D'accordo, è uno spot. E dunque la finalità - alla fine dei conti - è commerciale. Non lo pubblico, per questo, è ovvio. Anzi, se devo essere sincero, l'appendice conclusiva con gli sponsor è l'unico neo di una clip che altrimenti contiene un volume così straordinariamente elevato di sentimento, emotività e passione, da diventare una sorta di must quotidiano. Guardarselo ogni giorno per capire quanto sudore si nasconde dietro ogni traguardo...
E proprio perchè si tratta delle "Olimpiadi della crisi" - dopo i fuochi artificiali cinesi, le evoluzioni di Atene e le paillettes di Atlanta - forse congiuntura vuole che ad essere riscoperti siano quei valori olimpici che sono - o dovrebbero essere - alla base delle motivazioni che muovono l'immenso circo a cinque cerchi.
Sappiamo che non sarà solo questo, e nessuno si illude di tornare agli albori del 1896 o allo spirito Decoubertiniano (men che meno a quello dell'antica Atene).
Ben Anslie, olimpionico della vela il primo tedoforo in terra britannica |
E' il mio augurio olimpico, semplice e sincero: vivere questa fantastica avventura con lo spirito gioioso che sta nel suo prendervi parte (anche solo da spettatore). Perchè nessuna somma di denaro, nessun business, nessuna scommessa sportiva (regolare o non) potrà ripagare la gratificazione di una medaglia. Per chi la indossa e per chi la festeggia.
Valentina Vezzali, portabandiera azzurro |
Finchè sarà così, finchè lo spirito di questa affermazione - che è innanzitutto esserci, e poi se ci scappa, salire anche sul podio - le Olimpiadi continueranno ad avere senso di esistere. E a dare senso a queste due settimane ogni quattro anni...
Saranno anche le prime Olimpiadi del mio blog... magari cercherò di metterci un po' del mio in queste due settimane di intense emozioni...
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