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sabato 9 marzo 2013

Ripensando a Gubbio-Prato... e ad una lunga storia di pali e traverse... segno del destino



La festa dopo Gubbio-Prato (maggio 2010)
Ci sono segnali che talvolta il destino, o quel che si suol chiamare dea bendata, inviano quasi a definire titolo e sottotitolo di una stagione. Quasi a chiosare fortune e disgrazie di un momento.
Vale nel calcio, come forse anche nella vita, quando si dice che le sventure non vengono mai da sole. Ma anche per i periodi positivi, in fondo, è un po’ così.
E una delle sfide più memorabili tra Gubbio e Prato rientrano nella casistica. Perché inquadrano, quasi come primo capitolo, quello che sarebbe diventato il biennio d’oro dei rossoblù.
E’ il 2 maggio del 2010. Il Gubbio ha appena rimesso piede in zona play off, grazie alla vittoria di Portomaggiore contro la Giacomense. Il big-match contro una diretta concorrente agli spareggi promozione si chiama Prato. Dopo il pari dell’andata, firmato da Perez, oggi al Pisa, con un’inzuccata sotto misura a pochi minuti dalla fine, su assist di Boisfer, i rossoblù di Torrente si giocano molte chance di accedere ai play off  contro i toscani allora allenati da Bellini. La gara sarà equilibrata e giocata sul filo del rasoio fino alla fine. Ma nel primo tempo il Prato coglie una doppia clamorosa traversa nell’arco della stessa azione di gioco: prima Ferrario, poi Basilico colpiscono il montante alle spalle di Lamanna, quasi stordito da tanta benevolenza. 
Marotta, gioia incontenibile
E nella ripresa, in quella stessa porta, e’ Alessandro Marotta a siglare il gol vittoria dagli 11 metri, con un tiro brutto, centrale, inguardabile, ma che finisce dentro. Ed è quello che conta.

E’ la vittoria che spalanca le porte dei play off. E quelle traverse avranno lo stesso sapore di quelle colpite un anno dopo da Emerson, oggi protagonista in maglia Livorno in serie B, quando con il Lumezzane, che in attacco aveva proprio Galabinov, bussò più volte dalle parti di Lamanna, trovando o la prontezza del portiere comasco o ancora una volta la traversa a negare la gioia del gol. 

La festa dopo Gubbio-Lumezzane (aprile 2011)
Una traversa amica, una dea Eupalla, come l’avrebbe definita Brera, complice di un altro miracolo.
Quella stessa traversa che ancora un anno dopo, sempre di questi tempi, mandò un messaggio esattamente opposto. Gubbio-Vicenza la prima di Apolloni in casa: sull’1-1 prima Almici e poi Graffiedi colgono clamorosamente il legno nella stessa esecuzione da fermo, e sul terzo tentativo Cottafava spedisce alle stelle.

Gubbio e Vicenza schierate a metà campo (marzo 2012)
Un altro segnale. Che il campionato da qualche parte aveva già una sentenza scritta.
E allora, in attesa di un’altra sfida delicata con il Prato, prendiamo per buono il fuorigioco segnalato al 92’ al Barletta: chissà in quanti stadi del sud e quanti altri assistenti di linea avrebbero alzato la bandierina su quella stessa azione e in mezzo alla bolgia del Puggilli… 
Chissà che non sia anche questo un altro felice segnale…

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