Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

martedì 19 ottobre 2010

"Sanitopoli", o forse "Folignopoli", fate voi... ma che tristezza ascoltare quelle intercettazioni...

Ormai dovremmo essere abituati. Non dovrebbe più sorprenderci quello che si legge sui quotidiani: parlo di quelle frasi virgolettate e in corsivo, aperte e seguite da alcuni puntini di sospensione. Insomma, le intercettazioni.

Eppure dare un’occhiata alle conversazioni pubblicate qualche giorno fa sull’inchiesta in corso nell’ambito della Asl 3 di Foligno, è stato pesante. E anche triste. Da cittadini e da lettori.
L’indagine ha già mietuto, direttamente o indirettamente, vittime illustri: un direttore generale, un consigliere regionale ex presidente di una municipalizzata, e in ultimo (ma chissà se è finita) un assessore regionale. C’è già chi l’ha ribattezzata “Folignopoli”. Paradossale che la prima ad utilizzare questo termine – ovviamente per smentirne l’esistenza – sia stata proprio lei, la lady di ferro folignate per eccellenza, Maria Rita Lorenzetti, ormai ex Governatrice dell’Umbria, diventata nel frattempo numero 1 della Italferr, importante società pubblico-privata delle Ferrovie dello Stato. Solo i prossimi mesi ci diranno se questo neologismo diventerà storia o si perderà negli archivi di qualche quotidiano.
Un paio di riflessioni, però, questa vicenda ce le ispira – a prescindere da come andrà a finire.
La prima è che non sappiamo se sia più rabbia, tristezza o rassegnazione, quella che ci assale quando si leggono certe conversazioni al telefono. Che saranno sì “rubate” dalla microspia – e dunque sorvoliamo sulla disinvoltura del linguaggio – saranno sì “trafugate” dall’abilità del giornalista (e dalla connivenza di qualche “talpa” in Procura) ma ci dipingono un quadro assolutamente avvilente di come nella Pubblica Amministrazione di casa nostra la “spartitocrazia” sia un parametro fin troppo abusato. La raccomandazione, la spintarella, il concorso aggiustato, il parente buono, il portaborse preferito restano ancora le voci discriminanti di un curriculum. Ci si immagina questo scenario in un Ministero, in un “carrozzone romano” (ma anche lumbard), in una società partecipata di quelle di cui sai l’esistenza solo da un’inchiesta di “Report”.
No. Tutto questo avviene a due passi da casa nostra. Sotto il nostro naso. Per di più nella sanità, che in Umbria passa per essere tra le più efficienti d’Italia. E mentre al telefono si usano frasi del tipo: “Devo piazzare Tizio qui e Caio là”, fuori in migliaia studiano, sperano e fanno la fila.
Per di più la nostra regione comincia ad essere recidiva: un paio d’anni fa Appaltopoli ribaltò la Provincia di Perugia (travolgendo un assessore e un filotto di dirigenti). Ora tocca ad Asl e comune di Foligno. Aspettiamo a vedere come finirà (e anche di conoscere il prossimo capitolo) ma di fronte a certe intercettazioni, anche il garantismo più puro appassisce. Speriamo non secchi la voglia di credere nello studio, nella competenza, nella formazione (e nella correttezza delle selezioni) da parte dei più giovani. Ma è dura.
La seconda considerazione è di sfondo politico. O meglio, personalistico. Chissà se sia un caso che uscita di scena proprio la leader maxima Lorenzetti, quel grattacielo di equilibri che nella politica e nell’amministrazione umbra poggiava da un decennio su solide fondamenta “made in Foligno”, non stia improvvisamente sfaldandosi. Come quando uscito di scena un protagonista, si perdono le certezze, la squadra si disunisce (e si commettono le sciocchezze).
Restando su un terreno puramente politico-amministrativo, è in parte anche quello che sta avvenendo a Gubbio: cambiato l’inquilino forte a Palazzo Pretorio, si assiste ad un graduale sgretolarsi di molte delle impalcature costruite (e amplificate) nell’ultimo decennio: sono passati pochi mesi da quando Goracci è approdato a Perugia, per vedere scomparire manifestazioni (“Life in Gubbio”), traslocarne altre (“Altrocioccolato” in riva al lago), chiudere i battenti scuole di formazione (Sepa), per non parlare dei grandi progetti in stallo (PUC 1 parcheggio di San Pietro) o di quelli neanche decollati (PUC 2 ex ospedale), in un clima che se non è di smobilitazione, un po’ gli somiglia.
Basterebbe leggersi le dichiarazioni che avevano accompagnato l’avvento di tutte queste stesse iniziative, a suo tempo definite "epocali". Anche in questo c’è un po’ di tristezza…
GMA

Da Editoriale "Gubbio oggi" - ottobre 2010

1 commento:

  1. Domani sera ne parliamo a "Link" (ore 21.15) su TRG, in studio Luca Fiorucci, cronista de "Il Giornale dell'Umbria", che ha seguito l'intera indagine.

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