Una tavola ben
apparecchiata ma ancora senza menù. E' come appare oggi il sistema
istituzionale che sovrintende alla Festa dei Ceri.
Il 2012 e' stato un anno
molto difficile, nel quale i problemi "storici" non sono stati
risolti (basta riguardarsi le immagini dell'epilogo dei ceri mezzani per vedere
che tutto e' come se non peggio di prima) e anzi se ne sono aggiunti altri
(candidatura UNESCO andata in fumo almeno per il 2013). Senza che
ancora si sia capito come "utilizzare" al meglio la meritoria legge regionale
che riconosce finalmente alla Festa dei Ceri un ruolo di unicum nel panorama
del folclore umbro.
Forse e' proprio questa
una delle poche note liete da conservare del 2012, insieme alle celebrazioni
svoltesi un anno fa per l'eccezionale presenza delle Reliquie di S.Antonio
abate in città.
Per il resto, una serie di incontri, riunioni, vertici (chiamateli come volete) tra Comune, Università Muratori, famiglie ceraiole, "Maggio Eugubino" e Diocesi, dai quali non si e' andati oltre tante buone intenzioni, al capitolo "varie ed eventuali". Al di la' dell'ordinaria amministrazione - che e' già qualcosa - nessun segnale che dimostrasse la volonta' di un agire comune, per lasciarsi alle spalle le piccole "dispute di bottega", che spesso nascondono, purtroppo, divisioni e antagonismi. E soprattutto niente menù, cioe' programmazione, visione di lungo periodo.
Per il resto, una serie di incontri, riunioni, vertici (chiamateli come volete) tra Comune, Università Muratori, famiglie ceraiole, "Maggio Eugubino" e Diocesi, dai quali non si e' andati oltre tante buone intenzioni, al capitolo "varie ed eventuali". Al di la' dell'ordinaria amministrazione - che e' già qualcosa - nessun segnale che dimostrasse la volonta' di un agire comune, per lasciarsi alle spalle le piccole "dispute di bottega", che spesso nascondono, purtroppo, divisioni e antagonismi. E soprattutto niente menù, cioe' programmazione, visione di lungo periodo.
E' sintomatico ad esempio
come la vicenda dell'addio dei Francescani alla Basilica di S.Ubaldo -
paventata gia' da tempo - non sia
stata affrontata per tempo e unitamente dalle componenti ceraiole, ma si e'
assistito a qualche tentativo isolato ed estemporaneo, quando i
"giochi" erano fatti.
Un momento della cerimonia in Basilica domenica scorsa (foto Press news) |
Il problema non e' la
soluzione che alla fine ha trovato giustamente il
Vescovo, con una nomina interna alla Diocesi sicuramente piu' affidabile di
qualche ipotesi estemporanea. Il problema e' il sistema (il menu') che e'
mancato proprio intorno al tavolo "istituzionale", quel collante che
avrebbe dovuto rappresentare lo spirito di un'intera comunita', al posto del
bailamme che si e' creato, specchio di una confusione di ruoli e idee che al
momento caratterizzano il clima intorno al famoso tavolo.
Nessuno ha la bacchetta
magica, ma chi ha a cuore la Festa qualche interrogativo se lo pone: qual
e' il ruolo esatto delle famiglie ceraiole intorno al tavolo della Festa? Siamo
sicuri che qualcuno non pensi esistano soggetti di serie A e di serie B? A chi
spetta prendere la responsabilità di indicare e proporre scelte e decisioni per
il futuro? Se non esiste un Ente Ceri (che mai si e' voluto seriamente
considerare nelle sue potenzialità), perché il "tavolo istituzionale"
e' rimasto finora un luogo di incontro senza alcun reale potere decisionale?
La buona volonta' non e'
mancata, anche in organismi (come l'Universita') che hanno avviato un positivo
e importante processo di rinnovamento generazionale. Serve pero' un cambio di
marcia da parte di tutti.
Il ruolo dei Santantoniari
e' stato sempre estraneo a qualsiasi diatriba e anche a logiche di "sponde
opposte" che poco hanno a che fare con la Festa dei Ceri. Altresi' proprio
dai Santantoniari spesso sono giunti spunti, proposte e suggerimenti,
condivisibili o meno, ma sempre in chiave costruttiva, per il bene della Festa.
Anche il nuovo Statuto della Famiglia dei Santantoniari - e la riconosciuta
legittimita' ad adoperarsi per la tutela della Festa - dovrebbero fungere da
stimolo per tutte le componenti di questo tavolo. Per darsi un menù per i
prossimi anni (e non parliamo di coratella ne' di penne in vaschetta).
L'auspicio e' che si ritrovi davvero unita' di intenti, chiarezza e soprattutto
che il "tavolo" venga arricchito di operatività, proposte concrete e
progetti per tutelare e far crescere la Festa e la città.
GMA
Da "Il Ceraiolo Santantoniaro" - gennaio 2013
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