E’ polemica - ancora una volta, l'ennesima - a Gubbio sull’utilizzo improprio dell’immagine dei Ceri. Stavolta la goccia che fa traboccare il vaso arriva dal mondo politico, o meglio da una neonata lista civica. Di ieri è la notizia della nascita di una nuova lista civica, “Gubbio in corsa”, che ha scelto come simbolo proprio i tre ceri coi colori della bandiera italiana. Ed oggi, com’era prevedibile, si muovono, insieme e congiuntamente Amministrazione Comunale, Diocesi, Università dei Muratori, Famiglie ceraiole e Maggio Eugubino.
“E’ legittimo che chiunque possa ritenere di voler dare il proprio contributo alla vita sociale e politica della città. Ciò che riteniamo inappropriato, inopportuno e non accettabile – scrivono nella nota - è che per rappresentare questa aspirazione come logo della costituenda lista vengano "usati" i Ceri, il simbolo della comunità eugubina e regionale. Scegliere i Ceri, in versione tricolore bianco rosso e verde, si configura come una vera e propria illecita usurpazione, prima che dal punto di vista legale, da quello culturale”. Analogo tono anche da un comunicato del Partito comunista dei lavoratori.
Da tutti insomma arriva l’invito a modificare il simbolo di questa lista; in caso contrario, scrivono Amministrazione, Maggio Eugubino, Diocesi, Università e famiglie ceraiole, si darà corso agli atti dinanzi alla competente autorità giudiziaria, in sede autoritaria e risarcitoria, a tutela di una Festa unica e universale, espressione dell'identità e della cultura dell'intera comunità eugubina e regionale.
Fin qui la polemica - che probabilmente avrà nei prossimi giorni anche la controreplica dei promotori della lista.
Una riflessione e un interrogativo questa vicenda lo ispira. E come spesso mi accade, vado un po' controcorrente.
Premetto che la scelta del logo mi sembra del tutto inopportuna - l'ho notato subito e francamente mi è parsa - piuttosto che capziosa - un po' ingenua e controproducente considerando che chi l'ha ideata dovrebbe accattivarsi simpatie e consensi, mentre in questo modo si rischia l'effetto esattamente opposto.
La domanda che resta tristemente in piedi però è un'altra, e non va rivolta agli estensori della lista ma proprio a coloro che in queste ore "si stracciano le vesti", ognuno secondo le proprie competenze:
che senso ha gridare all'"attentato" ogniqualvolta qualcuno si appropria, per le finalità più svariate, dell'immagine dei Ceri, se non si fa nulla concretamente per tutelare la Festa dei Ceri stessa?
Cosa è stato fatto dall'Amministrazione comunale, così come dagli altri soggetti - dopo le passate polemiche - per prevenire situazioni simili? Non è bastata la Magnesia che ha pubblicizzato il proprio lassativo con un flash dell'alzata in bianco e nero; non è bastata un'acqua minerale che si è fatta pubblicità con una foto sempre dell'alzata; non è bastato il buon Eugenio Guarducci, patron di Eurochocolate, con la sua opinabile "Corsa dei baci" nel lontano autunno 2004 (ricordo una trasmissione che condussi dalla Sala dell'Arengo, nella quale le stesse autorità che oggi dichiarano guerra ad una lista civica, si ripromettevano di risolvere il problema in pochissimo tempo). Non è bastato vedere il volto della ex presidente Lorenzetti innestato al posto della statuina di Sant'Ubaldo, in un manifesto propagandistico nel Perugino.
Non è bastato nulla di tutto questo per vedere alla luce uno "straccio" (ma se preferite, anche stralcio) di proposta che portasse ad un protocollo di tutela come avviene in altre città che hanno minimamente a cuore le proprie tradizioni (Siena, per non andare più lontani di un'ora e mezzo di viaggio).
Ai proclami, alle prese di posizione, agli annunci - condivisibili nel contenuto e nel merito - non è seguito altro che il nulla, rendendo queste dichiarazioni postume – come l’ultima nota congiunta – poco più che un ritornello noioso, quasi patetico, che non convince (nè spaventa) più nessuno.
L’auspicio è che una volta per tutte questi stessi soggetti firmatari della nota – e magari anche la prossima amministrazione comunale, di qualunque colore sia – trovino una soluzione concreta: si chiami Ente Ceri o semplicemente si chiami "decalogo di tutela dell'immagine della Festa dei Ceri".
L'impressione è che gli unici da cui la Festa dei Ceri debba veramente guardarsi siano gli eugubini stessi. O meglio, quegli eugubini che si sentono o addirittura si autodichiarano "depositari" di non si sa bene cosa, e poi puntualmente lasciano tutto come sta.
Confondendo la tradizione con l'immobilismo...
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RispondiEliminaGiacomo Faramelli - Io penso che sia una bufala, un fake. Mi fa pensare che sia una discreta montatura dal sapore dissacrante e vagamente "marinettiana".
Nel caso in cui si trattasse di una vera lista civica credo che, a parte trovare 24 cittadini eugubini dispo...sti a candidarsi sotto un tale aborto di simbolo ( e già di per sè costituirebbe un'impresa degna di nota), non credo che sia la strada giusta per arrivare in consiglio comunale (come dice il proverbio "scherza coi fanti ma lascia stare i santi").
Detto questo resto quietamente convinto che si tratti di una bufala, e magari di vera e propria satira...
Chissà.
Staremo a vedere.
Sulla tutela dei ceri: l'università dei muratori avviò sotto una data presidenza un percorso certo verso una tutela ferrea della nostra tradizione più luminosa.
Ma detta presidenza venne diciamo democraticamente deposta...
Da facebook -
RispondiEliminaDonatella Pauselli - i Ceri con la politica non hanno né devono avere nulla a che fare. Spero proprio sia una bufala, come dice Giacomo Faramelli. E concordo con il Direttore.......ma che cacchio hanno fatto le nostre amministrazioni?????
Giacomo Faramelli - che hanno fatto le nostre amministrazioni? mi sa niente, a tal proposito...
Mattia Martinelli - Non posso giudicare da militante di partito, per correttezza nei confronti di un'altra compagine politica.
Ma da Ceraiolo vorrei davvero conoscere i nomi dei 24 candidati...non una bella cosa.
Alessandro Agostinelli - mi verrebbe da dire roba da matti... ma poi qualcuno lo prende come un apprezzamento. portare i ceri in politica... ogni commento è superfluo!
Jean Monacelli - già berlusconi e la lega ci hanno resi ridicoli in tutto il mondo.....non imitiamoli abbiamo secoli di storia da onorare come eugubini
Commenti da facebook, anche sul post di questo blog -
RispondiEliminaFederico Fiorucci - A proposito di Siena, mi ricordo ancora quando lo scorso luglio la "mossa" si protrasse oltre le 20. La DIRETTA su Rai UNO (e già su questo ci starebbe un capitolo a parte) venne così interrotta per far spazio al Tg1. Bene. il giorno dopo l' Ente "Tutela Immagine Palio di Siena" promosse un'azione legale contro la Rai per danneggiamento dell'immagine, costringendo l'emittente di stato a pubbliche scuse. Un altro mondo...
Fabio Menichetti - Sinceramente non vedo nulla di strano in questo simbolo, nemmeno nella sua utilizzazione come simbolo di una lista civica eugubina. Allo stesso modo mi stupí pochi mesi fá la notizia del Consorzo per la Tutela del Palio di Siena che si scaglió contro Gran Turismo 5 per aver utilizzato Piazza del Campo come pista nel videogame. Open our mind...
Ancora da facebook botta e risposta -
RispondiEliminaGiacomo Faramelli - Ciao Fabio, qui secondo me non è questione di aprire la mente, questa è una questione cha coinvolge sentimenti importanti.
Molti eugubini, nonostante lo slittamento progressivo dei ceri verso lidi flolkoristici e discutibili cadute di stile ...dei singoli, vedono ancora nella festa un atto di fede e devozione nei confronti di S.Ubaldo e la sua chiesa.
Un festa religiosa in primis, e poi folkloristica, una tradizione che si interseca con gli istinti più antichi della popolazione.
Impensabile anche solo supporre l'utilizzo di un tale patrimonio per pubblicità di digestivi, periodici delle pompe funebri, volantini politici (Lorenzetti al posto di un santo), liste civiche più o meno reali.
Antonio Giorgi (dal Canada) -
Giacomo, io direi che i Ceri sono patrimonio di tutti, eugubini e non. Ma: no ad aziende che ne sfruttino l'immagine, e no a partiti che per definizione non rappresentano l'intera collettivita'. Il vuoto e il rammarico per l'assenza di un ente di tutela secondo me non hanno senso. Infatti, ci sono gia' Comune e Maggio Eugubino. Se vogliono, in una settimana si fa un protocollo di intesa con poche e certe regole di intervento congiunto in casi come questo. Una settimana, non di piu'.
Giacomo Faramelli - Io mi interrogherei sul perchè non c'è mai stata questa intesa.
Ovvio, i ceri sono un patrimonio di tutti, ma in primis degli eugubini, se mi è concesso...
Fabrizio Cece -
Oggi ho visto una marea di articoli.
Strano però.
Mi pare che l'uso della "sagoma" dei Ceri, per non dire delle immagini, non sia sottoposto a nessuna legge, ma solo alla sensibilità di chi vuol farlo.
...Lo stemma di Gubbio, invece, è sottoposto alla Legge che ne dovrebbe regolare l'uso e l'impiego.
Ma nessuno se ne cura, lo vediamo dappertutto e usato in qualsiasi modo: tutti zitti.
Sarà forse che la sagoma e le immagini dei Ceri hanno un richiamo simbolico molto superiore ai cosiddetti "cinque monti", anche loro espressione - ufficiale - della comunità?
L'ENTE Ceri, come ho già avuto modo di dire, per me esiste già e si chiama COMUNE di GUBBIO, l'organo che rappresenta tutta la nostra collettività.
I calderoli.. oppss, i calderoni, è sempre meglio evitarli