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giovedì 23 febbraio 2012

La bufera giudiziaria, i risvolti politici, da Gubbio a Perugia... E l'importanza di riacquistare un "senso civico"...

Nicla Restivo
L'onda emotiva non si è spenta. Ma è sensibilmente attenuata. Se non altro nell'enfasi mediatica che ha contraddistinto i primi giorni dopo il blitz.
L'inchiesta sul cosiddetto "gruppo Goracci" - come è stato definito nelle carte dell'accusa - continua a far parlare. E sarà così ancora per molto. E mentre martedì prossimo potrebbe conoscere una prima importante svolta - quando il Tribunale del Riesame (con il giudice Nicla Restivo, in passato togata alla sezione del Tribunale di Gubbio) deciderà in merito alle richieste di scarcerazione da parte degli avvocati difensori - in città ci si interroga sul futuro di una comunità che sembra quasi trovarsi sbattuta davanti allo specchio con l'aria di chi fatica a credere a quello che viene raccontato nelle carte dell'ordinanza cautelare. O forse, in qualche caso, ha la sensazione di aver percepito in tutti questi anni, ma sottovalutato.

Comunque la si veda, non saranno in pochi coloro che dovranno confrontarsi con questa realtà. E non parliamo di realtà giudiziaria. Quella seguirà un suo excursus - che si prevede anche lungo - e riserverà sicuramente colpi di scena.
La realtà con cui il cittadino comune dovrà confrontarsi è altra: è politica, è sociale, è - diremmo - civica. Perchè l'inchiesta sul "gruppo Goracci" è anche un'inchiesta sulla Gubbio dell'ultimo decennio.
Una città che infondo - volente o nolente - ha legittimato quanto accaduto, sul piano politico.
Perchè per ben due volte il personaggio che oggi figura al centro dell'attenzione della Magistratura, Goracci appunto, è stato eletto in modo netto, nel 2001, e contro i pronostici, nel duello con l'allora sindaco uscente Corazzi; e 5 anni dopo, in modo quasi plebiscitario, nel ballottaggio con un altro ex sindaco, Barboni.
Una votazione di oltre 11.000 cittadini che oggi ovviamente mescolano e rimuginano le sensazioni e reazioni più diverse.
L'analisi politica pervade in queste ore il dibattito dei Palazzi: sia che si chiamino Palazzo Pretorio, sia che si chiamino Palazzo Cesaroni.

A Gubbio il Consiglio comunale di martedì ha prodotto due risultati importanti: un confronto serio, serrato ma anche senza strumentalizzazioni, sul panorama politico cittadino dell'ultimo decennio. Le parti si sono confrontate, ognuna con le proprie ragioni, ma senza livore, senza quel clima di attacchi incrociati che per troppo tempo è sembrato essere diventato la "normalità".

Perfino le ventilate richieste di dimissioni al sindaco attuale Guerrini - per aver condiviso il percorso elettorale col Prc e con i consiglieri oggi ancora ristretti in custodia cautelare - si sono tramutate sui banchi della Sala Consiliare in una disponibilità al dialogo - purchè vi fosse coinvolgimento nelle decisioni. E la seduta stessa ha partorito due approvazioni all'unanimità (regolamento sulla toponomastica e regolamento sulle sponsorizzazioni) che non hanno precedenti nell'ultimo decennio.
Che si sia cambiata rotta improvvisamente nel tenore dei rapporti tra maggioranza e opposizione? Forse è presto per dirlo, il vero banco di prova sarà l'approvazione del bilancio a fine marzo. Non c'è molto da aspettare per saperlo.

A Perugia il caso-Goracci sembra rompere "le uova nel paniere" molto più di quanto non abbia fatto lo stesso ex sindaco di Gubbio, non sempre allineato con i colleghi del centro-sinistra. Saltata la condivisione con l'opposizione per il rinnovo dell'Ufficio di presidenza (che per la prima volta non vede la presenza di membri delle minoranze), lo strappo è destinato a lasciare strascichi. C'è chi chiede una verifica alla Giunta di Catiuscia Marini per la presenza di una "questione morale": Goracci è solo l'ultimo degli indagati, a Palazzo Cesaroni. Molto prima di lui l'attuale Presidente del Consiglio, Brega e uno degli assessori della squadra Marini, il folignate Riommi.
La questione morale potrebbe portare il centrosinistra a non avere più una maggioranza, perchè l'Idv non si è semplicemente "smarcato", ma è uscito dall'aula, declinando l'invito a partecipare al voto per l'Ufficio di Presidenza. Un atto politico destinato ad indebolire fortemente la Presidente Marini e la sua Giunta, chiamata ora a fare i conti (e non solo dei consiglieri a suo appannaggio).
"O mette il loden, alla Mario Monti, inserendo nella Giunta figure tecniche di maggiore affidabilità, o si torna a votare" ha sintetizzato con la consueta essenzialità caustica il collega Marco Brunacci (Il Messaggero) in collegamento telefonico nel corso della trasmissione "Link".

Insomma la politica è chiamata a "contarsi". Ma il cittadino è chiamato a farsi sentire di più. E' il senso della riflessione di questa sera, durante la trasmissione "Link" - dedicata al caso Goracci - con l'ex presidente del Tribunale Minori, Sergio Matteini Chiari e il sacerdote Don Angelo Fanucci:
"La politica non può essere semplice delega - ha dichiarato Matteini - il cittadino non può limitarsi a votare ogni 5 anni e lasciare che poi chi fa politica decida tutto per lui. Essere cittadini consapevoli significa anche informarsi, documentarsi, avere elementi per giudicare. E non solo per fare una X su una scheda elettorale".
Uno stimolo che ha fatto sorgere l'idea di una rubrica di "educazione civica" che potrebbe nascere da questo colloquio in diretta tv.
E dal canto suo, Don Angelo Fanucci, non ha mancato di ricordare uno dei suoi "cavalli di battaglia":
"Il protagonismo del cittadino va al di là del sapere o non sapere cosa fa il politico di turno. Deve essere un protagonismo attivo, sociale, di stimolo per il Palazzo, di stimolo anche per la cittadinanza più pigra".
L'impressione è che - comunque vada a finire - l'inchiesta e lo "schiaffo" morale subìto dalla città, si farà sentire ancora nel tempo. Ma potrà rivelarsi utile se la città, gli eugubini, di ogni colore, sapranno cogliere l'occasione per ridestarsi. Risvegliare un dinamismo "civico" di cui si sono perse le radici (emblematiche le affuenze sotto il 20% alle elezioni per gli istituti di partecipazione, meglio noti come Comitati territoriali), sentire un'appartenenza forte ad una comunità che in queste ore sente il "peso" di un'immagine negativa, ma deve trovare consapevolezza e motivazioni giuste per guardarsi dentro.
E cambiare. Prima di pretendere che sia la politica - genericamente intesa - a farlo.

1 commento:

  1. Come sempre hai saputo con poche righe descrivere e chiarire, definire e cogliere... Bravo!

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