L'autogol di Galabinov al 1': già si doveva capire che non sarebbe stata giornata... (foto M.Signoretti) |
E se la gara di andata, tra Perugia e Gubbio, non
aveva dato adito ad alcuna analogia – gara piatta, un classico delle sfide
sentite, sbloccata da un episodio e capitalizzata nella ripresa – questo
Gubbio-Perugia match di ritorno offre più di un’ispirazione per tornare
indietro di 25 anni e ricordare la sfide che furono.
A
cominciare dalla pioggia, grande protagonista nell’87, e anche domenica tornata a
condizionare soprattutto l’ultima mezz’ora di gara, finendo per appesantire il
campo e le gambe dei giocatori, che già nei primi 45’ avevano speso tantissimo.
La curva del derby nell'ottobre 1987 (c'ero anch'io...) |
Più
che analogia, una differenza siderale è quella del contorno: i 7.000 spettatori
dell’ottobre 1987 sono un pallido ricordo del calcio che fu, lontano anni luce
dalle pay per view, dal touch screen sull’i-phone, dai tornelli, dalla tessera
del tifoso. I 3.000 di ieri, nell’era dell’euro, valgono più della metà del calore
profuso, ma forse qualcosa in più sul fronte della coreografia ci si poteva
attendere. La crisi evidentemente ci mette lo zampino, speriamo che non finisca
per annebbiare anche la passione.
Il derby dell'ottobre 1987, sotto una pioggia battente |
E
poi la partita, che non è finita come 25 anni fa, quando Giovannico a 5’ dalla
fine incornò di testa su cross di Cocciari il gol dell’1-1 finale, al termine
di una gara giocata ai limiti della regolarità, su un campo risaia, e portata
al termine dall’arbitro Chiesa di Livorno solo per esigenze di schedina
Totocalcio.
Stavolta
l’inzuccata in zona Cesarini, firmata Baccolo, non è bastata a raddrizzare una
partita che il Gubbio ha cercato affannosamente di recuperare, finendo naufrago
dei suoi stessi difetti, primo fra tutti la difficoltà ad andare a rete.
La terna arbitrale con i due capitani (foto M.Signoretti) |
Un’ultima
analogia, però consentitela: si chiama Ghersini di Genova, che non ha saputo
rompere del tutto la tradizione di arbitraggi poco felici cui il Gubbio si è
dovuto adeguare ai tempi di Landi. E così dopo il penalty negato da Chiesa in
quel derby d’andata 1987, su mani di Gori, dopo la contestatissima direzione di
Manfredini di Modena nel derby di ritorno febbraio 88, con due espulsi, l’entrata killer su
Morbiducci e il rigore con volo "d’angelo" di Livio, anche il fischietto genovese ha
voluto segnare qualche tacca dalla sua: ad esempio la punizione dell’1-0
fulmineo, generosamente accordata su un innocuo spalla a spalla Palermo-Politano. Lo
stesso penalty, ingenuamente procurato da Briganti, è parso interpretazione
fiscale pro-Perugia. Per non parlare infine della punizione cercata e trovata
astutamente da Tozzi Borsoi su un Baccolo che ha fatto di tutto per evitare il
contrasto, finalizzata con l’eurogol sontuoso di Rantier.
Episodi,
si dirà. Episodi che hanno scritto il 3-2 di questa sfida. L’appuntamento
è per la prossima puntata. La sensazione è che non sarà necessario attendere
altri 25 anni…
Dalla rubrica "Il Rosso e il Blu" di lunedì 21.1.13
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