"One lovely blog award". Scritta così sembra uno di quei riconoscimenti, sotto forma di statuette dorate, che ti consegnano in mezzo ad un palco, tra riflettori e paillettes, con una stangona che regge una busta, un attore ingellato e pomatato che la apre, e qualcuno che pronuncia "The winner is...".
E' un regalo, invece, che mi arriva da un'amica speciale. Una di quelle persone che anche se non ci parli, non ti vedi, non la senti, sai che c'è.
E non solo perché magari ti segue e ti legge (e viceversa) in modo virtuale (cioè via pc).
Il premio è per il blog. Anche se non credo di meritarlo. Però mi fa piacere. Già in un'altra circostanza le ho detto grazie. Ribadirlo è pleonastico, perché senza la sua consulenza non avrei saputo nemmeno come si apre blogspot - per non parlare di inserire foto o filmati... L'uomo di Neanderthal della tastiera ha imparato ad accendere il fuoco: non male, per chi era abituato a minestre fredde.
Poi magari t'accorgi che era tutto semplice (per la serie: "Da quando ho imparato che il vocabolario è in ordine alfabetico, me trovo 'n sacco meglio..."). Ci voleva però chi te lo spiegasse...
E - mi ricorda la protagonista del premio che - come tutti i premi che si rispettino, anche questo ha le sue regole! Eccole qua:
"Linkare chi ci ha premiati" (già fatto - La Toni, thanks a lot)
"Premiare e avvisare a nostra volta altri 15 blogger" (dovrò trovare il tempo, ma mi ci impegno - specie ora che ho messo alle spalle il mese più ingolfato degli ultimi 24...)
"Elencare 7 cose che parlano di me".
Se è per questo, ne elenco un vagone. Quelle che preferisco, quelle che - facendo mente locale - mi fanno impazzire: ad esempio?
il pomeriggio di sole di fine primavera (o inizio autunno). Il profumo del gelsomino. Il sabato (non sera). Il vento che ti entra nella camicia sbottonata mentre vai in scooter (l'ho risentito proprio oggi, col primo vero caldo). La lirica (Puccini, Verdi, o come la scorsa settimana, Donizetti). Sciare tra i boschi della Val Gardena. Sdraiarmi sull'erba e dormire di pomeriggio (mi riesce solo pochi giorni ogni decennio). Il calcio (giocato, guardato, o tutte e due quando non ti passano la palla manco a morsi). Andare in bici sulla pista ciclabile tra Alba e Giulianova. La pasta alla chitarra al dente, pomodoro e basilico. I programmi tv di Gianni Minoli. La costiera amalfitana (su tutto il balcone di Ravello). Il contatto epidermico con i giornali (quando sono il primo a leggerli, mattina presto). L'odore della taverna. Lo sguardo (misterioso) di una donna che non conosci. Gli ultimi secondi di sigla prima di andare in diretta (in genere, la luce rossa che si accende sulla telecamere). Il rumore della neve mentre la calpesti. Il crodino. I Ray Ban a goccia. Le 6 meno cinque. La crema di limoncello della sora Sandra. I libri di Fabio Volo. Il materasso di lattice (scoperta recente). Le cravatte a tinta unita. Il profumo di Abercrombie e Fitch. La mortadella a tocchetti.
E - cosa che ho apprezzato negli ultimi 18 mesi - farsi un blog...
Anche perché, tutto ciò che mi emoziona, in fondo parla di me...
A presto...
P.S. Ho volutamente escluso dall'elenco vorticoso e prorompente, la family... Per non confondere il piacere del quotidiano... dall'essenzialità...
giovedì 26 maggio 2011
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