Pronti per la seconda manche?
La situazione del Gubbio è più o meno questa. La squadra di Torrente è idealmente al cancelletto di partenza. Otto decimi sugli immediati inseguitori, 9 porte da superare prima del traguardo.
Le difficoltà non mancano, ma anche il vantaggio è di quelli consistenti. E se nello slalom basta un errore per finire fuori, nel calcio – e in particolare, in questa stagione di Lega Pro – il Gubbio potrebbe paradossalmente permettersene qualcuno.
Ma è meglio non scherzare col destino.
Piuttosto il dilemma è un altro: a quel cancelletto di partenza – leggi le prossime gare di Reggio Emilia, con la Spal al Barbetti e poi a Pergocrema – meglio controllare la situazione, non esagerare con i rischi, amministrare il vantaggio, oppure far finta di niente, affrontare le porte con la stessa grinta e determinazione messe in campo finora?
La risposta appare scontata, perché comunque i rischi ci sono in entrambe le situazioni: se amministri rischi di finire con braccino corto e, nel caso del Gubbio, di snaturalizzare una squadra che ha nel Dna l’attacco, la proposizione della partita, la ricerca del gioco offensivo e del gol.
Lampante quanto accade a giugno nella finale di andata con il San Marino: il Gubbio aveva di fronte una signora squadra, che sfiorò a più riprese la rete, ma tatticamente i rossoblù non si scomposero. In vantaggio su punizione, rischiarono il pari ma nella ripresa ricominciarono come niente fosse, arrivò il raddoppio e quasi il tris. Alla fine ci pensò l’uomo ragno dei penalty a mettere l’ipoteca sulla promozione.
Non sappiamo se sia l’atteggiamento, di sicuro è il più adatto alle caratteristiche della squadra e anche alla mentalità del suo allenatore: Torrente è così, prendere o lasciare. A Monza chiede alla squadra di cercare la vittoria fino all’ultimo tuffo – e arrivano 3 punti che potrebbero alla fine risultare decisivi. Con il Como, preferisce lasciare il centrocampo con due giocatori di ruolo pur di non smantellare il tridente. E per poco non riesce il colpaccio.
Forse la risposta al dilemma è proprio questa. Magari la brillantezza atletica e l’impatto estetico non sono più quelli di dicembre. Ma giunti a questo punto i fronzoli vanno messi da parte. Lo stile dello slalom non deve per forza piacere, è il traguardo finale che conta.
Il Gubbio – anche in queste ultime 9 gare, nelle 9 porte finali - deve continuare a fare il Gubbio, dimenticandosi del vantaggio ma ricordandosi di come questo vantaggio, in 3 mesi e mezzo, è stato costruito. Perché paradossalmente e per fortuna giocare da Gubbio è la cosa migliore che questa squadra, straordinaria, sappia fare.
Da copertina "A gioco fermo" di "Fuorigioco" - 7.3.2011
Musica sottofondo: "Il mio secondo tempo" - Max Pezzali - 2011
lunedì 7 marzo 2011
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Commenti da facebook -
RispondiEliminaRoberto Bianconi -
Se amministri rischi di pensarci troppo. Partita dopo partita come quando si pensava alla salvezza.
Marco Rossi -
3 pareggi=3 punti
1 vittoria 2 sconfitte=3 punti
tanto vale rischiare!!!!
Simone Filippetti -
Primum vincere, deinde philosophari!
Matteo Battistelli -
Mai frenare in piena corsa mai rallentare mai calcolare giù a paccare.
Oderisitravel Agenzia Viaggi -
mai amministrare..... meglio far finta di niente e continuare a giocare come stanno facendo i ragazzi!!!!! Torrente è stato bravo in questo e deve continuare così...