Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

mercoledì 13 ottobre 2010

Ivan se la ride. Ma ora serve il pugno di ferro...

Ivan se la ride. E' in manette, a dorso nudo, quasi a ostentare la sicumera e l'orgoglio con il quale ha messo in scacco, quasi da solo, per una sera, l'Uefa e la Polizia italiana. Il piano non gli è riuscito del tutto: la partita Italia-Serbia - valida per le qualificazioni a Euro 2012 di scena a Genova - è saltata (e credo che non gli interessi che alla fine la sua nazionale avrà lo 0-3 a tavolino), ha potuto fare il bello e cattivo tempo aggrappato ai pannelli in plexiglass di "Marassi", inneggiare alle sue lotte nazionaliste contro l'Albania e contro il mondo. Tutto è andato come  voleva, tranne il capitolo finale: non ce l'ha fatta a svignarsela. In quel sorriso di sfida, mentre ammanettato viene condotto via dalle forze dell'ordine, sembra quasi dire: "Vi ho fatto vedere di cosa sono capace. E se non sono fuggito, pazienza. Sarà per la prossima volta...".
In queste ore si accavallano i commenti, le considerazioni sulla sospensione della gara, su come si sono mosse le forze dell'ordine italiane, sul perché un personaggio come questo (e i suoi seguaci) sia entrato a "Marassi" indisturbato e armato di strumenti contundenti che in uno stadio non dovrebbero fare comparsa. Tutte domande legittime, ma intanto partiamo da un presupposto: ieri sera abbiamo assistito a qualcosa di disgustoso, per chi ama lo sport, di vergognoso. Qualcosa di brutto.
Poche volte in questi casi un attributo semplice ma immediato come il "brutto", si adagia a pennello.
Brutto per quello che è stato messo in mostra. Brutto per quello che si è impedito si svolgesse. Brutto perché tutto questo è andato in eurovisione e sugli spalti dello stadio genovese c'erano pure tanti scolari desiderosi solo di vedere giocare la Nazionale.
Evitando domande retoriche su cosa questi ragazzini avranno imparato ieri sera, una riflessione va comunque fatta: è andata bene. Per come si era messa, è andata di lusso.
Perché il contesto era simile, se non peggiore, di quello che il 29 maggio di 25 anni fa (vedi il post su questo blog del 29 maggio scorso) era accaduto a Bruxelles. Se ad esempio, la Polizia avesse fatto irruzione nel settore occupato dai tifosi serbi, difficilmente la situazione sarebbe rimasto "sotto controllo". E adesso staremmo a leggere un bollettino di guerra.
Ha fatto bene l'arbitro a fischiare la fine della gara dopo neanche 7' (gara falsata dal clima intimidatorio, tanto che lo stesso direttore di gara in 7' ha visto bene di non assegnare un rigore netto all'Italia e di non espellere come avrebbe meritato un difensore serbo per un tackle feroce ai danni di Mauri); ha fatto bene la Federazione Italiana a non esasperare i toni del dopo-gara - mentre fuori la Polizia se la vedeva a manganellate con la frangia peggiore del tifo serbo; farà bene ora l'Uefa a prendere drastiche decisioni nei confronti della Nazionale balcanica, anche se andrà a scapito della squadra stessa e dei suoi migliori tifosi (come la ragazzina inquadrata ieri, triste e abbacchiata, sugli spalti): esclusione della Serbia dall'Europeo 2012. E' l'unica drastica misura che può bloccare un'escalation molto inquietante, che assomiglia troppo - anche se con motivazioni diverse - al fenomeno hoolingans negli anni Ottanta.
Non vogliamo neppure pensare in quale atmosfera si potrebbe disputare, ad esempio, la gara di ritorno tra Serbia e Italia. O una sfida, certo non innocua, tra due nazionali ex jugoslave in questo girone (Serbia-Slovenia). Lasciamo stare. Non torniamo indietro nel tempo e non facciamo nulla che possa anche solo rischiare corsi e ricorsi storici.
In quella circostanza (1985), purtroppo, ci vollero 39 vittime all'Heysel per portare alla squalifica per 5 anni delle squadre inglesi dalle competizioni internazionali. Dopo quel quinquennio qualcosa di importante cambiò negli stadi inglesi e anche all'estero il fenomeno hoolingans si è fortemente ridotto.
In questa occasione, fortunatamente, le uniche croci sono quelle tatuate sul petto villoso di Ivan e dei suoi "adepti": per far sì che restino solo quelle, nel ricordo di tutti, va usato il pugno di ferro, anche se alla fine a rimetterci saranno comunque migliaia di tifosi (corretti e sportivi) che sicuramente ci sono anche in Serbia e che non meritano di essere rappresentati da queste "mandrie".
Resta l'amarezza per una serata surreale, vissuto sul bordo di un cornicione, ad aspettare che passasse la bufera.
Ora però, a bocce ferme, istituzioni sportive (e non) debbono farsi sentire. Anche per far capire - ai seguaci di Ivan e agli inevitabili idioti che vorranno imitarlo - che non potrà esserci tolleranza di fronte a queste "imprese".

3 commenti:

  1. proiettili di gomma ad altezza faccia, idranti dei pompieri e dopo i cannoni quelli che usano gli impianti di sci per mettere la neve artificiale...scommettiamo che non se muoveva piu' nessuno o per congelamento o per paura? semo troppo tonti in italia, ce preoccupamo dei tifosi nostri (a gubbio pure se hai un accendino te fanno le beghe) e chi invece viene a casa nostra puo' fare cio' che vuole.

    costa

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  2. il problema non è il calcio perchè ieri sera ciò che è stato non è stato altro che un pretesto per dimostrare che sta succedendo qlc in europa...che non so spiegarmi. gli ultrà di ieri sera sono i figli di una guerra fratricida di 20 anni anni fa, nati e cresciuti in un clima di odio razziale e religioso, che ha visto l'occidente spettatore consensiente perchè purtroppo lì il petrolio non c'era e quindi li abbiamo lasciati morire ed uccidersi senza pietà alcuna, legittimando stupri e omicidi di massa. forse ce lo siamo dimenticati, ma mentre l'europa andava al mare lungo le coste dalmate e più a sud, all'interno si consumavano crimini atroci. la colpa come sempre è dell'indifferenza e dell'egoismo e quando poi ci troviamo di fronte a spettacoli come quello di ieri sera allora ci si interroga...ma questa non è che la nuova realtà dell'europa...ed allora che fare??
    poi il calcio è un'altra cosa: mi devono speigare perchè sia io che mio figlio di 11 anni siamo stati perquisiti prima di una partita di lega con metal detector facendo suonare le chiavi del motorino e quelli lì, con tanto di tatuaggi e borchie sono entrati con tenagli, fumogeni e quant'altro sufficiente per mandare in crisi un intero sistema di sicurezza....e poi: chi li ha fatti partire dalla loro terra????ma a questo punto credo che il cerchio si chiuda con quanto affermato all'inizio..o no??????Magda

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  3. Commenti da facebook -

    Michele Minelli - Dijelo te de scende ta questo!!

    Sabina Clementi -
    Beh....il pugno di ferro glie lo dovevano aver sferrato ieri sera....questo ANIMALE, per 1 ora e più, ha fatto quello che gli pareva arrampicato sulle barriere dello stadio; mi chiedo: dove erano gli idranti in questo caso? Io, un tiro al b...ersaglio l'avrei provato!!!!
    E quello che trovo più assurdo è che il pullman di questi tifosi Serbi, che ricordiamocelo, se la sono pure presi con la loro stessa squadra, non sia stato rispedito al mittente, con tempi tecnici giusti da consentire il regolare percorso della partita e, invece, gli sia stato concesso di entrare ubriachi e con un arsenale di petardi, allo stadio di Genova....Secondo me, loro hanno indubbiamente le loro colpe, ma anche noi (intesi come le istituzioni italiane che dovrebbero prendere decisioni in questi casi), ne abbiamo e di grosse!!!!!!! Non si puo' sempre attendere che succeda l'IRREPARABILE!!!

    Federico Bagagli -
    Giacomo proprio dopo la surreale serata di ieri sera, mi sembra tutto incredibile. Mi spiego, per quanto ne so - e ho visto spesso partite di calcio allo stadio - non direi che i circa 3000 serbi (o pseudo tali) indossasero vestiti tipici per un evento sportivo. Quindi cosa? Quella gente è arrivata molto ben organizzata. Hanno estratto le spranghe, i petardi, i fumogeni. Sono venuti da Belgrado e da altre città della Serbia per dimostrare ancora una volta che quelli non hanno paura dello Stato, il loro Stato, che continueranno a cercare di assumere il controllo delle cose. Per essere più precisi, quando dico "cose" intendo dire il potere. Della Serbia, del suo calcio (a dire il vero ti invito a verificare il sito della federazione serba che paventava ed avvisava del pericolo anche in seguito al gay pride di Belgrado) a quelli non gliene frega niente!!! A me appare cmq chiaro che quanto è accaduto domenica a Belgrado, e martedì a Genova, qualcuno lo deve aver finanziato. Non mi stupirei anche con la connivenza possibile dei nostri dirigenti calcistici che si fregavano le mani per l'eventuale e possibile 3-0 a tavolino (in proposito mi è apparso chiaro che anche quandio i giocatori se ne sono andati i nostri dirigenti federali dicevano, in diretta RAI, che non sapevano se la partita sarebbe contnuata). A pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si indovina. Sbaglio?
    Ovviamente la supposta connivenza della nostra Federazione è relativa solo alla partita di ieri sera e non dei fatti di Belgrado. Per completezza e precisione.

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