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lunedì 17 gennaio 2011

Da Ravenna con l'inciampo ma senza cicatrici: e la coincidenza Boisfer...

Non è il caso di fare drammi. Il Gubbio cade. Non avveniva dal 31 ottobre. Un’eternità, o quasi, quella sconfitta col Pergocrema, prima delle otto storiche vittorie di fila. Unico comun denominatore, tra quel passo falso al Barbetti e il 2-1 subìto ieri a Ravenna, l’assenza di Boisfer.


Sarà un caso ma senza la linea maginot del transalpino il Gubbio ricasca.
Non può essere un solo giocatore, e la sua assenza, però a giustificare il ko del “Benelli”. Che se non pesa in classifica – grazie alla Reggiana che strapazza il Sorrento, e alla Cremonese e il Pavia che stoppano sul pari Spal e Alessandria entrambe su suolo amico – dispiace certamente per i 1.000 tifosi rossoblù (nella foto, tratta da http://www.gubbiofans.it/), sciarpa più sciarpa meno, che hanno gremito lo stadio ravennate. Dimostrando, loro sì, di essere già pronti per un altro deciso salto di categoria. Numeri come quelli di ieri su gradinate esterne non li ricordiamo, al di fuori dei play off, almeno dai tempi di Landi, quando non c’era pay tv, le squadre del comprensorio eugubino si contavano sulle dita di mezza mano, e si giocava tutti indistintamente alle 14.30.

I tempi moderni non bastano però a tenere lontano il grande pubblico dalla squadra di Torrente che però a Ravenna, va detto subito, ha regalato almeno 45’ agli avversari: che di tanta manna non avevano neanche bisogno visto che la squadra di Rossi voleva fortissimamente riscattare la sconfitta di Bassano ed arrivava comunque da una striscia di risalita in classifica che è coincisa con l’arrivo dell’esperto Chianese in autunno.
E così Lamanna – dopo gli sbadigli di Bolzano – ha dovuto rimettere la corazza, e il Gubbio l’elmetto, ma non è bastato. Anche perché Perelli non è Boisfer (e si sapeva – come si sapeva che il piccolo centrocampista ex Giacomense è in procinto di andarsene), Capogrosso non è Caracciolo in fase difensiva e soprattutto il Galano di queste domeniche non è Galano, complici anche terreni di gioco poco adatti alle sue caratteristiche. Speriamo che lo stage in azzurro con il CT Ferrara lo rianimi subito perché il Gubbio ha bisogno del furetto barese in piena forma.

Nonostante tutto, nonostante un Gubbio a mezzo servizio, almeno il pareggio anche a Ravenna poteva scapparci: perché è vero che la squadra di casa ha sciorinato bel calcio e grande determinazione per un’ora, ma è anche vero che sul 2-1, con il 12mo sigillo stagionale di Gomez, i rossoblù sentivano profumo di rimonta, come lo squalo sente l’odore del sangue. Un’illusione però che Rossi, l’estremo di casa, ha spezzato nel forcing finale.
Alla fine la sconfitta va in archivio senza grosse cicatrici: la classifica è quasi intatta, salvo malaugurati interventi della Commissione Disciplinare che potrebbe fare più male del Ravenna. Per questioni di forma, più che di sostanza, che però rischiano di cambiare le classifiche. E di infliggere colpi psicologici che vanno al di là del punto o dei due punti. La sensazione è che lo sport, qualche volta, sia solo un optional.

Ma il Gubbio dovrà essere più forte anche di questo. E’ vivamente sconsigliato piangersi addosso, ma è bene guardare avanti trovando, anche da eventuali cervellotiche penalizzazioni, lo stimolo per riprendere la marcia, con ogni "arma" collaudata a puntino. A ricominciare dalla prossima domenica, contro una squadra che con gli arsenali dovrebbe avere dimestichezza: lo Spezia…



Testo copertina "A gioco fermo" per "Fuorigioco" di lunedì 17.1.2011
musica di sottofondo: "Stop crying your heart" - Oasis - 2002


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