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mercoledì 2 marzo 2011

Il contratto di lavoro è una chimera? Ora è anche diventato il premio di un talent show...


Non è un reality, non è un quiz, non ci sono concorrenti.
Questo ci raccontava il promo de "Il Contratto - gente di talento", il nuovo format di La7 a cura dell'ex Iena, Sabrina Nobile, che segue il percorso di tre candidati all'assunzione in un'azienda, ne verifica qualità e progetti, ne filma il colloquio e alla fine premia quello che risulta più idoneo. Come? Con un contratto a tempo indeterminato.
Ieri sera ho seguito la puntata, incuriosito e sicuramente attratto anche dalla qualità del programma. Molto dinamico, nella costruzione e nel percorso - che se non accompagnato da un montaggio agile, stile "Iene", con un mix tra reality e confessionale, rischia di diventare farraginoso.
Il programma è gradevole, permette al telespettatore di "entrare in azienda", di affiancare idealmente il candidato, di vivere con lui le ansie e i timori che gravano sulla vigilia di un colloquio di lavoro.
Idea non male per proporre qualcosa di nuovo.
E se reality non è, certamente è qualcosa di più "terreno" e digeribile degli insopportabili format ormai entrati nelle abitudini della massa: quelli che per intenderci fanno i numeri ("Grande fratello" o "Isola dei famosi" - quest'anno perfino arricchita dai "figli di", per la serie mancavano solo loro...) ma che certo al tasso qualitativo dell'offerta televisiva non contribuiscono di un'oncia.
"Il Contratto - gente di talento" per una volta segue i binari del reality ma va controcorrente: in quanto i protagonisti sono giovani sconosciuti, ma soprattutto che aspirano a realizzarsi con una professione. Hanno studiato, si sono preparati, e finalmente vengono messi alla prova.
Certo l'ambiente lavorativo che traspare dalla tv è molto "ovattato" - nel caso di ieri l'azienda Elica della vicina Fabriano, specializzata nella lavorazione, produzione e commercializzazione di cappe per cucine e laboratori - i "vaffa" e le dinamiche intra moenia che in ogni luogo di lavoro inevitabilmente vengono a galla, probabilmente fanno parte dei tagli di montaggio. Ma tant'è.
La trasmissione quanto meno vuol rischiare qualcosa di nuovo nell'appiattito panorama televisivo. E perfino un'ex "Iena" come la Nobile (molto dimagrita, anche troppo, rispetto ai tempi di Italia 1) - abituata finora a smascherare magagne e trucchi tipici del nostro Belpaese - assume un atteggiamento più morbido e quasi fraterno nei confronti dei candidati. Che sono accompagnati da un coach - altro elemento poco realistico per chi, da solo, se la deve vedere in un quarto d'ora con il potenziale datore di lavoro - che probabilmente soffrono la contemporanea presenza di telecamere e pubblico - ma del resto chi partecipa al programma lo deve sapere - ma che alla fine si giocano molto. Non una cifra, non una vincita effimera (e magari dimezzata dalle tasse).
Ma un posto di lavoro. A tempo indeterminato. Quello che 50 anni fa era un successo, 30 anni fa una moda, 20 anni fa una prebenda politica. E oggi quasi un privilegio.
Chi vuol essere milionario? In teoria tutti. Ma se dovessero scegliere, migliaia di giovani sicuramente preferirebbero vincere un contratto... Soprattutto perché non va pescato dentro una scatola o scelto a caso tra quattro risposte. Non è momentaneo. Ma guadagnato con la propria professionalità...

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