Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

giovedì 26 luglio 2012

Il senso autentico delle Olimpiadi... anche in uno spot....

Alla vigilia dell'apertura di quelle che sono già state ribattezzate le "Olimpiadi della crisi", mi piace condividere con i frequentatori - assidui e non - del mio blog, un filmato che ho avuto l'occasione di visionare alcune settimane fa.
D'accordo, è uno spot. E dunque la finalità - alla fine dei conti - è commerciale. Non lo pubblico, per questo, è ovvio. Anzi, se devo essere sincero, l'appendice conclusiva con gli sponsor è l'unico neo di una clip che altrimenti contiene un volume così straordinariamente elevato di sentimento, emotività e passione, da diventare una sorta di must quotidiano. Guardarselo ogni giorno per capire quanto sudore si nasconde dietro ogni traguardo...
E proprio perchè si tratta delle "Olimpiadi della crisi" - dopo i fuochi artificiali cinesi, le evoluzioni di Atene e le paillettes di Atlanta - forse congiuntura vuole che ad essere riscoperti siano quei valori olimpici che sono - o dovrebbero essere - alla base delle motivazioni che muovono l'immenso circo a cinque cerchi.
Sappiamo che non sarà solo questo, e nessuno si illude di tornare agli albori del 1896 o allo spirito Decoubertiniano (men che meno a quello dell'antica Atene).

Ben Anslie, olimpionico della vela
il primo tedoforo in terra britannica
Ma intanto non dimentichiamoci, a poche ore dall'apertura dei giochi londinesi, che dietro ogni partecipante, ogni numero, ogni batteria, sfida, duello o competizione, si nasconde una vita di impegni, abnegazione e sacrifici. E senza retorica, anche la speranza e le aspirazioni - non solo di un Paese che hai la fortuna e l'orgoglio di rappresentare - ma anche di chi silenziosamente ti sta accanto... E (senza forse) svolge lo sport più difficile e impegnativo al mondo: quello di "essere genitore".
E' il mio augurio olimpico, semplice e sincero: vivere questa fantastica avventura con lo spirito gioioso che sta nel suo prendervi parte (anche solo da spettatore). Perchè nessuna somma di denaro, nessun business, nessuna scommessa sportiva (regolare o non) potrà ripagare la gratificazione di una medaglia. Per chi la indossa e per chi la festeggia.

Valentina Vezzali, portabandiera azzurro
Sta anche in questo segreto la gloria di discipline sportive di cui ci si accorge (purtroppo) solo ogni quadriennio, tradizionali serbatoi di vittorie azzurre: la scherma, piuttosto che il tiro a volo, tanto per citarne due non a caso.
Finchè sarà così, finchè lo spirito di questa affermazione - che è innanzitutto esserci, e poi se ci scappa, salire anche sul podio - le Olimpiadi continueranno ad avere senso di esistere. E a dare senso a queste due settimane ogni quattro anni...

Saranno anche le prime Olimpiadi del mio blog... magari cercherò di metterci un po' del mio in queste due settimane di intense emozioni...

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