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venerdì 13 aprile 2012

Per Gubbio-Vicenza c'è aria di carillon... e di duello alla spaghetti-western

Gubbio-Vicenza: fuori i secondi... (foto Settonce)
Le otto giornate del Gubbio. Qualcuno le ha definite così. E forse non è solo una questione di numeri. Otto le giornate che mancano alla fine del campionato. In realtà un campionato nel campionato per cercare di rimontare in extremis sulla zattera dei play out, ora distante 5 lunghezze.

Il primo scoglio è di quelli che ti fanno capire subito se il naufragio potrà essere evitato: si chiama Vicenza, una delle grandi deluse della stagione, formazione partita con obiettivi ben diversi dal doversi giocare fino all’ultimo uno spicchio di permanenza. E forse proprio per questo, una delle squadre più in difficoltà sul piano psicologico, come ha confermato il pesante 3-0 casalingo patito dalla Juve Stabia per mano di bomber Sau.

Un faccia a faccia che rimanda ai celebri duelli di Sergio Leone, musicati da Ennio Morricone, nei quali il buono, il brutto e il cattivo si guardavano in cagnesco, sapendo che solo uno di loro ce l’avrebbe fatta.
E in effetti, sulla carta, solo una tra Ascoli, Vicenza, Nocerina e Gubbio potrà dirsi veramente salva il prossimo 27 maggio – sempre escludendo quel che il probabile tsunami scommesse comporterà.

Sul campo però il tempo per rimandare la svolta è ormai scaduto.
L'abbraccio "illusorio" del 4-0 sul Grosseto (foto Settonce)
I numeri è meglio non guardarli: i punti che separano i rossoblù dalla quota play out sono 5, gli stessi che il Gubbio ha messo insieme dopo il 14 gennaio – giorno della memorabile vittoria per 4-0 sul Grosseto. In 3 mesi, una sola vittoria – l’illusorio 2-0 al Modena – e due pareggini, con Samp e Crotone, simili solo per i rimorsi che hanno lasciato. Per il resto solo capitolazioni, con dinamiche diverse, tranne che negli scontri diretti considerati decisivi, e tutti sfumati ad un metro dal traguardo.

Basterebbe questo per smontare velleità o speranze di salvezza, ma il calcio insegna che crederci – anche al di là di ogni apparenza - è l’unica alchimia capace di sovvertire anche la forza dei numeri.
Non c’avessero creduto, certamente né Ascoli, né Nocerina sarebbero dove ora sono: due mesi fa erano date per spacciate.
Salendo in serie A, basterebbe prendere l’esempio del Lecce di Serse Cosmi – che in 5’ ha vinto a Catania dove pure Juve e Milan hanno rischiato grosso – per capire che la corsa salvezza è fatta di ingredienti che nascono all’interno dello spogliatoio, nella testa, nelle gambe ma soprattutto nel cuore dei giocatori.

Apolloni lo sa e – nonostante la prestazione, a tratti sconcertante, di Cittadella - cerca di trovare la chiave che i suoi predecessori hanno sperato invano di utilizzare.

Cominciando con un’idea chiara: quella di un modulo, il 3-5-2, che è stato probabilmente anche il più affidabile nell’altalena di soluzioni intraprese in queste 34 giornate. Affidandosi ai giocatori che possono dargli qualcosa in più: non solo nella qualità, sempre indispensabile, ma anche e soprattutto nella carica agonistica, nel carattere, nella capacità di crederci. Nella voglia di salvarsi.
Senza guardare i numeri e la classifica. E forse neanche l’avversario. Proprio come nei duelli di Sergio Leone.

Il carillon sta pian piano rallentando la sua nenia: i prossimi 90’ ci diranno già se qualcuno sarà ancora in piedi…


Copertina de "Il Rosso e il Blu" - 13.4.12
musica di sottofondo: "Il buono, il brutto, il cattivo" - colonna sonora - E.Morricone

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