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lunedì 9 aprile 2012

Niente regalo nell'uovo di Pasqua... Il Gubbio resta in Quaresima

Benedetti e Mastronunzio escono sconsolati.
Per il Gubbio è notte fonda (foto Settonce)
Neanche nell’uovo di Pasqua c’erano sorprese. Cioccolata amara, di quelle che non solo vanno di traverso, ma è dura anche buttare giù nei giorni a seguire.

Non c’è stato bisogno di aspettare domenica, è bastato un venerdì santo fuori dal normale, un’inconsueta partita vissuta in concomitanza con la Processione, in una surreale concomitanza, diventata col passare dei minuti un’assurda simbiosi emotiva.

Senza scomodare metafore blasfeme, diciamo che il Gubbio ha affondato un nuovo colpo sulla sua classifica sempre più precaria: terza sconfitta di fila, ruolino esterno che resta da record decennale (4 punti su 17 partite, nessun punto nel girone di ritorno lontano dal "Barbetti") e soprattutto una squadra incapace di reagire.

La punizione di Di Roberto si sta infilando: è il 2-0
per il Cittadella (foto Settonce)

Le due ennesime scoppole su calcio piazzato – che la dicono lunga sulla tenuta tattica e mentale della squadra – sono bastate a rivitalizzare un Cittadella che non vinceva dal giorno dell’Epifania. E nella ripresa, quando il Gubbio ha dato qualche segnale di risveglio, il gol illusorio di Mario Rui ha finito per accrescere i rimorsi, dato che nel quarto d’ora finale del match la squadra eugubina non è riuscita neppure a tirare nella porta di un Cordaz che non è parso neanche in giornata lucidissima.

Ormai analisi tattiche o tecniche sembrano superflue, perché è nella testa dei rossoblù che ci si gioca le residue chance di salvezza.

Il "tiraccio" di Mario Rui si è appena insaccato:
ma sarà un'illusione (foto Settonce)
Crederci oppure arrendersi è il dilemma sul quale non c’è da scegliere ma da capire davvero se il gruppo ha in sé le energie mentali e caratteriali per compiere una vera scelta. Regalare un’ora di gioco ad un Cittadella neanche trascendentale non era la risposta che i tifosi si aspettavano dalla squadra, anche perché il debutto di Apolloni lasciava sperare uno scatto d’orgoglio dei giocatori.

Invece nulla di questo, una squadra da “vorrei ma non posso”, lontana parente della formazione che in questa stagione ha non solo battuto squadre più titolate, ma in altre sconfitte era almeno riuscita a guadagnarsi l’onore delle armi (senza andare troppo indietro con i mesi, pensiamo a Verona).
Basterebbe quella voglia di reazione, vista al "Bentegodi", seppur non confortata dalla fortuna, per lenire le ferite di una classifica che ormai non concede più sconti né tempi supplementari.

Le altre non aspettano, pur avendo un passo altamente al di sotto della media degli ultimi anni: le vittorie in zona Cesarini di Crotone e Nocerina, il successo dell’Ascoli, sono messaggi chiari di chi, pur annaspando, sta cercando di infilare il salvagente. E non si lascia andare in balìa delle onde.
Sabato la gara col Vicenza ha il sapore dell’ultima chiamata: non a caso, l’avversaria, è forse la formazione mentalmente e agonisticamente più malconcia del campionato, in questa fase. O il Gubbio le dà il colpo di grazia – ricucendo sensibilmente i 5 punti di distacco e riemergendo nella testa e nei numeri – o sarà notte fonda.
Come questa piazza, questa città e anche questa squadra (che ha qualità ma sembra essersele tutte dimenticate) non meritano…

 
Copertina di "Fuorigioco" - martedì 10.4.12
musica di sottofondo: "Chocabeck" - Zucchero (2011)

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