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mercoledì 3 ottobre 2012

E quest'anno andiamo per il Sottil... il profilo di un tecnico che già fa vedere la propria impronta


Chissà cosa avrà detto negli spogliatoi di Pagani alla sua squadra. Che in fatto di preparazione psicologica e capacità motivazionale non sia l’ultimo arrivato lo dicono queste prime giornate di campionato e ancor più i primi tre mesi di lavoro in rossoblù.

Andrea Sottil, 38 anni da Venaria reale, provincia di Torino, non sarà William Wallace, il mitico condottiero degli scozzesi in Braveheat, ma ai tempi in cui vestiva la maglia dell’Udinese o del Catania non era neanche facile passargli accanto e farla franca. Difensore robusto, a volte ruvido ma molto concreto, cresciuto nelle giovanili del Torino, costituiva con Bertotto la coppia centrale dell’Udinese di De Canio prima e Spalletti poi. E se in difesa sapeva sempre dimostrarsi roccioso, anche in zona gol non mancava di lasciare il segno, con gol pesanti sia in campionato, Curi compreso, che in Coppa Uefa.

Ma già da allora sembrava quasi che in quelle difese stesse già prendendo appunti: perché è il campo il terreno più adatto dove apprendere, e non vale solo per il calcio.
La scorsa stagione il vero e proprio debutto tra i prof, Siracusa, piazza ambiziosa, spinta da entusiasmo dagli spalti e dal petrolio in società, risorsa quest’ultima dimostratasi meno affidabile della prima. In coppia con il fido Teodoro Coppola e con il preparatore Enrico Busolin e con in campo un amico-ex compagno di squadra a Catania, come Davide Baiocco, il campionato lo avrebbe pure vinto, se non fosse stato per una penalizzazione che alla fine ha visto favorire lo Spezia e ai play off la sorprendente Virtus Lanciano.

Poi la scelta di Gubbio: una piazza ferita da una stagione balorda da far dimenticare il K2, leggasi serie B, appena toccato. Un ambiente che aveva bisogno più di un defibrillatore che non di un semplice allenatore di calcio. In silenzio Sottil ha cominciato a lavorare, sapendo di dover mettere insieme ingredienti importanti ma anche essenze dal gusto particolare: a cui bisognava adattarsi, perché lo chef deve essere anche un po’ creativo. E magari saper stupire.

A Pagani è tornato in panchina. Ha chiuso una lunga parentesi di squalifica, ben sostituito da Coppola, in versione Carrera e Filippi messi insieme, ha riconquistato il posto che desiderava. E a prescindere dal risultato, è di nuovo con le mani sul timone. Sa che ci saranno venti di bonaccia ma anche di tempesta. Ma dentro di sé è sicuro che il gruppo a disposizione ha superato già il primo scoglio più difficile: l’avvio di campionato. Non sarà lungo come eravamo abituati. E proprio per questo saranno le motivazioni, il carattere, la determinazione, la cattiveria agonistica, probabilmente, a fare la differenza. Più che i top player o presunti tali, del mercato d’agosto.
Andrea Sottil lo sa. E anche non si dipinge il volto di rossoblù, lo sta dicendo a chiare note negli spogliatoi ai suoi ragazzi. Che ora in campo lo sentiranno ancora meglio…

 da Rubrica "Il Rosso e il Blu" - lunedì 1.10.12

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