I tumori? Si prevengono partendo dalla tavola.
Chi l'avrebbe mai detto. Una patologia così infernale e diffusa - chi di noi può dire di non aver conosciuto la piaga della "peste del secolo", o direttamente o indirettamente con un conoscente o un parente più o meno vicino?
Sembra una boutade, e invece a ricordarci che nella maggior parte dei casi "ci facciamo del male da soli" è Umberto Veronesi, oncologo, ex ministro della Sanità e direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, vero e proprio guru della ricerca contro il cancro.
Con le sue parole, e con le cifre che ha snocciolato in un incontro tenutosi all'università "La Sapienza" di Roma, voglio aprire un nuovo capitolo di questo mio blog. Dedicato alla salute e all'alimentazione: gioia e delizia, al tempo stesso. Ma priorità irrinunciabile (sia la prima che la seconda).
Educarsi ed educarci ad una sana alimentazione, spesso, è questione più semplice di quanto non si creda. Bandendo le diete-record (i "7 chili in 7 giorni" che non hanno mai prodotti alla lunga alcun risultato) e le soluzioni da bacchetta magica, più adatte agli sciamani del Chiapas che non ad un corretto stile di vita che ognuno di noi dovrebbe far proprio. Pian piano cercheremo di capirlo anche con i prossimi post.
Ma torniamo a Veronesi: numeri alla mano, l'oncologo per eccellenza, stila una classifica dei fattori che rappresentano un rischio sul fronte tumori. ù
La parte del leone spetta all'alimentazione (35% dei pericoli nell'innescare una neoplasia). Seguono "tabacco (30%), infezioni virali (10%), fattori riproduttivi (7%), attività lavorativa e inquinamento (4% rispettivamente)".
Cattiva alimentazione, dunque, ancor più pericolosa del fumo, da sempre (giustamente) sul banco degli imputati. Sul fumo dedicheremo altre riflessioni (e posso farlo con cognizione di causa, definendomi uno dei più assidui "fumatori passivi suo malgrado" della storia).
"Ciò di cui ci nutriamo - sottolinea Veronesi - è un elemento fondamentale per la nostra vita. Alimentarsi vuol dire scegliere, e questa scelta può essere importantissima per preservarci da diverse malattie, a partire dai tumori. Il 35% di questi - ribadisce - è dovuto a ciò che mangiamo, mentre non più del 4% è riconducibile all'inquinamento".
Quel che mandiamo giù per alimentarci "può agire indisturbato sui nostri organi".
Occhio, dunque, alle cattive abitudini.Veronesi mostra due slide che la dicono lunga, tracciando la diffusione del tumore al colon nel pianeta. "Vedete - fa notare - questa neoplasia è rarissima nei Paesi dove non si mangia carne", al contrario di quelli in cui raramente questo alimento manca dalla tavola. Frutta e verdura, invece, sono alimenti "protettivi: più alto è il loro consumo - ricorda l'oncologo - più diminuisce il rischio" di incappare in un tumore.
Curiosità: tra gli alimenti che si dovrebbero scegliere per proteggersi dalle neoplasie figura la curcuma, "presente ad esempio nel curry. Nell'isola di Okinawa, dove la curcuma viene consumata quotidianamente - racconta - c'è una presenza di ultracentenari che supera del 10-15% quella degli altri Paesi nel mondo".
Buona abitudine, poi, portare a tavola "mirtilli e uva rossa" intesa anche come "vino: due bicchieri al dì - ricorda il direttore scientifico dello Ieo - uno a pranzo e l'altro alla sera, hanno un buon effetto protettivo". Spazio inoltre a "fragole, tè verde, aglio verza, broccoli e pomodori", perché la lotta ai tumori si combatte anche a tavola ed è bene tenerlo sempre a mente.
Parola di Umberto Veronesi. E se lo dice lui...
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