Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

venerdì 10 febbraio 2012

Un minuto di silenzio per le vittime delle foibe: sette anni, almeno a Gubbio, non sono trascorsi invano...

Quest’anno il Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo della popolazione italiana della Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia verrà celebrato in maniera diffusa in tutta la regione, divenendo così finalmente un patrimonio culturale comune anche in Umbria”.
L'ho letto un paio di giorni fa da un'e-mail: era una nota dell’associazione culturale di promozione sociale Libera Storia, che ha promosso eventi per il Giorno del Ricordo a Perugia, Gualdo Tadino, Bettona, Passignano sul Trasimeno e Montefalco. “Lo scorso anno furono una dozzina i Comuni in Umbria che ricordarono questa pagina drammatica della nostra storia contemporanea, quest’anno sono molti di più; non senza un pizzico di orgoglio possiamo affermare che ciò è dovuto anche al nostro impegno, diretto in questi ultimi due anni ad approfondire questa pagina storica, soprattutto in collaborazione con gli enti locali e le scuole".

Ad otto anni dall’istituzione della giornata del 10 febbraio, secondo recenti sondaggi, solo il 46% degli italiani sa cosa siano le foibe e solo il 22% conosce i problemi legati alla storia del confine orientale della nostra penisola: per i più la parola foibe non significa nulla e se accidentalmente uno studente dovesse imbattersi in una vecchia edizione dello Zanichelli, troverebbe più o meno questa definizione: "cavità carsiche".
Si tratta di un gap pesante, soprattutto rispetto a tanti altri periodi e temi della nostra storia nazionale, rimasto sempre nell’ombra per i tanti risvolti storici e politici, frutto dell’esito della seconda guerra mondiale.
Ora che anche queste logiche possono essere superate – conclude la nota, in piena sintonia con quanto detto in questi giorni dallo stesso Presidente della Repubblica, Napolitano – "tutti noi abbiamo l’impegno morale a sensibilizzare soprattutto le giovani generazioni su queste tematiche ed indagare le tragiche vicende che ebbero luogo tra il 1943 ed il 1945 nelle regioni a cavallo del confine tra l’Italia e la ex Jugoslavia".
E non per spirito nazionalistico o revanscista, ma per raccontare la storia. Tutta.
Qualche giorno fa sono tornate a farsi sentire alcune polemiche nel Consiglio comunale di Gubbio sulla richiesta di onorare con un minuto di silenzio il ricordo delle vittime delle foibe. Una richiesta che non dovrebbe essere etichettata "di destra" o di un colore particolare.
Eppure non è stato così. Nè qui nè altrove (i comuni citati ad inizio post, non a caso, sono gli unici a governo centro-destra in Umbria). Come in quel 2005 quando la stessa assise eugubina  di Palazzo Pretorio addirittura respinse a maggioranza la richiesta di tale omaggio.
E in quell'occasione, ebbi modo di scrivere:

"Ancora nel 2005 resistono incrostazioni e riserve mentali che tendono a distinguere non solo tra i vivi, ma perfino tra i morti, “i buoni” e i “cattivi”.
Con giustificazioni per altro “emblematiche” del clima che ancora oggi permea certi giudizi (poco) storici e (molto) politici: sono stati spiegati i no o le astensioni con riferimenti a Bush, Sharon, all’intifada e all’immancabile Berlusconi (e noi che pensavamo che l’Istria confinasse con il Friuli e che quella storia si fosse consumata nel ‘45…).
Ricordare migliaia di persone tragicamente uccise non crediamo significhi riscrivere la storia, né assolvere chi in questa storia ha sicuramente scelto di combattere per la causa sbagliata.
Ma ricordare quelle vittime dovrebbe essere umanamente e istituzionalmente un dovere: a prescindere dal colore o dall’ideologia che mosse chi di quelle vittime si è macchiato.
Il comunismo ha radici diverse da fascismo e nazismo, che non staremo qui a ricostruire: ma è costato, allo stesso modo, in tutto il mondo, milioni di vite umane. Negarlo o far finta di niente, perfino a distanza di 60 anni, anche in un borgo sperduto come Gubbio, equivale a cancellare di nuovo quelle morti. Forse ancora troppo scomode".

Il pezzo integrale, ripescato dall'archivio di "Gubbio oggi" - per chi avesse tempo da perdere - è già in questo blog, datato 10 febbraio 2011. Con un paio di suggerimenti letterari (Petacco e Pansa) che non farebbero male a chi ha "fame di storia sconosciuta".
Una lettura che pensiamo sarebbe utile anche alla Governatrice dell'Umbria, Catiuscia Marini, che in un comunicato dei giorni scorsi ha testualmente detto: "E' giusto ricordare ma senza rancore".
Il rancore - a parte i diretti interessati che certo non potranno mai essere lieti di ricordare certe vicende - dovrebbe essere proprio di ogni cittadino italiano, non per le stragi in sè - che purtroppo avvennero - ma per il silenzio che le seguì almeno per i 50 anni successivi. Silenzio del quale non possono dirsi esenti da responsabilità neppure le autorità istituzionali - oltre che gli "storiografi di regime".
"Oggi, a distanza di sette anni, tutte le parti politiche che approvarono quel provvedimento devono respingere la tentazione di usare la memoria del passato come strumento politico e devono altresi' evitare la tendenza ad usare l'analisi storica come strumento per l'agire politico".
Giusto non strumentalizzare. Ma giusto anche chiedersi perchè per tanti anni il silenzio l'ha fatta da padrone...


Consoliamoci per una volta con quanto accaduto a Gubbio.
L'altro ieri, dopo le immancabili polemiche, almeno il minuto di silenzio, a Palazzo Pretorio, è stato approvato. Sette anni, in fondo, non sembrano passati invano...

2 commenti:

  1. 480 città d'Italia hanno onorato i Martiri , infoibati, annegati, fucilati, dispersi
    in Istria, Fiume e Dalmazia
    in tempo di guerra ed in tempo di pace
    Un sentito ringraziamento a tutte le Amministrazioni che hanno onorato i Caduti delle Foibe


    “Le radici profonde non gelano” (J.R.R. Tolkien).

    Il Passato vive sempre, purchè anche uno solo lo ricordi


    "Solo i Morti hanno il diritto di perdonare.
    I vivi hanno il dovere di non dimenticare"
    (David Ben Gurion)


    “M’hanno chiesto: perchè piangi?
    Poichè non avrebbero compreso il mio pianto,
    ho risposto:
    nessuno piange.
    L’Esule è ovunque solo”.
    (Lamennais)


    Da: la piccola "Vedetta d'Italia" del 1950
    "le idee non si strozzano
    ed anzi dal patibolo risorgono,
    terribilmente feconde".

    Non dimentichiamo le centinaia di Caduti al Bus de la Lum (Belluno)

    Nessuno muore mai del tutto
    finchè ne venga conservato il Ricordo

    RispondiElimina
  2. Guys, subsequent time you buy the capsule, request
    your companions when they require 1. This should double up the
    sale of the anti-impotence medicine Cialis.
    A current obtaining implies the erectile dysfunction
    tablet that has pepped up the sexual daily life of gentlemen is proving
    to generally be successful in the event of women of all ages suffering from the
    sexual disinterest. The study underlines which the medicine works for ladies around it does
    in the event of adult males if not much more.

    my web-site ... click here.

    RispondiElimina