Giannino a Perugia (foto Umbria 24) |
Oscar Giannino arriva all'hotel Gio Jazz di
Perugia, colmo ben oltre le aspettative, ed entra, cappotto appoggiato
sull'avambraccio sinistro e valigia di lavoro imbracciata con il destro. Come a dire, qui non c'è bisogno di portaborse...
Look
meno eccentrico del solito, se si eccettua un paio di scarpe affilate ed
esuberanti, che spiccano ai piedi di un doppio petto avana con cravatta arancio (ma abbiamo visto gessati a tinte più accese). Avanza con un sorriso appena accennato. La camminata e' risoluta
anche se non spedita, complice un atavico problema fisico per il quale e' stato
costretto anche a camminare col bastone (come confiderà più tardi durante un
caffè davanti ad una platea più ristretta ma sempre molto attenta).
Le idee pero',
quelle, non danno alcuna sensazione di zoppicare. E bastano le prime frasi e i
primi applausi, per accorgersene.
Oscar Giannino non ha bisogno di un identikit di presentazione. Tra i massimi esperti di economia, e' giornalista di lungo corso (consulente e docente universitario) sui temi della finanza e può districarsi come pochi nella giungla di numeri che spesso vengono sbandierati in modo improprio e approssimativo da molti aspiranti leader. Che li trovano magari scarabocchiati su brogliacci e appunti senza conoscerne a fondo il significato. La sensazione, con Giannino, e' invece di assistere ad una lezione di Economia pubblica (senza per altro il timore di dover essere poi interrogati).
A colpire di Oscar
Giannino e della sua scommessa politica intitolata "Fare per fermare il
declino" non e' solo la chiarezza del programma - sintetizzato in 10 punti
e che non starò qui a ripetere (anche perché basta consultare il sito di "Fare")
- ma la lucidità con la quale dipinge il quadro economico del Paese e l'energia
con la quale spiega le motivazioni che lo hanno spinto a "scendere in campo".
Anzi Giannino rifugge la definizione storicamente "berlusconiana",
ne' si accoda al "salire in politica" di più recente coniazione (Monti): "Qui non si tratta di salire o di scendere, ma di mettersi in
discussione, rimboccassi le maniche e darsi da fare per il nostro Paese. Che
nonostante quello che ci viene raccontato negli ultimi giorni, continua ad
essere in una situazione tragica. Un terzo della nostra produzione si e'
volatilizzato nel giro di 6 anni. E' come se avessimo perso una guerra ed ora,
senza risorse, dovessimo cominciare a ricostruire il Paese".
Oscar Giannino non ha bisogno di un identikit di presentazione. Tra i massimi esperti di economia, e' giornalista di lungo corso (consulente e docente universitario) sui temi della finanza e può districarsi come pochi nella giungla di numeri che spesso vengono sbandierati in modo improprio e approssimativo da molti aspiranti leader. Che li trovano magari scarabocchiati su brogliacci e appunti senza conoscerne a fondo il significato. La sensazione, con Giannino, e' invece di assistere ad una lezione di Economia pubblica (senza per altro il timore di dover essere poi interrogati).
Il Giò Jazz di Perugia gremito per ascoltare Giannino |
Queste solo alcune
delle battute che ho raccolto in un'intervista a tu per tu che senza alcun
problema ha concesso a fine incontro - con la felice mediazione di Eugenio Guarducci, patron di "Eurochocolate" e capolista alla Camera per il movimento "Fare". Intervista che, par condicio permettendo, andrà in
onda giovedì prossimo su Trg ( a scanso di problemi, la linkero' a breve su questo
post).
Giannino si rammarica "di aver perso troppo tempo, lo scorso anno, prima di lanciare la sfida". Che diventerà movimento politico subito dopo le elezioni "qualunque sia il risultato finale. Il nostro lavoro comincerà il giorno dopo il voto, se saremo in Parlamemto o se resteremo fuori, romperemo le scatole a chi avra' le chiavi del Paese".
Rompere le scatole: non con il fare "grillino", fatto soprattutto di rancore scandalistico (assolutamente comprensibile ma forse poco costruttivo). "Voglio stanare i nostri competitori elettorali sui temi, sui numeri, che non vedo negli altri programmi, sulle questioni, sui progetti per risolvere i problemi di imprese e famiglie. In Italia oggi ci sono imprenditori che si suicidano, e questo non può essere il prezzo da pagare per risanare il debito pubblico".
Il continuo ricorso ai dati e alle statistiche, nel monologo di Giannino, e' quasi assillante ma emblematico della straordinaria preparazione dell' ex direttore di "Libero Mercato". Talvolta si scusa pure per l'eccesso di riferimenti tecnici, o se la cava con un "non voglio tediarvi con una esposizione accademica", ma e' certo che la conoscenza della "patologia" del Belpaese gli e' propria come a pochi altri.
E allora qualche battuta in anteprima dall'intervista realizzata per "Link".
"Capisco che anche il cristianesimo ha avuto bisogno di martiri e forse il fatto di andare da soli con la nostra lista potrebbe apparire qualcosa di simile. Ma se si analizza il quadro politico generale, si capisce perché".
"Il centrodestra non può essere affidabile finché sarà in campo Berlusconi. Per capire cosa vuol dire, dovreste chiedere agli imprenditori che fanno export che cosa sono costretti a sentire quando dicono che sono italiani, grazie a Berlusconi".
"Il centrosinistra non può risollevare il Paese dato che ha già preannunciato l'introduzione di una patrimoniale che andrà certamente a deprimere imprese e famiglie più di quanto non abbia già fatto Monti".
"Monti e la sua lista sono addirittura una delusione più cocente rispetto agli alti due schieramenti: se e' vero infatti che centrodestra e centrosinistra altro non sono che due facce di una stessa politica di Finanza pubblica, che ha platealmente fallito in questi 20 anni, e' altrettanto vero che le ricette del prof.Monti hanno affossato ulteriormente la nostra impresa. Il debito pubblico netto nel 2012 e' cresciuto più che nel 2011 e dunque anche quando questi signori parlano di risanamento ci vorrebbe qualcuno in grado di controbattere. A Monti contesto di non aver inserito una sola cifra nel suo programma, di aver imbarcato vecchi politici, come Fini, e di non essere immune da certo vizi della vecchia politica".
Giannino infatti ha rivelato di essere stato contattato da tutti gli schieramenti che gli hanno offerto un seggio sicuro. Tutti, compresa la lista Monti. "Ma io non mi faccio comprare". Nel caso della lista centrista ci sono stati dei veti, rivela ancora Giannino: "Qualcuno voleva restare con la mani libere ma ricordate, ha ammonito, se i politici vogliono restare con le mani libere e' solo per metterle nelle tasche dei cittadini come avvenuto indistintamente con ognuno di questi schieramenti nell'ultimo ventennio".
Quanto ai numeri, quelli li snocciola con proprietà e cognizione disarmanti (per i suoi avversari e per la situazione oggettiva del Paese).
Per un attimo immagino a quale figura barbina rischierebbero di esporsi gli ipotetici competitors di Oscar Giannino in un confronto televisivo su temi economici...
Non manca la verve, neppure il carisma, all'ex direttore di "Libero Mercato". E nemmeno il coraggio e la capacita di guardare lontano: "Noi cominceremo a lavorare subito dopo il voto, anche perché tutto mi lascia pensare che il possibile pareggio al Senato renderà l'Italia ingovernabile e si potrebbe tornare a votare presto. Magari con la presenza di un Renzi che per il Pd ha rappresentato l'occasione di un grande rinnovamento mancato. Se avessero evitato le liste chiuse, avrebbe vinto le Primarie. Confesso che ci fosse stato Renzi, avrei potuto affiancarlo...".
Non manca l'audacia ad Oscar Giannino. E neppure l'orizzonte di vedute sufficientemente lontano.
Forse manca in partenza uno "zoccolo duro" di voti e la certezza di scavalcare la barriera del 4% alla Camera e dell'8% al Senato per entrare in Parlamento. "Ma statene certi - rassicura - non ci tireremo indietro di fronte a temi e confronti che, chiunque vincerà , non potrà evitare almeno con noi".
In una campagna elettorale finora condita prevalentemente da slogan e show, non è poco...
Giannino si rammarica "di aver perso troppo tempo, lo scorso anno, prima di lanciare la sfida". Che diventerà movimento politico subito dopo le elezioni "qualunque sia il risultato finale. Il nostro lavoro comincerà il giorno dopo il voto, se saremo in Parlamemto o se resteremo fuori, romperemo le scatole a chi avra' le chiavi del Paese".
Rompere le scatole: non con il fare "grillino", fatto soprattutto di rancore scandalistico (assolutamente comprensibile ma forse poco costruttivo). "Voglio stanare i nostri competitori elettorali sui temi, sui numeri, che non vedo negli altri programmi, sulle questioni, sui progetti per risolvere i problemi di imprese e famiglie. In Italia oggi ci sono imprenditori che si suicidano, e questo non può essere il prezzo da pagare per risanare il debito pubblico".
Il continuo ricorso ai dati e alle statistiche, nel monologo di Giannino, e' quasi assillante ma emblematico della straordinaria preparazione dell' ex direttore di "Libero Mercato". Talvolta si scusa pure per l'eccesso di riferimenti tecnici, o se la cava con un "non voglio tediarvi con una esposizione accademica", ma e' certo che la conoscenza della "patologia" del Belpaese gli e' propria come a pochi altri.
E allora qualche battuta in anteprima dall'intervista realizzata per "Link".
"Capisco che anche il cristianesimo ha avuto bisogno di martiri e forse il fatto di andare da soli con la nostra lista potrebbe apparire qualcosa di simile. Ma se si analizza il quadro politico generale, si capisce perché".
"Il centrodestra non può essere affidabile finché sarà in campo Berlusconi. Per capire cosa vuol dire, dovreste chiedere agli imprenditori che fanno export che cosa sono costretti a sentire quando dicono che sono italiani, grazie a Berlusconi".
"Il centrosinistra non può risollevare il Paese dato che ha già preannunciato l'introduzione di una patrimoniale che andrà certamente a deprimere imprese e famiglie più di quanto non abbia già fatto Monti".
"Monti e la sua lista sono addirittura una delusione più cocente rispetto agli alti due schieramenti: se e' vero infatti che centrodestra e centrosinistra altro non sono che due facce di una stessa politica di Finanza pubblica, che ha platealmente fallito in questi 20 anni, e' altrettanto vero che le ricette del prof.Monti hanno affossato ulteriormente la nostra impresa. Il debito pubblico netto nel 2012 e' cresciuto più che nel 2011 e dunque anche quando questi signori parlano di risanamento ci vorrebbe qualcuno in grado di controbattere. A Monti contesto di non aver inserito una sola cifra nel suo programma, di aver imbarcato vecchi politici, come Fini, e di non essere immune da certo vizi della vecchia politica".
Giannino infatti ha rivelato di essere stato contattato da tutti gli schieramenti che gli hanno offerto un seggio sicuro. Tutti, compresa la lista Monti. "Ma io non mi faccio comprare". Nel caso della lista centrista ci sono stati dei veti, rivela ancora Giannino: "Qualcuno voleva restare con la mani libere ma ricordate, ha ammonito, se i politici vogliono restare con le mani libere e' solo per metterle nelle tasche dei cittadini come avvenuto indistintamente con ognuno di questi schieramenti nell'ultimo ventennio".
Quanto ai numeri, quelli li snocciola con proprietà e cognizione disarmanti (per i suoi avversari e per la situazione oggettiva del Paese).
Per un attimo immagino a quale figura barbina rischierebbero di esporsi gli ipotetici competitors di Oscar Giannino in un confronto televisivo su temi economici...
Non manca la verve, neppure il carisma, all'ex direttore di "Libero Mercato". E nemmeno il coraggio e la capacita di guardare lontano: "Noi cominceremo a lavorare subito dopo il voto, anche perché tutto mi lascia pensare che il possibile pareggio al Senato renderà l'Italia ingovernabile e si potrebbe tornare a votare presto. Magari con la presenza di un Renzi che per il Pd ha rappresentato l'occasione di un grande rinnovamento mancato. Se avessero evitato le liste chiuse, avrebbe vinto le Primarie. Confesso che ci fosse stato Renzi, avrei potuto affiancarlo...".
Non manca l'audacia ad Oscar Giannino. E neppure l'orizzonte di vedute sufficientemente lontano.
Forse manca in partenza uno "zoccolo duro" di voti e la certezza di scavalcare la barriera del 4% alla Camera e dell'8% al Senato per entrare in Parlamento. "Ma statene certi - rassicura - non ci tireremo indietro di fronte a temi e confronti che, chiunque vincerà , non potrà evitare almeno con noi".
In una campagna elettorale finora condita prevalentemente da slogan e show, non è poco...
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