"Babbo mi dispiace di averti detto quelle brutte parole... Se vuoi fare la pace barra la casella "SI" o "NO"".
Segno dei tempi. O semplicemente, di un figlio incredibilmente simpatico e metodico. Mi sono ritrovato questo biglietto l'altra sera, dopo che avevo discusso con il mio Giovanni. Mi aveva risposto male, per giunta davanti i suoi amici, nello spogliatoio di basket. A posteriori ho pensato che sarebbe stato "salutare" anche un sano e istintivo scappellotto - proprio perchè davanti agli amici avrebbe avuto effetto risonanza. Ho evitato, richiudendomi in una sorta di "broncio" (in cui spesso mi rifugio anche per cose molto più prosaiche) e cercando di fargli intendere che aveva sbagliato. Lui, osservandomi, l'ha capito. Poi alla sera, dopo che aveva "bollito" per un po' nel suo brodo, mi è scappato con questo foglietto piegato, che davanti riportava il corsivo "Per il babbo, sul retro". L'ho aperto e ho letto quella frase.
Un sorriso mi è scappato - anche se ho cercato di nasconderlo davanti a lui - e un'onda di gioia interiore, grandissima e anche un po' commossa, mi ha avvolto. Che si è liberata in un abbraccio.
Poi, subito dopo, Giovi mi ha chiesto: "Babbo non hai barrato la casella del SI".
Hai ragione, ma non c'è bisogno.
Eccolo, il mio piccolo grande referendum domestico. Che a freddo mi fa anche un po' riflettere.
Su quanto sia difficile, ma al tempo stesso insospettabilmente semplice, dialogare con i propri figli. Perchè spesso ci scervelliamo su cosa sia giusto o sbagliato dire o fare. Su quanto sia difficile dare l'esempio (i figli sono come "spugne", si imbevono dei nostri umori anche quando non ce ne accorgiamo). E finiamo per scordarci che un abbraccio aiuta a risolvere tutto.
Il biglietto di Giovi è di una simpatia inarrivabile, anche se per qualcuno potrà denotare un certo "tecnicismo". Ma in fondo, mi chiedo, quante volte nella nostra vita, inconsciamente, barriamo anche la nostra casella? Quante volte ci troviamo a scegliere tra un SI e un NO, senza avere nè un foglietto su cui scrivere nè un abbraccio con cui liberarsi?
Non mi ricordo di aver mai scritto un biglietto di scuse in vita mia (ho sempre preferito farlo a voce). E Giovanni, nella sua spontaneità, mi ha fatto capire che in una casella quadrata, di color fucsia (il pennarello che ha trovato al momento della sua "ispirazione notarile") può starci dentro tutto.
Anche il chiedere scusa, che è la cosa più difficile e spontanea che ci sia (quando si è certi di aver sbagliato, e si è sereni di non averlo fatto con cattiveria).
Ma questo biglietto lo voglio conservare. Non tanto per prendere spunto e magari, la prossima volta che si rifiuta di mangiare la verdura, dirgli di barrare il SI o il NO. Non tanto per le prossime occasioni di bisticcio - tanto ci saranno, prima o poi. Non per decidere quale delle due caselle barrare - perchè tanto so che in ogni caso, in qualsiasi contesto, e a qualsiasi condizione, la mia crocetta sarebbe sempre sul "SI".
Ma per le sensazioni che mi ha regalato tutto questo. E perchè anche dai nostri figli, dalla loro autenticità, abbiamo da imparare...
martedì 16 ottobre 2012
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