gli "eroici" tifosi del Gubbio, scesi a Reggio Calabria, martedì sera (foto Settonce) |
Il “Granillo” dove la Reggina non vinceva da tre mesi e dove la curva locale stava premeditando una contestazione con i fiocchi, ha confermato l’atavica repellenza della squadra di Simoni per le gare esterne.
Quattro punti in 12 gare sono un bottino troppo misero per essere vero. Ma è vero. Ed è anche vero che non sempre il Gubbio ha meritato di capitolare: partite come quelle di Crotone, Vicenza, Pescara, Castellammare e persino Ascoli, avrebbero potuto regalare qualche soddisfazione. Con un pizzico di mestiere e fortuna in più. Non Reggio Calabria dove invece il passo indietro, a livello di approccio mentale nella partita, è stato lampante.
Campagnacci, bestia nera del Gubbio, controllato da Cottafava (foto Settonce) |
Anche se non mancano recriminazioni, come sul terzo gol viziato da evidente carica sul portiere, o come su un paio di occasioni fallite da Gerbo e dagli avanti eugubini dopo la pennellata sublime di Mario Rui, perla isolata di una gara sostanzialmente da archiviare.
Mario Rui incita la squadra, ma non è bastata la sua prodezza su calcio piazzato |
Poi gli schemi possono anche non funzionare sempre, ma la determinazione, il coltello tra i denti, l’aggressività, purtroppo, sono merce rara quando i rossoblù non sono al “Barbetti”.
Bazzoffia nel match d'andata con il Modena al "Braglia" - foto Settonce |
Potrebbe scoccare l’ora di Guzman, o del vichingo Lofquist, che conosciamo solo grazie a google ma questo non vorrebbe dire. Due ani fa, di questi tempi, Juanito Gomez si allenava solitario a Bellaria. Oggi, grazie al Gubbio e alle sue doti, è un attaccante che potrebbe salire in A a 1 o 2 milioni di euro.
Chi deve far scoccare l’ora, per davvero, è proprio il Gubbio, la squadra. Ripetendo in casa l’intensità delle prestazioni viste con Bari, Grosseto e Samp.
E fingendo, con se stessa, di essere al Barbetti anche quando il teatro di chiamerà Ossola o Bentegodi – le due prossime tappe esterne consecutive.
Altrimenti non basterà il filosofo, e neanche lo psicologo, a colmare il gap con la media salvezza.
Copertina de "Il Rosso e il Blu" - venerdì 3.2.12
musica di sottofondo: "Nietzche che dic, boh" - Zucchero - 1989
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