Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

mercoledì 20 marzo 2013

L'ultima omelia di "Don Matteo" recita: "Pecunia non olet"... Ma qualcuno dovrà risponderne...

Ormai c'e' rimasto solo da sperare in Papa Francesco.
Perfino "Don Matteo" - o meglio la Lux Vide, casa di produzione della fortunata fiction interpretata da Terence Hill - ha visto bene di battere cassa. "Pecunia non olet", potrebbe aver detto nella sua ultima "omelia" a Gubbio. E mai massima appare piu' appropriata visto che il "luogo del delitto" ha le sembianze della citta' dell'olio umbro. 
Se fino all'altro ieri la dinasty dei Bernabei non perdeva occasione per sciorinare frasi del tipo "Non c'e Don Matteo senza Gubbio", la realtà di oggi e' che il prete detective e' stato trasferito. Come un giocatore di calcio di una qualsiasi squadra di provincia. Non sappiamo cosa s'inventeranno nella sceneggiatura visto che per quasi 15 anni a Gubbio sembrava ci fosse un omicidio ogni mezz'ora. Siamo certi pero' che verra' meno un attore principale, non una semplice comparsa della fiction. 

Non ci sarà Gubbio, non ci sarà quella presenza silenziosa ma possente, deliziosa e al tempo stesso ricorrente e quasi martellante nel suo fascino amplificato da scorci e inquadrature formidabili.

M'immagino un poster con Don Matteo in bici di fronte al Duomo spoletino. Praticamente come vedere John Wayne cavalcare in autostrada. 


Senza Gubbio non sarà lo stesso "Don Matteo", e non ce ne voglia il sindaco della Città dei Due Mondi, Benedetti - cognome quasi beffardo in queste ore agli occhi degli eugubini. E' destino che Spoleto rifili brutti scherzi alla nostra città e in particolare a questa amministrazione. Aveva iniziato uno spoletino, tale Calvani, novello Dulcamara, a piazzare il flop di Morricone appena 18 mesi fa. Ora non e' solo una " sola" ma un vera e propria voragine quella che va materializzarsi con la dipartita di "Don Matteo".

Servirà chiarezza su questa vicenda, come su altre che appannate contraddistinguono gli ultimi mesi di questa "martoriata" amministrazione (il cui silenzio nella giornata odierna e' di difficile traduzione). Una chiarezza dettagliata perche' se da un lato "Don Matteo" potrebbe l'ultimo decisivo scossone per la Giunta Guerrini - a rischio per molto meno - e' la citta' tutta che ha diritto ad una spiegazione che non sia di circostanza. 


Da parte di tutti i protagonisti della vicenda. A partire, ovviamente, da un governo cittadino che sembra riflettere l'immagine di quell'idraulico di uno spot anni Ottanta, che correva in lungo e in largo per tappare le falle di un tubo. E più ne chiudeva, più se ne aprivano. Finche' l'acqua non gli e' uscita dalle orecchie. E lui, girandosi il naso, ha chiuso il rubinetto. Ma non dovrà essere solo Palazzo Pretorio a spiegare. 
Perché in questi 15 anni di lavoro proficuo - e successi di audience e consensi - la Lux Vide ha piantato placidamente le proprie tende a Gubbio trovando una comunita' sempre pronta a tutto pur di assecondare al meglio i desiderata di ogni ciak. 
E come Gubbio non era un semplice sfondo di uno sceneggiato di successo, anche "Don Matteo" era qualcosa in più che una semplice produzione, ormai per gli Eugubini.
Sara' curata a fatica la pustola amara di questa vicenda. Il prezzo rischia di rivelarsi alquanto salato: per le strutture ricettive, per l'amministrazione eugubina, per la città. E la ferita non potrà rimarginarsi facilmente. 

I fratelli Bernabei, patron della Lux Vide
Ma fateci dire una cosa. In tanti escono male da questa storia. Chi esce peggio pero' sono da un lato la Lux Vide, che dopo 15 anni di soggiorno sempre abbondantemente supportato da una cittadinanza e da istituzioni iper-sensibili ad ogni capriccio della produzione (con tanto di premio "Bandiera di Gubbio" qualche anno fa, che per altro nessuno dei patron della società romana è venuto a ritirare), se l'e' cavata con una e-mail titubante, arrivata per altro solo dopo l'uscita delle prime notizie da Spoleto. Un silenzio imbarazzato e certamente ambiguo, seguito poi da una dichiarazione Ansa tardiva e quasi irridente, che tronca un rapporto non solo con una serie di interlocutori, ma con una intera comunita', liquidandola alla stregua di una badante in nero. Mi chiedo quale accoglienza dovesse ricevere una troupe di questa produzione anche dovesse girare un solo minuto per la nona serie all'ombra del Campanone...


Il prossimo prevedibile sfondo
di "Don Matteo 9"
Non ne esce granchè neanche la città di Spoleto, nelle figure dell'amministrazione (targata Pd, e dunque stesso colore di quella eugubina, tanto per confermare che dentro la balena bianca del XXI secolo i lunghi coltelli le "sciacallaggini" abbondano) e dei fautori dell'operazione, che certo hanno curato i propri interessi. Ma lo hanno fatto in totale spregio di quello che poteva essere il contraccolpo su un'altra realtà della stessa regione.
Se ormai la tutela delle economie locali deve tradursi in un "tutti contro tutti" all'insegna dell'antico "a la guerre com a la guerre", allora tanto vale chiudere i conti con "Don Matteo" e cominciare a mobilitarsi per stuzzicare l'entourage del Festival dei Due Mondi... 

1 commento:

  1. Da facebook -

    Restare la città di Don Matteo o no?
    Dopo le prime reazioni emotivamente forti … la domanda giusta da porsi è e Adesso?
    Adesso a poco portano le polemiche o le sterili accuse gli uni agli altri in un momento economico come l’attuale non possiamo permetterci, la troppe volte usata “ alzata di spalle”.
    Il messaggio della città nelle sue varie componenti è stato “ non ci rassegniamo”!!!
    Che spero non significhi dichiarare guerra , ma far si che Gubbio resti “ La città di Don Matteo”
    Come ? semplicemente con un immediato e fattibile piano di marketing , abbiamo due grandi vantaggi rispetto agli altri : 9 serie della Fiction sono state ambientate a Gubbio , Don Matteo per il pubblico si identifica con la nostra città… prima che in tv si possano vedere immagini di altre location passeranno almeno sei mesi , questo è il tempo che abbiamo per fissare Gubbio “patria di Don Matteo” per far si che avvenga questo c’è bisogno delle idee di tutti e azioni immediate.
    Ad esempio ristampare la pubblicazione i “ luoghi di Don Matteo “e iniziare ad inviarla a travel leader , creare una segnaletica ad hoc in città , se ogni struttura ricettiva uscisse immediatamente con un soggiorno dedicato a Don Matteo raggiungeremmo un target molto ampio, raccogliere le tante e bellissime immagini che si vedono a volte incentrate sulla Fiction e crearci una mostra …. Queste alcune idee in pochi attimi di riflessione …
    Oppure decidiamo che Don Matteo a Gubbio ha fatto il suo tempo

    Cinzia Rosati

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