Nwankwo disperato a fine gara |
Stavolta anticipo i tempi alla consueta "copertina" del lunedì - per quella ci sarà tempo - per una riflessione (amara) su quel che visto e sentito ieri dopo la partita. Gubbio-Livorno 1-2 e fin qui le note già sarebbero stonate. Ma il peggio di questo sabato pomeriggio (forse letale per la permanenza dei rossoblù in serie B), secondo me, è accaduto a fine gara e nelle ore successive.
Nel pre gara un messaggio molto chiaro dagli spalti |
Non ho visto questi tifosi, ma li sentivo: non nelle voci e negli epiteti, ma nel fragore metallico delle cancellate che venivano caricate ogni tot secondi, quasi a voler sfondare lo sbarramento ed entrare per "farsi giustizia".
Per guadagnare l'uscita dalla tribuna, insieme ad un'altra trentina di persone (tifosi e addetti) ci abbiamo messo qualche minuto in più, trovando sbocco, con l'ausilio di alcuni steward, da un'uscita secondaria; non perchè non volessimo passare dove c'erano i tifosi, ma perchè quelle porte non si sarebbe mai aperte per almeno un'oretta abbondante.
Buchel esulta dopo il 2-2 al Bari... altri tempi... |
Intanto ieri, proprio uscendo dal complesso di San Pietro, mi sono imbattuto in un gruppo di tifosi vocianti nei vicoli del quartiere: incrociando un amico mi ha chiesto se lì ci abitasse un giocatore del Gubbio (ma francamente l'ho scoperto solo ieri, non frequento così intimamente la squadra...); ricordo solo che da quelle parti stava di casa l'anno scorso Raggio Garibaldi, uno che difficilmente può essere tacciato di scarso impegno.
Ho dato un'occhiata, ho annusato l'aria acre del "può succedere di tutto" e ho "svicolato": ero insieme a mio figlio, quell'atmosfera non mi piaceva per niente. E soprattutto, anche se la sconfitta mi aveva "intorbidito" la giornata, non ero abbastanza accecato per non capire che quello non era più nè tifo, nè passione. Era solo rabbia. Fine a se stessa. Che rischiava di lì a poco di sfociare in teppismo.
Mi è sembrata una sproporzionata stonatura con quello che è il verdetto del campo (si vince e si perde, punto). E mi è apparsa una immagine che in realtà dovrebbe essere anni luce lontana da quella che è Gubbio. E che dovrebbe restare tale, nel calcio e non solo, anche se questa città ha la fortuna di confrontarsi con piazze molto più grandi (e spesso anche più movimentate). Da cui però non si ha alcun bisogno di prendere gli esempi peggiori...
Me ne sono andato. L'aria era pessima. E la sensazione non era sbagliata. Solo oggi ho saputo che sono stati minuti "pesanti" per il giocatore destinatario delle invettive (Marcel Buchel, espulso e rinnegato, dopo essere stato invocato dai tifosi come neanche Del Piero allo Juventus stadium: l'esasperazione delle reazioni non mi è parsa meno esagerata delle invocazioni messianiche durante la partita).
E oggi ho ricevuto un sms e un messaggio da facebook che riporto testualmente - lasciando l'anonimato degli estensori - anche perchè le parole bastano da sole senza alcun commento:
sms - "Pseudotifosi hanno provato a fare di tutto sotto casa di Buchel. Ero lì per caso. Sono arrivati anche i carabinieri. Le persone che abitano attorno erano allibite e spaventate. Qualche decina di facinorosi indegni di questa città. Dovete parlarne. Ho raccolto schock, sfoghi, rabbia, tristezza, paura di chi abita là. Quanto male possiamo fare noi genitori abdicando al nostro dovere di educatori".
da facebook - "....parlo di una cosa spiacevole che e' accaduta oggi dopo la partita del Gubbio...un gruppo cospicuo di ragazzi sono andati sotto casa di buchel per contestarlo ed inveire contro di lui.... mi ci sono trovato per caso, ho visto si sono avvicinati alcuni vicini di casa cercando di far ragionare quei ragazzi e dopo un pò se ne sono andati proprio poco prima che arrivassero carabinieri e vigili che qualcuno aveva chiamato....buchel e la ragazza erano spaventati e dispiaciuti pur capendo la situazione ovviamente....sicuramente la maggior parte dei tifosi ha pensato che buchel si sia fatto buttare fuori intenzionalmente ma sono sicuro che neanche lui sta passando un bel periodo... magari non sarebbe successo nulla di che ma credimi che e' stata una scena incivile e che mai si vorrebbe vedere nella propria città...".
Il grazie dei tifosi al gesto di Simone Farina (in Gubbio-Bari del 6 gennaio scorso) |
Mi resta l'amaro di queste notizie, la sensazione che tanti, troppi, stiano soffrendo di una sorta di "bulimia calcistica" - detto da me, fa quasi ridere. Che fa sì che questa città - che ha mille problemi per i quali magari capirei pure che centinaia di persone stessero a protestare sotto qualche casa (ma non quella di un calciatore) - finisca per perdersi in ciò che più di prezioso può vantare.
Ciò che di più prezioso, infatti, non è la serie B: ma il clima, l'atmosfera, l'unicità di questa comunità per le cose semplici e sincere, per i rapporti umani, per quel saper vivere (civile) che distingue ancora queste mura, in modo siderale, da un qualsiasi piangito metropolitano. Non può essere un gol al 94' a far crollare tutto questo...
L'euforia è legata alle vittorie... la passione sana solo ai colori: il Rosso e il Blu |
L'altra soddisfazione, è stata giocare, anche se per pochi spiccioli, con mio figlio all'oratorio. A cosa? Ovviamente a calcio, ieri sera. Perchè quella sfera di cuoio sa elettrizzarti fantasticamente, quando la colpisci di collo pieno, così come quando vedi i tuoi colori inebriarsi di vittorie.
Ma non può essere un destino sportivo meno fortunato a farti dimenticare il senso vero delle cose... E a trasformare un normale sabato di calcio, in un pomeriggio di inutile paura...
Questo, proprio no. Non qui. Non a Gubbio.
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