Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

venerdì 15 ottobre 2010

Il 1 novembre di quest'anno avrà un significato speciale...

Chissà che non sia un segno del destino. Il 1 novembre, giorno in cui si festeggiano gli Ognissanti, la piccola Agnese potrà tornare a sperare. E' stata fissata infatti per questa data l'operazione chirurgica della bimba di 7 anni eugubina - affetta da una rara patologia cardiaca - presso il Children Hospital, la clinica specializzata di Boston.
La notizia è di oggi e ben presto ha fatto il giro della città. Del resto in tanti stanno seguendo e accompagnando (idealmente per mano) la piccola Agnese verso quella che si spera sia l'uscita da un tunnel che dura da troppo tempo.
La festa, i tornei, le manifestazioni che debbono ancora venire (come la briscolata di stasera a Padule, la "Corri Gubbio" di domenica o la festa per il Burkina Faso del Lions club venerdì prossimo) sono l'ennesima conferma di come la comunità eugubina si sia mobilitata e abbia preso a cuore le sorti di questa bambina: più che i numeri - comunque importanti, perché in pochi giorni si sono raccolti ben 100 mila euro indirizzati all’associazione "Bambini e Bambine", sezione di Gubbio, che poi li rigirerà sul conto corrente dei familiari della piccola - è lo spirito con il quale la cittadinanza di è prodigata.
Uno spirito che ricorda - da migliaia di chilometri di distanza - la spinta con cui un'intera comunità nazionale, quella cilena, ha fortemente sperato che potesse compiersi il miracolo per i 33 minatori rimasti intrappolati per oltre 2 mesi 800 metri sotto terra.

I 260 mila dollari necessari all’intervento (che sono stati "coperti" anche grazie alla garanzia della BNL di Gubbio e alla sensibilità del suo direttore, Francesco Di Stefano) e la degenza di 21 giorni di Agnese a Boston, assomigliano a quegli 800 metri di profondità: qualche settimana fa sembravano una distanza incolmabile. Da due giorni quei minatori hanno potuto riabbracciare le loro famiglie, gli amici, i conoscenti, il Cile. E la loro sopravvivenza si deve anche alla forza morale, al sostegno, all'incoraggiamento con cui un'intera nazione li ha circondati per tutto questo tempo. Non solo la tecnologia e l'intelligenza umana - che poi ha fatto il resto con gli scavi e il recupero.
La storia di Agnese deve ancora scrivere i suoi capitoli più importanti, ma uno indelebilmente è già stato firmato: sono le centinaia e centinaia di offerte, anche minime, che gli eugubini hanno voluto destinare a questa missione, nella speranza di poter, idealmente, abbracciare un giorno Agnese.
Una bellissima pagina per la nostra città - troppo spesso divisa per motivi più o meno futili. Una grande dimostrazione di sensibilità e responsabilità da parte dei cittadini (tra l'altro in un momento nel quale si legge di tutto e quanto peggio su chi ci amministra anche a livello locale, tra indagini e sanitopoli varie).
Il 1 novembre sarà un giorno importante. E sentito. Da tutti noi.

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