La ciliegina è mancata. Ma la torta resta lo stesso.
Il Gubbio lascia la stagione più entusiasmante della sua storia centenaria con una sconfitta: al "San Francesco" di Nocera Inferiore esce di nuovo un 1-0 per i rossoneri. Come lo scorso anno, in campionato, allora al 93'. Stavolta però sono ancora maggiori i rimorsi per un risultato bugiardo dopo una prova decisamente convincente per i ragazzi di Torrente. Nonostante avessero già le valigie al check in - destinazione Barcellona - i rossoblù hanno preso subito in mano le redini della gara, dovendo per forza segnare un gol dopo un 1-1 all'andata, giusto sul piano dei meriti, ma beffardo per la dinamica (ancora un gol incassato dai molossi a tempo scaduto).
E' mancata la stoccata, non il coraggio, nè la volontà. A più riprese Galano (palo esterno), Daud e Gomez hanno messo i brividi alla difesa rossonera, scossa dalle folate degli eugubini almeno quanto lo è stata la società campana in settimana per il blitz antidroga nelle cui maglie è finito niente meno che il capitano dei rossoneri (De Liguori).
Poi la gara si è in un certo senso "assestata", Negro (solita spina nel fianco per le difese altrui) ha ricordato a tutti che c'era anche la Nocerina in campo (con una traversa clamorosa), Auteri ha chiesto ai suoi di uscire dalla propria metà campo.
Nella ripresa, proprio quando sembrava che i campani fossero riusciti a contenere la spinta del Gubbio, l'arbitro Borriello - conduzione non impeccabile, con troppi gialli e tutti o quasi, a senso unico - estraeva un rosso ai danni dei padroni di casa. Paradossalmente in 10 contro 11 la Nocerina faceva quadrato, anche se in una delle rare falle difensive, concedeva ad un Gomez straripante (nonostante la convalescenza) il varco giusto, assist al bacio per Bazzoffia che confermava l'ormai leggendaria idiosincrasia con la porta avversaria: "datemi una palla e rovescerò le più basilari leggi del gol", sembra dire l'attaccante di Assisi facendo il verso ad Archimede. Con un teorema che presuppone l'indubbia capacità di Bazzoffia di trovarsi nel posto giusto al momento giusto: salvo, fare poi, puntualmente, la scelta sbagliata.
E pensare che lo stadio si chiamava San Francesco, il buon Daniele è di Assisi, ma indossa la maglia del Gubbio: è mancato il morso del lupo. Quello che è arrivato 10' dopo a firma Castaldo, sfruttando una scivolata di Briganti, unica disattenzione difensiva di tutta la gara. Morale: la Nocerina ha alzato la Coppa, prendendosi meriti anche al di sopra di quanto visto in campo nei secondi 90'.
Peccato, siamo convinti che un gol - quel gol - non solo avrebbe cambiato l'inerzia della gara ma avrebbe fortemente minato le certezze tattiche della squadra di Auteri. Non è stato così e chissà se ci saranno altre occasioni per iscrivere il nome del Gubbio accanto a squadre come Siena, Grosseto, Rimini, Novara...
Non è più tempo di recriminare. Sono i giorni in cui si decide la sorte della triade: un tassello è assicurato - Giammarioli - sugli altri due resta ancora il punto interrogativo. L'auspicio è che la triade resti intatta (il presidente Fioriti ne è convinto). Noi aggiungiamo un pensiero, senza vena polemica: l'importante è non solo che resti, ma che lo faccia con le motivazioni giuste. Quella "fame" e quella spensierata leggerezza che ha contraddistinto il Gubbio delle ultime due stagioni.
Non vorremmo che troppe sirene creaino un effetto "bulimia". O comunque, finiscano per tradurre la scelta rossoblù... in una sorta di ripiego.
Non sarebbe giusto per la squadra, per la tifoseria, per la città... Per quanto fatto in questi due anni "irripetibili"...
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