Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

lunedì 2 maggio 2011

Vedi Sorrento e poi... rimorsi. Per la partita, per l'occasione persa, ma non solo...

I tifosi rossoblù a Sorrento (foto P.Panfili)
Un’ora e nulla più. Sorrento si trasforma, in pochi minuti, dalla splendida cittadina sul golfo al teatro di una delle domeniche più sofferte e sportivamente tristi della recente storia calcistica rossoblù.

Una grande illusione, o se preferite la grande occasione persa, quella che vede la squadra di Torrente con un piede e mezzo in serie B per i primi 40’ del primo tempo e per un quarto d’ora nella ripresa. Un quarto d’ora nel quale succede di tutto. E nel quale i rossoblù passano in pochi minuti dall’euforia, al rammarico fino alla più cupa delusione.

L’incornata del piccolo Carlini, a fine primo tempo, nell’unica disattenzione difensiva della granitica coppia centrale rossoblù, aveva squarciato una frazione di gioco in bilico come in una sfida al tie break, ma tesa e sudata come una gara a scacchi: giocata su spazi ridotti – per oggettiva mancanza di fasce laterali – e a ritmi intensi. Dove ogni contrasto vinto a centrocampo poteva innescare l’azione buona. Poi nel quarto d’ora della ripresa i momenti della svolta: il pari fulmineo di Dado Daud, abile a procurarsi in velocità il calcio piazzato, sempre più determinante nel finalizzarlo, con un sinistro dal peso specifico del mercurio, capace di lasciare il segno anche in caso di sconfitta (regalando virtualmente un punto grazie al gioco dei gol in trasferta nello scontro diretto). Impazzisce la curva degli oltre 400 tifosi rossoblù, esplode in un boato Piazza Grande dove il maxischermo e l’entusiasmo sono quelli delle notti magiche.

Esultanza dopo il pari di Daud - foto P.Panfili
Poi le colossali occasioni sui piedi di Bazzoffia, un ragazzo che sembra arrossire quando la dea bendata dà la sensazione di volerlo baciare in fronte, come si faceva da adolescenti al gioco della bottiglia. Due palle gol importanti, pesanti, storiche che finiscono in curva la prima e sul busto corpulento ma già adagiato a terra del numero uno sorrentino Generoso Rossi, uno il cui nome dovrebbe ispirare anche il più sbadato degli attaccanti ma non al punto di credere che si scansi del tutto dallo specchio della porta.

Su quelle due chance si chiude di fatto la porta della B, almeno per questo 1 maggio: perché poi la seconda defaillance difensiva della giornata, del duo Borghese-.Briganti – a cui certo non si può gettare la croce addosso dopo un campionato semplicemente mostruoso – regala il corridoio giusto a Pignalosa che ciabatta, e male, il suo primo pallone della gara, ma tanto basta a riaprire il campionato.
E mentre a Piazza Grande scende un silenzio innaturale per essere la prima domenica di maggio, la torcida sorrentina comincia a sognare l’impresa, anche senza Paulinho, che non può alzare le braccia al cielo solo per colpa del gesso.

La tribuna stampa di Sorrento - foto P.Panfili
Un discorso a parte in questa domenica di saliscendi emozionali, sotto un sole già estivo, merita lo stadio Italia. Ad ospitare la partita dell’anno è il rettangolo di gioco più assurdo del girone, dove la deroga a consentire il normale svolgimento di un campionato di terza serie appare più artificiale dell’erba che ci sta sopra; dove le più banali norme di sicurezza per i giocatori, con cemento armato a bordo campo, e per il pubblico, costretto a sedere anche su panche di legno, sono assenti; dove la stampa è costretta a commentare una partita per la promozione in serie B da una balaustra metallica per evitare di essere confinata in un gazebo surriscaldato e collocato praticamente al di là di una bandierina del corner. Se non fossimo a due passi dalla patria di Pulcinella, penseremmo ad uno scherzo.
Ma evidentemente da queste parti è la normalità.

Come purtroppo non ci va di tacere la riflessione, a mente fredda, sulla scarsa elasticità adoperata in questa giornata di beffarde sportivo-ceraiole coincidenze, con centinaia di ceraioli e di eugubini costretti a scegliere dovendo comunque rinunciare a malincuore a qualcosa. Sugli spalti di Campo Italia, a 450 km da Gubbio, per la partita dell’anno, erano oltre 400 i supporters rossoblù: chissà quanti sarebbero stati – e viste le distanze dal campo chissà se il risultato sarebbe stato lo stesso – senza questa coincidenza. E con un pizzico, solo un pizzico, di sano buon senso in più.

Ma forse anche questo è chiedere troppo. Anche dalle nostre parti, dove pure non abbiamo pulcinella, assomiglia alla normalità.




Copertina "A gioco fermo" di "Fuorigioco" - 2.5.11
musica di sottofondo: "Just an illusion" - Imagination - 1982

1 commento:

  1. Commenti da fb...

    Francesco El Niño Costantini -
    ma da chi so raccomandati per giocare in quel campo da calcio a 8 amatoriale?

    Federica Grandis -
    Da Torino ho seguito con le palpitazioni! E con un pensiero fisso: ma che razza di campo...???!!!?!?!?!?!?

    Francesco El Niño Costantini -
    hai presente il beniamino ubaldi in sintetico? ecco...ci gioca la 2 categoria!!!!!

    Roberto Minelli -
    Che emozione vedere il Gubbio sul canale Raisat., speriamo che sia un antipasto del prossimo anno!!! Forza ragazzi!!!

    Marco Rossi -
    Oltre ad essere piccolo,non è anche pericoloso il muro a ridosso delle linee perimetrali?Dovrebbero fornire ai giocatori dei caschi!

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