Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

martedì 15 marzo 2011

Il perché di una rubrica sul blog... che oggi arriva anche sul "Messaggero". E qualche consiglio sui "falsi allergici"...

Perché una rubrica su "salute e alimentazione"? Me lo ha chiesto un amico, via facebook. Un aficionado di questo blog, che è rimasto un po' sorpreso (devo dire, comunque, piacevolmente) dalla novità introdotta da qualche giorno. Un nuovo capitolo, un nuovo tema di riflessione e, perchè no, anche confronto. La risposta è semplice: la salute è la cosa più importante che ci resta (e dovremmo sempre tenerlo presente, senza aspettare calamità come quella giapponese a ricordarcelo).
Il problema è che il nostro "stile di vita moderno" - tutto casa (poltrona tv) e scrivania (di lavoro con pc incorporato), magari ravvivata da qualche sigaretta - non è il massimo. Se poi ad un certo punto, colesterolo e pressione bussano alla porta, non chiediamoci il perchè.
Onder, conduttore di "TG2 Salute"
Da qui la sollecitazione, che faccio mia da tempo, rinunciando a prendere l'auto per andare in ufficio, cercando di percorrere quotidianamente quei 2-3 km a piedi sufficienti, con l'utilizzo frequente delle scale, a "bruciare" la dose quotidiana di calorie consigliata. Il resto si "gioca" a tavola - dove le tentazioni sono sempre forti e in parte irresistibili (non saprei francamente desinare senza condimenti, parmigiano ed essenze varie, rinunciando invece volentieri a ketch up e maionese) - e in un'attenta prevenzione fatta di alimentazione sana (frutta e verdura a volontà, ma attenti che siano fresche e di provenienza locale).
Piccoli accorgimenti basilari. Che diventano sempre più oggetto di comunicazione giornalistica: quante rubriche televisive sulla salute? Luciano Onder è stato un precursone, ma oggi i suoi discepoli fioccano come i cristiani ai tempi di Costantino (da non confondere con quello di Maria De Filippi). La novità di oggi, su questo fronte, arriva dal "Messaggero" che lancia un nuovo inserto: "Noi Salute", perchè - scrive Andrea Sermonti - la salute è nostra e, ascoltando le parole degli esperti e rifuggendo da santoni e sciamani delle diete o delle terapie magiche, siamo noi i primi a dovercene occupare.
Il capitolo di oggi è dedicato alle allergie. Un tema che interessa davvero tanti ma che nasconde anche diverse insidie.

E' infatti vero e proprio boom di falsi allergici in Italia. I test per valutare se il pericolo si nasconde nel piatto sono diventati un business: costosi, in molti casi non validati ed eseguiti in centri non specializzati, danno un'alta percentuale di falsi positivi. Con la conseguenza che alimenti importanti come il latte, si eliminano dalla dieta anche senza esserne davvero allergici. A lanciare l'allarme è Massimo Triggiani, presidente eletto della Società italiana di allergologia e immunologia clinica (Siaic), dal Congresso europeo sulle allergie alimentari (Faam), in corso a Venezia. Secondo i risultati preliminari di un gruppo della Siaic che sta studiando il fenomeno, su un 20% di pazienti convinti di avere un'allergia a un qualche cibo, solo l'1-2% ne è realmente colpito. Si stanno diffondendo sempre più "test non scientificamente validati e costosi, non effettuati in Centri allergologici - spiega Triggiani - Si può spendere dai 40, 50 euro fino a 500 euro, ma in molti casi si ottengono falsi positivi". Risultati 'sballati' che portano a un boom di falsi allergici a tavola e alimentano la confusione fra allergie e intolleranze alimentari. Le prime attivano il sistema immunitario scatenando una reazione che può anche essere fatale, le seconde coinvolgono il metabolismo. Invece, convinti di non poter mangiare latticini piuttosto che uova o prodotti a base di cereali, si eliminano questi alimenti dalla dieta, anche dei bambini. Con il rischio di andare incontro a carenze alimentari anche gravi. Attraverso questionari a persone che si ritenevano allergiche, il gruppo di studio della Siaic ha identificato un 20% di pazienti convinti di avere problemi con alcuni alimenti. La maggior parte non mangiava più i cibi ritenuti 'incriminati', anche se indispensabili, come il latte, soprattutto se si tratta di bimbi. Ebbene, utilizzando esami diagnostici validati, gli esperti hanno scoperto che solo l'1-2% era realmente allergico. I dati completi dell"indagine saranno diffusi a maggio.
Intanto, Triggiani invita a “non fare autodiagnosi e a rivolgersi a Centri allergologici. E soprattutto, non eliminare gli alimenti dalla dieta" prima di una diagnosi 'vera'.

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