Il mio puzzle, i miei pezzi.Di ieri e l'altro ieri.

martedì 16 novembre 2010

La libertà di stampa e lo strabismo dell'Ordine dei giornalisti italiani...

La libertà di stampa è sempre evocata come principio irrinunciabile del nostro vivere civile. Peccato che l'evocazione sia "a orologeria" e soprattutto che la legge - che dovrebbe essere uguale per tutti - per qualcuno, come si suol dire, è un po' più uguale.
Lo spunto lo offre stavolta il provvedimento dell'Ordine nazionale dei Giornalisti nei confronti di Vittorio Feltri: 3 mesi di sospensione, per il caso-Boffo (l'ex direttore di "Avvenire" sul quale il "Giornale" pubblicò un chiacchierato dossier) che cadono (guarda caso) nel momento più controverso e delicato della vita politica di casa nostra. Per qualcuno una decisione impeccabile, per altri un clamoroso autogol del sistema giornalistico italiano.
Non volendo entrare nel merito del caso Boffo - sul quale va registrato comunque che lo stesso Feltri si è scusato per aver, come dire, "calcato la mano" in modo eccessivo - mi soffermo sulla neutralità, molto presunta, che l'Ordine dei Giornalisti riserva ai propri tesserati.
Non vuol essere la mia una difesa d'ufficio per Feltri, cui mi lega solo la conoscenza e stima per il figlio, Mattia, capo redattore a "La Stampa" redazione di Roma, che ho avuto piacere di conoscere ad Ischia 3 anni fa in occasione del Premio Internazionale di Giornalismo.
Feltri, per difendersi, non ha bisogno certo delle mie parole, nè di un mio gesto di solidarietà - di cui credo il Direttore de "Il Giornale" non sappia che farsene - ma il mio vuol essere solo un invito a riflettere su come la libertà di stampa, nel nostro Paese, sia vittima di uno strabismo all'origine che vizia ogni valutazione.
Perfino tra i giornalisti stessi.

‎"La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire", scriveva George Orwell, un signore che nel secolo scorso aveva predetto l'avvento di un "Grande fratello" (Big brother is watching you, diceva nel suo futuristico "1984") manco avesse la sfera di cristallo.
Una frase che oggi sembra quasi stridere in modo dirompente con l'eco della trasmissione iper-megafonata (da sostenitori e detrattori) del duo Saviano-Fazio, che hanno dimostrato come anche la propaganda - senza ipocrisia loro stessi hanno definito la trasmissione "di parte" - possa tradursi in vero e proprio show.
Sarà interessante capire come si uscirà dall'imbuto nel quale la politica, ma non solo quella, si è ficcata negli ultimi mesi: un collo di bottiglia il cui tappo (Berlusconi) sta per saltare da un momento all'altro, evento vissuto quasi messianicamente da parte dell'opinione pubblica e dell'estabilishment probabilmente più conservatore di casa nostra, per il quale ormai il premier è diventato un "impiccio".
E con lui, probabilmente, anche quegli esponenti del mondo dell'informazione più vicini, tra cui immancabilmente anche Feltri.
Come andrà a finire, non si sa - benchè l'impressione è abbastanza chiara ma mai dare per vinto un "animale politico anti-conformista" come il Cavaliere (chissà, se pure Aristotele l'avrebbe definito così).

Per ora val la pena riflettere un attimo su quello che, non un giornalista berlusconiano, ma un moderato libero pensatore, come Pierluigi Battista, editoriale de "Il Corriere della Sera", ci invita ad analizzare: senza enfasi, senza dissotterrare alcuna ascia di guerra, senza quello spirito pasdaran che invece mi sembra animi spesso parte dell'informazione - quella che per sentirsi libera si autodefinisce tale - ben rappresentata dai vertici del sindacato (FNSI) e dell'Ordine di categoria (ODG).

Di seguito il pezzo di Battista, cui mi piacerebbe aggiungeste qualcosa di vostro... Volete sapere cosa ne penso? La penso come Battista...

Il “caso Feltri”

LA DOPPIA MISURA DELLA LIBERTA' DI STAMPA


di Pierluigi Battista (Corriere della Sera 15/11/2010)


Bisognerebbe avere un metro in comune, per scambiarsi i giudizi sulle cose. Un criterio elementare che magari non riesce a trovare la strada giusta per un`irraggiungibile Verità, ma che per lo meno non sia apologia dell`opposto della verità: la malafede o l`ipocrisia. E dunque, se su Repubblica Giuseppe D`Avanzo i giorni dispari tuona per la difesa della (sua) libertà di stampa e i giorni pari gioisce senza ritegno perché hanno messo il bavaglio al nemico Vittorio Feltri, come si fa a trovare un terreno di ragionevole comunicazione tra persone che, pur in dissenso tra di loro, dovrebbero godere del beneficio della buonafede? Che idea bislacca della libertà di stampa può mai avere chi la rivendica solo per sé, per poi negarla, con la stessa arrogante perentorietà, a chi non gli aggrada? Che la cultura liberale non abbia mai goduto in Italia di ottima salute è del resto cosa stranota. L`idea che le libertà debbano valere per tutti è, ovunque, acquisizione così ovvia da non richiedere ulteriori chiarimenti. Da noi, intrisi come siamo di mentalità fascista, invece bisogna ricapitolare ogni volta daccapo, pazientemente, l`abc del liberalismo. E l`abc del liberalismo sostiene che un giornalista costretto a non scrivere è uno spettacolo avvilente. Sempre, a prescindere dalla collocazione politica di chi viene imbavagliato.


Non si sa invece da quale altro catechismo ideologico D`Avanzo abbia ricavato la lezione opposta. le garanzie valgono solo per gli amici e non per i nemici; i grandi principi sono intoccabili per il mio clan, ma possono essere manipolati a piacimento quando a essere colpito è il clan rivale.
Qui al Corriere si detesta il «metodo Boffo». E infatti non lo si pratica. Mai: non come nei giornali di destra che sbandierano la tutela della privacy e poi si scatenano nella demolizione di quella dell`avversario politico. E non piace il bavaglio. E infatti non lo si invoca. Anche in questo caso: mai.

Non è «terzismo»: è cultura liberale, sconosciuta a chi, giustamente, protesta per il proprio bavaglio e invoca, spudoratamente, quelli destinati a soffocare la voce del nemico. Se Feltri ha violato la legge, che paghi, come tutti i cittadini. Ma se al posto di un tribunale della Repubblica, un`inquisizione corporativa stabilisce che un giornalista non possa scrivere per tre mesi, allora è censura. L`altra sera, intervistato da Darìa Bignardi, Eugenio Scalfari ha sostenuto che Feltri meriterebbe la radiazione a vita dall`Albo dei giornalisti.
Chissà quale apocalittica punizione dovrebbe invocare, allora, per chi, nel suo gruppo editoriale, pubblicò negli anni Settanta colossali patacche sul conto dell`allora presidente della Repubblica Giovanni Leone, costringendolo a ingiuste dimissioni.

Ma, l`abbiamo capito, la libertà di stampa è buona solo per se stessi. Vale solo se conviene. Se non conviene, viva il bavaglio: da mettere sulla bocca degli altri.

6 commenti:

  1. Da facebook -

    Francesca Bene - Condivido in pieno direttore... non mio, ma comunque direttore

    Michele Minelli - la vera libertà di stampa secondo è il dovere morale di utilizzarla correttamente, consapevoli del grande diritto che si è acquisito.

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  2. Ancora da facebook -
    Beatrice Cecchetti - Beatrice Cecchetti Scusate se mi permetto, ma non resisto ... penso anch'io che la libertà di stampa vada esercitata correttamente e con onestà, perchè la verità nuda e cruda, a volte, può anche essere destabilizzante. Per esprimere il concetto, mi servo di u...na citazione. Scriveva Enzo Biagi: «Una notizia la si può raccontare in tantissimi modi. Facciamo un esempio: un bambino che vede una bicicletta la prende e scappa via. La notizia può essere raccontata così: un bambino la prende perché ha sempre sognato di avere la bicicletta, oppure, il bambino è un ladro, dimostra di essere un precoce delinquente, infine, era un gioco, il bambino non sa che certi giochi vengono contemplati anche dal codice penale. Ognuno ha il suo punto di vista nel raccontare le cose, ma deve farlo con onestà.

    Francesca Bene -
    ‎@Beatrice. Lungi da me il voler contestare, contraddire o addirittura correggere Montanelli, ma, per quel che mi riguarda, il giornalismo si fonda sulla notizia. E la notizia è la notizia. In questo caso: "Un bambino vede una bicicletta e... scappa via". Poi può venire tutto il resto... magari era uguale alla sua e si è sbagliato, oppure l'ha voluta rubare (perché la desiderava da sempre o per rivenderla, o, ancora, il furto è stato commissionato da un adulto o dalla banda di ragazzini di cui potrebbe far parte). Quindi possiamo andare avanti con le diverse spiegazioni sociali e psicologiche.
    Comunque sia, tutto si regge ed ha valore giornalistico, se all'inizio c'è la notizia nuda e cruda, il dato di fatto: un bambino ha preso una bicicletta non sua ed è scappato via. Altrimenti raccontiamo le favole.

    Beatrice Cecchetti -
    Francesca ... ripeto .. scusa l'intrusione .. io faccio un altro lavoro. ...è che io tendo a fidarmi della percezione del caso che ha il giornalista, che presuppongo conosca meglio di me i particolari e sappia fornirmi la notizia come è più opportuno date le circostanze ... a volte potrei preferire le favole. E' solo un'opinione.

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  3. Da facebook -
    Patrizia Guerri ‎-
    ...sarà pur vero che la trasmissione Vieni via con me è stata "megafonata" (forse uno dei pochi atti d'impulso di Masi per sanare la Rai, anche se non voluto), ma nei TG nazionali (e non solo) ci sono esasperanti e vergognosi squilibri. Un...a differenza tra i Tg e il programma del duo Fazio-Saviano è che i primi non sempre sono facilmente decodificabili dai telespettatori, mentre il secondo è chiaramente di parte, aspetto tutt'altro che occultato quindi rispettoso dell'utente. Ben diverso inoltre il ruolo di un Tg (giornalisti professionisti) rispetto ad un programma d'approfondimento........ Perdonami Direttore ma per me è stato ossigeno puro e non hanno detto nemmeno tutto quelllo che volevo sentirmi dire, se pur a piccole dosi ogni tanto ne ho bisogno.

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  4. ‎@patrizia: non ce l'ho con la trasmissione Fazio-Saviano, credo che sia un contributo importante alla riflessione e al dibattito. Sono abituato ad ascoltare tutte le campane e poi a farmi un'opinione.
    Non capisco però un paio di dettagli (c...he come sai, spesso fanno la differenza):
    1) perché si ostinano a definire contenitore culturale quello che è una trasmissione di approfondimento e di politica (vedi la presenza di Fini e Bersani che con tanto di foglietti - straordinaria la parodia di Crozza ieri sera - ci hanno ricordato i valori di destra e sinistra). Non c'è niente di male nel dire che quella di Fazio-Saviano è trasmissione politicamente orientata.
    2) mentre ho grande rispetto per il vissuto di Saviano (per quanto non esiste persona al mondo che, pur in buona fede, non possa dire anche qualche sciocchezza), resto perplesso di fronte allo stile "buonista" di Fazio - che a suon di milioni di euro fa l'entertaiment radical-chic - e che mi sembra il degno contraltare del circo sex night berlusconiano cui si assiste in altri canali. Sono due Italie diverse, ma ugualmente vischiose. Nella seconda, vedo però l'aggravante che vuole darci la "lezione morale", predicare il vangelo da seguire, insegnare il Verbo. Con una finta carezza in testa e qualche comico, sempre politicamente orientato, a regalarci la risata (anche questa a fare da contraltare alle barzellette del premier).
    Quanto ai tg, sono da vent'anni terreno di conquista del Governo di turno (dopo esserlo stati nella Prima Repubblica, del Parlamento). Se cambiasse governo, cambierebbero i direttori e sicuramente la linea politico-editoriale: ma non cambierebbe il fatto che non possiamo attenderci equilibrio da un'informazione dichiaratamente figlia della lottizzazione. Da qualunque area sia esercitata.

    GMA

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  5. Da un ulteriore post su facebook, specificamente sul provvedimento su Feltri, ancora commenti -

    Alessandra Urbani -
    la libertà di stampa si potrebbe evocare se nessuno stesse ne' a destra ne' a sinistra,ma solo dalla parte del vero,oggi più che mai mi sembra impossibile,tanto è vero che non mi va più di ascoltare i vari telegiornali perchè amo prima ragionare sulle notizie,farmi la mia idea e poi eventualmente ascoltare gli altri e confrontarmi.

    Marco Rossi -
    Caro Giacomo credo che uno come Feltri,nonostante come uno la pensi,sia indifendibile.Qui si individua prima l'avversario(e non il fatto,la notizia)e poi si va a scavare per trovare e pubblicare qualsiasi cosa,anche privata,per screditare,d...istruggere una persona.
    L'attacco a BOFFO,Fini,Marcegaglia è ad orologeria, solo dopo che hanno parlato male del governo o del premier e non prima.La tempistica è adir poco inopportuna. CIAO!

    Simone Filippetti -
    Concordo, ma il problema è nel manico. L'Ordine dei giornalisti dovrebbe tutelare la professione, difendendo l'etica della professione. Ma se l'ordine è composto da quelle stesse persone su cui si dovrebbe vigilare, il conflitto d'interesse, non l'unico in Italia, è evidente. Controllanti e controllati coincidono. E cmq, cane non mangia mai cane.

    Gabriele Fabio Scavizzi -
    Feltri quando pubblica certe cose, mente sapendo di mentire, perchè è in evidente malafede, e pubblica certe false (palesemente false) notizie, che lui rivende per buone, quando occorre a qualcuno per screditare qualcun altro.
    Diverso è il c...aso di Saviano, che ha riportato dei fatti, che non sono altro che la lettura del risultato di indagini ufficiali, non come la falsa, inventata velina, che sarebbe stata recapitata a Feltri circa la moralità di Boffo. La sospensione ci sta tutta, e sinceramente me ne compiaccio.

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  6. @alessandra: il problema non è stare a destra o sinistra, ma avere onestà intellettuale. Ho intervistato qualche giorno fa Marcello Veneziani (che si sa benissimo come la pensa), eppure non è personaggio che dice cose banali o non invita a... riflettere in modo equilibrato sui fatti politici attuali. Lo stesso dicasi di Severgnini (che non è sicuramente orientato come Veneziani) ma ha illuminato sul perché del ventennio di Berlusconi (vedi sul mio blog l'articolo).

    @marco: sul cosidetto "metodo Boffo" concordo. Il giornalismo d'inchiesta è giusto che ci sia, ma non deve spuntare solo perché c'è un interesse secondo. Così come è vero che quando si sale sul piedistallo e si danno giudizi morali sugli altri, si dovrebbe prima pensare all'antico dettame "chi è senza peccato..." (vedi proprio Boffo, Fini o Marcegaglia).
    Sul fatto però che il sistema mediatico e istituzionale (giornalistico) sia orientato da una sola parte - vedi ultimo esempio, trasmissione Fazio-Saviano con gli attacchi a Maroni senza possibilità di replica - credo non ci piova.
    E si ritorna al principio: ci vorrebbe maggiore onestà intellettuale... Se non altro per essere credibili.

    @simone: purtroppo vicende come quella della sospensione a Feltri confermano che i 100 euro annui versati all'ODG sono buttati al vento...

    @gabriele: se gli ordini professionali o le associazioni di categoria (o anche i datori di lavoro) agissero tutti con questi metodi inquisitori, credo che a lavorare resterebbero in pochi... magari sarebbe meglio.... magari rischieremmo di scoprire che anche noi, al minimo errore, finiremmo in stand by...

    GMA

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