E' stata una settimana da lupi. Si dice del tempo, talvolta. Per indicare un meteo insopportabile.
Stavolta e' la cronaca a farla da padrona e ancora una volta e' Perugia la capitale della nera.
Quanto accaduto al Broletto - al di fuori della specificità del caso, delle turbe psichiche del triste protagonista, del dramma che condisce la sorte delle vittime (una delle quali precaria a 47 anni e in quell'ufficio praticamente da un mese) delle responsabilità che dovranno esse accertate ( di chi ad esempio ha consentito ad un soggetto sottoposto a Tso di girare con un'arma - chiama in causa un clima che da mesi circonda la nostra quotidianità. Il tutti contro tutti proclamato, il caos sociale paventato, l'odio indistinto verso intere categorie, l'astiosa conflittualità che diventa quasi strumento identitario.
E ancora oggi c'e chi dalle colonne di un quotidiano straniero ventilava che l'Italia potrebbe ritrovarsi in piazza a fare barricate. In questo contesto pare quasi inevitabile che chi viaggia sul sottile spago dell'instabilità psichica si ritrovi a commettere una sciocchezza o come nel caso di Perugia, a provocare una tragedia. Covando nel proprio io un senso di ingiustizia che non puo' tollerare e che ha il bisogno epidermico di sfogare su qualcuno. La tragedia del Broletto e' drammatica per le sue vittime e per i familiari colpiti. Ma lascia anche un'angosciante scia di incertezza sul futuro. Quanti Zampi ci sono in giro a rischio emulazione?
I lupi, evocati da Grillo sul suo solito blog (torneremo ad occuparci dell'atmosfera evocata dalla rete e gravitante sulla politica di questi giorni), si aggirano anche al di fuori dell'arena politica. Ad esempio in Vaticano dove la prossima sarà la settimana incandescente del nuovo Pontefice ma dove in queste ore sia ha la sensazione che si stia combattendo una guerra sotterranea tra correnti (istintivamente volevo scrivere "bande", poi mi sono trattenuto) il cui esito capiremo solo al momento dell'uscita sul solenne balcone dell'imponente Basilica del successore di Benedetto XVI.
Se c' e' un lupo, un solo lupo, che in questi giorni ha invece meritato la simpatia e, perché no, il "tifo" dell'opinione pubblica e' Ezechiele. Lo hanno ribattezzato così, senza molto fantasia ma certamente con grandissima generosità, i suoi soccorritori. Sì perchè è stato trovato in fin di vita nelle colline di Boschetto, e' stato curato da un veterinario di Gualdo Tadino, ha ritrovato salute e vitalità, e da ieri pomeriggio e' tornato a grandi falcate a solcare i boschi dell'Appennino (nel link sottostante, il servizio tratto da TRG con le straordinarie immagini della sua liberazione).
http://www.trgmedia.it/playYouTube.aspx?id=4136
La natura ha fatto il suo corso. E' stato l'uomo a rischiare di comprometterlo. Con una banale, perfida, meschina polpetta avvelenata. Ma e' stato anche l'uomo a soccorrerlo e salvarlo, a riprenderlo dall'obiettivo di una telecamera o uno smartphone, a cibarlo, accompagnarlo in una cassa di legno non imperforabile (tant'è che il lupo l'ha demolita nel camioncino della Forestale) e a rilasciarlo nel suo habitat naturale.
Homo homini lupus, dicevano i latini ("l'uomo è il lupo dell'uomo"). L'antico adagio potrebbe calzare per la politica, o addirittura per il conclave in via di apertura.
Per fortuna, in un remoto bosco della sperduta Umbria, non e' stato così...
venerdì 8 marzo 2013
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Da facebook -
RispondiEliminaEzechiele, uno di noi! L'avevo già visto in streaming ieri sera e già avevo diffuso...un momento di tenerezza nella giornata di dramma, tra i blocchi metafisici di Aldo Rossi, dove anche io, come tanti, avrei potuto trovarmi; dove a volte sono andato ad incontrare il volto gentile e disponibile dell'amministrazione umbra, abituato alla diffuse indolenza e scortesia degli uffici romani...
Marco Signoretti
La vicenda l'ho seguita con molto interesse. Sperando che il branco lo riprenda con sè, il veterinario non ne era molto convinto!! Comunque a beccarli quelli che seminano queste esche avvelenate...
Arianna Angeli
Domenica mattina ho fotografato molte impronte sulle cime innevate del monte Penna fino al Serra Santa. Io sono uno "studioso" dei lupi che mi hanno sempre affascinato e credo di non sbagliare se affermo che quel lupo è un cosiddetto " lupo in dispersione", ovvero un lupo che per diversi motivi non fa più parte di un branco. Comunque, a parte questo purtroppo sono giunto alla conclusione che in questo mondo ormai i coglioni hanno preso nettamente il sopravvento, pertanto mi stupisce fino ad un certo punto che questi fatti avvengano. Ultima cosa...dare un nome ad un animale selvatico a mio avviso, equivale a svilirlo, invece quel meraviglioso animale con òli occhi più belli dell creato, merita di essere chiamato semplicemente Lupo...con tutto il rispetto che gli si deve! Corri Lupo corri!
Paolo Becchetti
Ancora da facebook (non tutti esultano alla notizia della liberazione di Ezechiele) -
RispondiEliminaGiulio Pannacci - le mie pecore rimaste vive, non vedono l ora di festeggiare il suo incontro
Caterina Fiorentini - hai proprio ragione hanno tutti compassione per Ezechiele ma non per le sue vittime