Ognuno ha il suo orologio biologico. Ognuno il suo "conto alla rovescia personale". Il mio, da 11 anni, è scandito anche da "L'Attesa...". E non poteva essere altrimenti.
Dico la verità. Non è facile ogni anno trovare spunti, novità, idee. Non perchè non ce ne siano, o perchè la Festa, i suoi personaggi, i ricordi, gli aneddoti, così come l'attualità, non diano ispirazione. Ma perchè si ha sempre il timore di imboccare una "via già battuta", una strada percorsa e ripercorsa.
Si ha la sensazione che non sempre, quel che ci tocca, ci emoziona, ci entusiasma (che è poi il semplice e genuino filo conduttore de "L'Attesa...", che in parte è anche un'autobiografia ceraiola) possa suscitare la stessa carica reattiva anche su chi sta dall'altra parte del video.
E' il cammino emozionale il grande segreto di questa trasmissione.
Che non è nè rotocalco, nè un magazine, non è un settimanale di attualità, e non è un programma di semplice intrattenimento.
E' un raccontare e un raccontarsi. Attraverso la voce di altre persone, attraverso le testimonianze di ceraioli, di eugubini di età diverse, sensibilità differenti, diversa estrazione sociale e culturale. Ma un comune sentire, un sentimeno affine. Un "profumo speciale"...
Si può vedere la vita in modo diametralmente opposto, la si può pensare in modo siderale, sui massimi sistemi. Poi, magari, ci si ritrova intorno ad un tavolo, a chiacchierare, accorgendosi che in fondo, parlando di cero, vivendo la Festa, si è molto più "vicini" di quanto non si pensi. Si fa parte della stessa comunità, si ha un comune dna di civitas. E di humanitas...
E così anche quest'anno si riprende. Ormai da qualche settimana via facebook, o anche incrociandosi per strada, ragazzi, ceraioli, giovani e meno giovani, mi chiedono "Quando ricomincia?".
Pensandoci su, mi vien da dire che in fondo, nel momento stesso in cui te lo chiedi... l'attesa è già cominciata. Quella vera, non il programma tv. Che attraverso il video aiuta, magari, a focalizzare qualche volto, qualche flash, qualche ricordo. Ma che da sola non potrebbe "muovere" le sensazioni che ispira, se dentro quelle stesse emozioni non covassero naturali.
Se c'è un merito, semmai, è quello di "agitarle bene, prima dell'uso". Di dar loro movimento, un tumulto sussultorio, che quasi protende verso il mese di maggio. Quando serviranno, fresche, autentiche. Al loro posto.
All'inizio era un foglio bianco. Come undici anni fa. Poi è bastato aprirsi dentro se stessi e capire ciò che ci appassionava in questo percorso di un mese e poco più, verso il 15 di maggio.
E pian piano, si è scoperto, insieme, che ciò che di più emozionante può esserci di un evento, di una data o di un obiettivo, in realtà, non è il suo semplice verificarsi. Non è il suo accadere, spesso effimero e appariscente, fugace e anche talvolta deludente.
Ciò che di più intenso e profondo possiamo godere è l'avvicinarsi di tutto questo. E' proprio l'attesa...
mercoledì 11 aprile 2012
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caro Giacomo, grazie per la trasmissione di ieri sera, specialmente per il bellissimo ricordo di Casaletto. Spero tanto che le sue parole ognuo di noi le possa ripetere sempre: "i ceri ci aiutano a raggiungere Santubaldo!!" e con Lui, aggiungo io, il Dio che Lui tanto ha amato e servito. Mi sono commossa ma io sono di lacrima facile e quest'anno ancora di più!!! Continua ad emozionarci, continua a farci riflettere con le tue parole, con i tuoi blog sempre ricchi di TANTO!!!!!Magda
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