Quel ramo del lago di Como ce lo ricordavamo. Reminescenze liceali di un Manzoni imparato a memoria. Ora ce lo ricorderemo anche per un altro motivo, meno letterario, non meno emozionante.
Perché in riva a quel lago arriva la prima vittoria esterna del Gubbio in C1. Perché in riva al Sinigaglia, ai bordi di una partita che ormai sembrava destinata al risultato ad occhiali, ci ha pensato Juanì Gomez a piazzare la zampata vincente. Il Peter Pan rossoblù, capace di farsi trovare al posto giusto quando c’è da decidere una gara che conta. Non sarà un gol determinante come quelli nei play off o a Portomaggiore dell’aprile scorso - per battere la Giacomense e riagganciare gli spareggi promozione che sembravano perduti – ma l’acuto ai lariani potrebbe cambiare il senso a questo inizio stagione della squadra di Torrente.
Prima vittoria in trasferta, guarda caso nello scaramantico completo bianco, e anche primi punti lontano da Gubbio, sul campo di una squadra alla disperata ricerca di se stessa – come già erano La Spezia e Alessandria. A differenza delle altre occasioni però il Gubbio ha creato, ha anche un po’ sciupato, ma non ha abbassato la guardia. E quando si è trovato sull’orlo del precipizio, al 15’ della ripresa, con l’ex leccese Cozzolino sul dischetto, ci ha pensato baby Farabbi – una specie di Abbiati in rossoblù – a respingere da par suo quello che per la statistica è il quarto rigore contro in quattro partite esterne. Come dire, una costante (anche se ne faremmo volentieri a meno).
Chissà che avrà pensato in tribuna Eugenio Lamanna, comasco a tutto tondo, ma rossoblù nel cuore, quando il suo sostituto lo ha imitato nel gesto più emblematico e spettacolare, già messo in mostra dall’estremo scuola Genoa ben 3 volte in queste due stagioni. L’allievo – che poi ha solo 1 anno in meno del maestro – ha studiato in fretta e soprattutto ha dimostrato di saper applicare alla lettera i dettami del fondamentale: non muoversi fino al tiro, e se l’istinto ti dice che è centrale, chiudi le gambe e mettici il muro.
In quella respinta c’è la grinta di un Gubbio che si sarebbe sentito defraudato ancora una volta dal risultato – anche se il Como ad inizio ripresa aveva spinto bene sull’acceleratore. Il finale di gara è stato di nuovo un crescendo rossoblù con la squadra in avanti alla ricerca del gol e a collezionare corner. Sugli sviluppi di uno di questi, la svolta. Ci voleva. In tanti lo auspicavano pensando magari che non sarebbe stato neppure difficile. Invece la vittoria sofferta ha un sapore ancora più dolce: perché dimostra che la squadra ha personalità, sa stringere i denti e non si accontenta del compitino. Proprio come il suo allenatore.
A proposito: non vogliamo immaginare cosa abbia detto a fine gara a Testardi, entrato in campo in avvio di ripresa e richiamato dopo 20’. Le dichiarazioni di fine partita di Giammarioli, in diretta su TRG, lasciano presagire una multa della società al giocatore. Ormai è un caso stile Pomigliano. E’ vero, il gol serve come il pane a qualsiasi attaccante. Ma ormai le attenuanti, anche sulle eccessive esuberanze di un giocatore arrivato poco motivato e ancor meno determinato, stanno esaurendosi.
Si metta l’anima in pace Testardi: almeno fino a gennaio, dovrà indossare il rossoblù. E per il bene del Gubbio – ma anche per il suo bene (pur volendo fare le valigie) – la cosa migliore è darci dentro di buzzo buono, segnare magari qualche gol e alla fine, perché no, trovare casa altrove, senza rimpianti reciproci.
Fino ad allora però prenda esempio da gente come Sandreani, che in serie A non avrà fatto presenze ma potrebbe insegnare come si gioca e si vive il caro vecchio football – come lo chiamava Brera – a parecchi sbarbati con la puzza di gel ancora addosso.
Quel profumo finto e artificiale, ben distante dal misto di sudore e olio canforato che ti resta nelle narici quando sai di aver dato davvero tutto. E non puoi rimproverarti nulla.
Il Gubbio di oggi è proprio così. Umile e determinato. Capace di giocare bene e ora anche di concretizzare. Un apprendista con le mani sporche di fatica, ma la voglia matta di inseguire un sogno. Un monello più forte del blasone altrui (chiedere a Verona, Monza o Como), ma più granitico dei silenzi di una Federazione che sembra essersi dimenticata il fattaccio di Alessandria.
I rossoblù – anche in nome di Lamanna - guardano avanti: pure questo è segno di maturità.
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Buonasera direttore, le segnalo che lo streaming di trg e rgm non funzionano oramai da cinque settimane, e noi tifosi fuori sede non riusciamo a vedere l'ottima programmazione sportiva offerta dall'emittente eugubina. Cordiali saluti.
RispondiEliminaEmiliano da Roma
Hai ragione Emiliano, ci si è bruciato un server centrale che ci ha messo in ginocchio (per la verità le settimane sono 4). I tecnici da Milano ci assicurano che la "server farm" (non chiedermi cos'è) sistemerà il problema entro pochissimi giorni. Credo che già domenica prox potrai riassaporare il gusto di vedere on line (e on live) il tuo caro Gubbio.
RispondiEliminaGrazie per essere un nostro fedele telespettatore e per questa volta... perdonaci...
A presto!