Diceva Indro Montanelli: "Quando inizia la caccia alle streghe, io sto con le streghe". L'Italia è il Paese che ha santificato la caccia alle streghe. E Montanelli ne è stato tra i più acuti osservatori, prima ancora che narratori.
L'ultimo bersaglio, fin troppo scontato, si chiama Sergio Marchionne, amministratore delegato (o se preferite, ceo) di Fiat. La sua intervista da Fabio Fazio a "Che tempo che fa?" - proprio nella settimana della bagarre sulla Rai e sullo stesso Fazio (soprattutto sui 2 milioni di euro che percepisce per questa trasmissione) - ha scatenato una bagarre di commenti e repliche polemiche: dai sindacati al Governo, dagli industriali fino ai cittadini comuni.
Dove finisca la critica alle parole di Marchionne e dove inizi la propaganda - ognuno per la sua parte e per i propri interessi - è francamente difficile stabilirlo.
Un filo comune però mette insieme i diversi punti di vista scaturiti dalle dichiarazioni del giorno dopo: nessuno si è soffermato sulle analisi e le valutazioni di Marchionne, ma - come ormai consueto nella politica di casa nostra - su singole frasi (la più eclatante "La Fiat farebbe meglio senza l'Italia") o singoli passaggi, sicuramente significativi, ma fin troppo restrittivi rispetto al volume di concetti espresso. E alle singole frasi si è replicato con gli slogan (altro costume diffusissimo nell'agone politico-istituzionale italico): "La Fiat senza lo Stato sarebbe affondata", "Marchionne parla come fosse a capo di una multinazionale" fino a chi ha fatto i conti in tasca all'ad di Fiat - come se dovessimo giudicare la qualità del programma di Fazio solo per il fatto che guadagna 2 milioni di euro per farlo.
Il problema - di questa vicenda ma più in generale dei dibattiti in corso nel nostro Paese, siano essi a Roma, Milano, come nei nostri piccoli borghi - è che si tende a giudicare le idee del prossimo non per quello che esprimono ma per il nome di chi le esprime.
Se le stesse cose le avesse dette un economista anglosassone sarebbe stato probabilmente applaudito da molti di coloro che il giorno dopo si sono scagliati - anima e corpo - su Marchionne.
(qui in basso la 1a parte della trasmissione)
http://www.youtube.com/watch?v=SfKCGqa68wY
Personalmente sono abituato ad ascoltare tutti. Anche quelli che - a pelle - mi sembrano lontani anni luce dal mio modo di pensare. E non perché sono investito da chissà quale virtù auditoria, ma perché penso che ci sia da imparare da tutti. Se si ha la lucidità di ascoltare, capire e discernere.
Se invece si parte dal presupposto che "tanto quello guadagna un tot al mese, non gliene frega niente degli altri, parla così perchè è un privilegiato" allora si parte già col piede sbagliato.
Cos'ha detto in fondo Marchionne di tanto scandaloso?
Che in Italia si parla e si fanno comizi su questioni che dovrebbero invece vedere tutti i soggetti coinvolti rimboccarsi le maniche e trovare un modus operandi comune in grado di "produrre di più" e "fare qualità". Che il futuro ma anche il presente parlano di altri Paesi che - volenti o nolenti - sono destinati a superarci inesorabilmente nei numeri e probabilmente anche nelle eccellenze che finora hanno contraddistinto il Belpaese.
Che la risposta a questa inesorabilità non può essere la difesa cieca ed estenuante di un sistema di rapporti ancorato a logiche di decenni fa - quando la concorrenza si batteva sia nei prodotti, che nei processi, che in mancanza di entrambi, nel cambio della lira. Ma la rivalutazione di quegli stessi rapporti in una logica di corresponsabilità delle parti.
Ognuno nel proprio piccolo, ognuno pensando che il luogo in cui si lavora, che l'azienda per cui si lavora, che l'attività in cui consiste il proprio lavoro, è un piccolo tassello di un enorme puzzle rispetto al quale ognuno ha la propria piccola grande fetta di responsabilità.
Se la colpa è sempre degli altri, se sono gli altri a dover fare il primo passo, se sono gli altri quelli che devono produrre lo sforzo, quelli da cui ci si aspetta la soluzione, quelli che "per lo stipendio che prendono dovrebbero salvare baracca e burattini".... allora difficilmente si andrà lontano.
Marchionne non è un "santone", intendiamoci. Ma in questi ultimi anni ha fatto qualcosa di importante per ridare slancio ad un gruppo che era ben al di là dell'orlo del baratro.
Oggi questa persona ha lanciato un segnale. Andrebbe colto. Analizzato, sgrossato di termini e aggettivi magari in qualche accezione anche eccessivi. Ma nella sua radice, è un monito e un consiglio di cui tutti dovremmo far tesoro. A cominciare dal mondo sindacale e dalla politica. Che invece - da destra a sinistra - sembrano proclamare la propria "verginità" rispetto alla necessità di dover dare tutti qualcosa in più.
L'Italia che ha costruito 50 anni fa quello che oggi è il nostro Paese non ha avuto problemi a sporcarsi le mani, a lavorare sodo, a dare anche più del massimo per costruirsi un futuro. Magari le condizioni erano diverse ma anche la mentalità dei nostri nonni e dei nostri padri era molto differente. Oggi siamo tutti un po' più imborghesiti ma anche impreparati, probabilmente, a stringere la cinghia.
Soprattutto se continueremo a rispondere solo con gli slogan... Come se dentro quello specchio in cui ci riflettiamo volessimo solo vedere ciò che ci fa più comodo...
In basso la seconda parte della trasmissione "Che tempo che fa?"
http://www.youtube.com/watch?v=ETPHg6Antus
martedì 26 ottobre 2010
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Difficile non rispondere con uno slogan..
RispondiEliminae francamente è difficile anche non soffermarsi sulle singole frasi, se quelle frasi sono: “l’Italia per i bilanci della FIAT è un peso” visto che tutti conosciamo il “non trascurabile” contributo che i conti della Fiat hanno ricevuto dall’Italia… oppure «il conto con lo Stato la Fiat l’ha RIPAGATO e non intende chiedere altri aiuti»
MA PER FAVORE! E.. questo conto...quando sarebbe stato ripagato? E in che modo? Spiegatemelo.. perché mi è sfuggito.. Ah.. forse la FIAT lo ha ripagato con le MIGLIAIA (?!) di posti nuovi di lavoro che ha creato negli ultimi anni!! Non prendeteci in giro…
E poi.. come vogliamo chiamarlo il fatto di pressare per ottenere nuovi incentivi per quell’auto a metano se non “chiedere Altri Aiuti”?? … ora non mi tirate fuori la scusa dell’incentivo all’auto ECOLOGICA!!!
Cosa ha risposto poi alla domanda se si preparava ad entrare in politica? “no.. continuerò a fare il metalmeccanico” ecco bravo! Continua a fare il metalmeccanico.. fino in fondo però… con lo stipendio di un metalmeccanico!!
Sono perfettamente d’accordo sulla necessità di dover dare tutti qualcosa in più e che ci si debba rimboccare le maniche.. però per favore.. non prendeteci in giro... gli Italiani hanno smesso da un bel po’ di tempo di girare con la valigia di cartone e la gallina sottobraccio.
Bhè Direttore, mi riferisco al commento che vedo: è fin troppo facile fare retorica. La realtà è un'altra: gli italiani senza la Fiat cosa avrebbero potuto fare? Forse di più e meglio ma senza la riprova dei fatti è difficile da dimostrare.
RispondiEliminaOggi bisogna togliersi dalla testa tutti e sottolineo tutti gli schemi, retaggi e sicurezze che hanno caratterizzato la nostra società che è figlia di quanto era possibile concedere sulla base di un'economia che tirava negli anni '80. Quello schema purtroppo non funziona più in particolare nelle economie marginali come la nostra dove se non è accompagnato nel modo giusto il rischio imprenditoriale il lavoro non solo diminuirà ma rischia di scomparire e quindi inevitabilmente ci porterà alla regressione.
Con i miglio saluti.
D.F.B.
Altri commenti da facebook -
RispondiEliminaLeonardo Clementi -
Se si ha la lucidità di ascoltare, capire e discernere. Manca questa serenità, siamo costantemente sotto pressione Direttore, parliamoci chiaro, non è la Fiat, è un po un sistema generalizzato, qui c'è chi HA che non DA e appare ricco e ris...pettato.c'è chi NON HA ma DA comunque perchè non può fare altrimenti. Una volta risolto questo piccolo impiccio potremo avere il tempo anche di essere sereni e risolvere i problemi tutti insieme.MAGARI! Ma chi ci dirige e governa conta su questo, non ci informa e ci fa stare belli comodi e stanchi a casa a guardare il teatrino.
Per ora sembra che il messaggio sia da una parte "frega anche te, tanto fregano tutti", dall'altra "si salvi chi può".
Io sono "ottimista" e credo che toccheremo presto il fondo, per dare finalmente un valore reale condiviso e concreto al lavoro che facciamo. A meno che non ci sia un DOPPIO FONDO, e allora si ricomincia.
Suggerisco un bel post su quelle che saranno le conseguenze dei vari inevitabili tagli per la nostra regione e il nostro comune, prima di cadere tutti dalle nuvole e invocare monosoluzioni (spesso chiuse nei cassetti da anni) e bacchette magiche luccicanti.
Federico Bagagli -
Direttore, direi proprio che siamo alla fine di un percorso che purtroppo ci ha portato fin qui in modo forse superiore a quelle che erano le nostre possibilità intese come sistema Italia. E' evidente che da ciò dobbiamo ripartire sapendo c...he il tonfo vero ancora non è arrivato in particolare in realtà marginali come le nostre. Nel merito di quanto asserito da Marchionne direi che ha sostanzialmente ragione ma due appunti vanno fatti: 1. Lui dov'era quando la FIAT si è divorata almeno il 10% di tutto il debito pubblico italiano? 2. Perchè non riconosce il diritto dei sindacati ad "incazzarsi" se poi a finanziare almeno in parte quel buco ci pensano gli operai con le loro tasse e non la Fiat con gli utili che sta conseguendo nel resto del mondo? E' evidente che però Marchionne su un punto ha ragione: l'Italia si deve rimboccare le maniche pensando a lavorare, equamente in modo che chi ha di più contribuisca a sorreggere chi ha di meno o addirittura chi non ha. La Fiat ha dato una sua ricetta, ma non è detto che sia l'unica.
Jean Monacelli -
direttore questo marchionne è un anti italiano e come italiano dico ....marchionni v ai affanculo un giorno non ci sarà più nessuno disposto a farsi sfruttare da questi porci capitalisti che non onorano neanche la loro patria.
Ancora commenti da fb -
RispondiEliminaRoberta Norgini - Le esternazioni di un metalmeccanico che guadagna solo quattrocento volte di pù di un metalmeccanico di razza inferiore è un magnifico segno dei tempi.....
Giuseppe Ferranti - Può anche aver ragione, ma quando la Fiat fino a poco tempo fa ha prodotto auto obrobriose come la Marea, la Palio, la Stilo, la 600, perdendo una larga fetta di mercato la colpa era dell'Italia oppure dei loro amministratori che producevano ca....?
Marco Fagioli - E' vero, forse le ultime produzioni della Fiat lasciavano a desiderare, ma molti lavoratori si sono dimenticati che il rapporto con l'imprenditore e' lavoro in cambio di denaro (in Italia ancora troppo poco, ma solo per colpa dello stato, a...ll'azienda un lavoratore costa il doppio del suo stipendio...), la bassa produttivita' e l'assenteismo sono una realta'(se uno va dal medico di base non ha nessun problema a farsi assegnare giorni di malattia, anche se gode di ottima salute), e le aziende non sono opere pie!
Le nostre aziende hanno concorrenti che fino qualche anno fa erano sconosciuti, paesi dove il costo del lavoro e' bassissimo e con un p.i.l. in continuo aumento, (come si fa a pensare che produrre qui o in Cina sia la stessa cosa...), quindi se vogliamo che i nostri imprenditori non scappino verso orizzonti lontani e piu' convenienti, i lavoratori e i sindacati dovrebbero essere un po' piu' flessibili alle esigenze degl'industriali, meglio avere un lavoro che potrebbe essere pagato meglio che non averlo per niente....!!
Il dibattito su facebook lanciato dalla mia riflessione si fa più serrato e interessante -
RispondiEliminaGiuseppe Ferranti - hai ragione sulla flessibilità dei sindacati anzi penso che invece di attaccare ancora gli industriali (i fatti dimostrano che senza di loro purtroppo molti lavoratori sono a spasso!!!meditate sindacati anche su questo)potrebbero organizzare delle cooperative di lavoratori che hanno perso il lavoro e cominciare delle attività industriali o artigianali senza aspettare con le mani in mano che qualcuno restituisca il lavoro; ho sempre avuto l'impressione che facciano solo "chiacchiere"!!
Leonardo Clementi - cito Marco "...meglio avere un lavoro che potrebbe essere pagato meglio che non averlo per niente....!!" quello che dice marco sul finale è purtroppo proprio il messaggio che passa da queste vicende, non solo fiat. la cina comunque è svegli...a e si riorganizza presto c'è poco da aspettare.la crisi (o la precrisi) è stato un bel paravento per molti che si sono liberati di lacci e laccetti in barba a famiglie, lavoro e tasse.
per me l'imprenditore deve avere un unico scopo:creare lavoro scommettendo i propri soldi e il proprio tempo traendone i giusti profitti. Quelli che arrivano sorridono stanno un po' e poi se ne vanno spesso sono dei meri speculatori non certo imprenditori. Anche a me piacerebbe avere qualcuno che mi aiuta nella mia IMPRESA e so bene che questo mi costerebbe il doppio di quello che gli darei volentieri.perchè non lo faccio?perchè lo stesso mercato non mi permette di ottenere da voi committenti ciò che vi chiedo come giusto prezzo.voi decidete che anche se il prezzo del mio lavoro è 3, valutate che mi deve andare bene 2, (il guadagno fuori tasse ovviamente alla fine è poco più di 1) prendere o lasciare. e non mi dite libero mercato (è un suk !) o colpa di bersani.qui non c'è alcun rispetto per il lavoro, ma anzi diffuso qualunquismo, denigrazione e ricatti.
Sergio Rossi - Per flessibilità dei sindacati s'intende tornare a farsi INC...RE con qualcosa di meno rigido?
Beh, comunque la si veda, almeno un po' di sano e salutare confronto, senza peli sulla lingua, l'abbiamo stimolato. Il fatto è che le parole di Marchionne suonano come critica ma anche autocritica del sistema Italia. Magari pronunciata con l'aria un po' snob del mega-dirigente di fantozziana memoria, ma il pugno sullo stomaco qualche volta fa anche bene.
RispondiEliminaNon credo ci sia bisogno che la gente lavori per 18 ore al giorno (sono della teoria che un pizzico di salutare otium ogni tanto rigenera quella mente preziosa che poi ci serve per lavorare bene le doverose 8 ore, e se serve anche 9 o 10, quotidiane).
Però l'idea di "cambiare marcia", di spostare quella mentalità del "tanto tutto s'aggiusta" su altri parametri, non può che essere condivisibile. Il barometro ormai segna tempesta e anche se non c'era bisogno di qualcuno che ce lo dicesse, nessuno lo ha fatto prima con altrettanta nettezza.
Magari in modo antipatico come Marchionne (che però non ha bisogno di scatenare appeal, anche perchè ha detto che non vuole mettersi in politica).
Il problema ora è un altro: abbiamo una classe dirigente, soprattutto politica, sufficientemente in grado di recepire questi messaggi? E di tradurli in un concreto "cambio di marcia"?
Lasciamo stare che a lanciarli sia stato Marchionne. Se l'allarme è giusitificato, a chi affidare il timone della "nave" per invertire la rotta? Il problema forse è proprio questo. Parafrasando l'indimenticato Luigi Allegrucci, alias "Guerciolo", quando qualcuno gli segnalava il suo scarso fascino, replicava ironico:
"Sarà, ma io di Adoni non ne vedo...".
GMA
Ancora da facebook -
RispondiEliminaCiao Giacomo, tengo a farti i complimenti per l'articolo su Marchionne, meriterebbe l'editoriale del Corriere della sera. Domenica per caso ho ascoltato tutto il discorso di Marchionne. Premettendo che non capisco nulla di economia e di strategie di mercato ,sono comunque rimasto affascinato da un discorso ampio ,intellettualmente onesto senza slogan o ipocrisia ma con un realismo e concretezza di un grandissimo dirigente; quindi per questo nel mio piccolo ho sposato il progetto di Marchionne (ovviamente per me è facile parlare non essendo operaio fiat e quindi osservare dall'esterno),ma il giorno dopo ,mentre andavo a Perugia e ascoltavo la Radio, provavo fastidio per l'indignazione sbandierata un pò da tutti. Dentro di me pensavo: devo andarmene da sta gabbia de matti, poi sono tornato a casa e ho letto il tuo articolo che sposava in pieno il mio pensiero, scusa se ti ho annoiato ma tenevo a dirtelo. Ciao Giacomo e Forza Lazio!
Francesco
A rafforzare l'impressione che avevo maturato sulle considerazioni fatte da Sergio Marchionne (e sulla sua volontà di essere prima di tutto provocatorio oltre che fortemente realista), pesco dalla rete questa riflessione di Stefano Salvi (ex "Striscia la Notizia") dalla sua webtv:
RispondiEliminapotete cliccare sul link in basso
http://www.stefanosalvi.it/video/kaleidoscopio-interviste-salvi/marchionne-fiat
P.S. Dopo il promo cinematografico su "Devil"...