Gubbio-Vicenza: fuori i secondi... (foto Settonce) |
Il primo scoglio è di quelli che ti fanno capire subito se il naufragio potrà essere evitato: si chiama Vicenza, una delle grandi deluse della stagione, formazione partita con obiettivi ben diversi dal doversi giocare fino all’ultimo uno spicchio di permanenza. E forse proprio per questo, una delle squadre più in difficoltà sul piano psicologico, come ha confermato il pesante 3-0 casalingo patito dalla Juve Stabia per mano di bomber Sau.
Un faccia a faccia che rimanda ai celebri duelli di Sergio Leone, musicati da Ennio Morricone, nei quali il buono, il brutto e il cattivo si guardavano in cagnesco, sapendo che solo uno di loro ce l’avrebbe fatta.
E in effetti, sulla carta, solo una tra Ascoli, Vicenza, Nocerina e Gubbio potrà dirsi veramente salva il prossimo 27 maggio – sempre escludendo quel che il probabile tsunami scommesse comporterà.
Sul campo però il tempo per rimandare la svolta è ormai scaduto.
L'abbraccio "illusorio" del 4-0 sul Grosseto (foto Settonce) |
Basterebbe questo per smontare velleità o speranze di salvezza, ma il calcio insegna che crederci – anche al di là di ogni apparenza - è l’unica alchimia capace di sovvertire anche la forza dei numeri.
Non c’avessero creduto, certamente né Ascoli, né Nocerina sarebbero dove ora sono: due mesi fa erano date per spacciate.
Salendo in serie A, basterebbe prendere l’esempio del Lecce di Serse Cosmi – che in 5’ ha vinto a Catania dove pure Juve e Milan hanno rischiato grosso – per capire che la corsa salvezza è fatta di ingredienti che nascono all’interno dello spogliatoio, nella testa, nelle gambe ma soprattutto nel cuore dei giocatori.
Apolloni lo sa e – nonostante la prestazione, a tratti sconcertante, di Cittadella - cerca di trovare la chiave che i suoi predecessori hanno sperato invano di utilizzare.
Cominciando con un’idea chiara: quella di un modulo, il 3-5-2, che è stato probabilmente anche il più affidabile nell’altalena di soluzioni intraprese in queste 34 giornate. Affidandosi ai giocatori che possono dargli qualcosa in più: non solo nella qualità, sempre indispensabile, ma anche e soprattutto nella carica agonistica, nel carattere, nella capacità di crederci. Nella voglia di salvarsi.
Senza guardare i numeri e la classifica. E forse neanche l’avversario. Proprio come nei duelli di Sergio Leone.
Il carillon sta pian piano rallentando la sua nenia: i prossimi 90’ ci diranno già se qualcuno sarà ancora in piedi…
Copertina de "Il Rosso e il Blu" - 13.4.12
musica di sottofondo: "Il buono, il brutto, il cattivo" - colonna sonora - E.Morricone
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