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lunedì 19 agosto 2024

Il mio "Diario Bianconero" - Juve-Como 3-0. Buona la prima, tante luci e qualche ombra fuori dal campo...

Un altro 3-0. Ma forse con qualche spunto diverso dagli altri. Già, perchè per il terzo anno di fila la Juventus apre le "danze" in campionato con una vittoria sonante. 3-0 al Sassuolo due stagioni fa (con cameo finale di Di Maria), 3-0 ad Udine la scorsa stagione (con un ritmo champagne che ben presto avrebbe lasciato spazio all'irritante giro palla difensivo) e 3-0 stavolta al neopromosso Como. Che di tiri in porta praticamente non ne ha fatti e di gol ne avrebbe potuti prendere almeno altri due (finiti sul palo), oltre a quello annullato chirurgicamente per un fuorigioco talmente anticipato che il giocatore in off side nel frattempo poteva tranquillamente finire sul mercato. Per fortuna stavolta non è stato decisivo. Ma di queste "perle" da Var ricordiamoci quando episodi simili, con squadre diverse, avranno trattamento diverso. 

Comun denominatore dei pali e del gol annullato, l'autore dei tiri in porta. Quel Dusan Vlahovic tra i più attesi in stagione: primo perchè su di lui anche Thiago Motta poggia l'attacco bianconero, secondo perchè i 12 milioni netti di stipendio alzano sensibilmente l'asticella delle aspettative, terzo perchè le ambizioni di vittoria di questa Juventus (che non può fare anno di transizione giocando su 5 fronti) non può prescindere dal suo attaccante di riferimento. Lui sa bene che sarà questione di numeri, ma non solo, la valutazione di questa stagione. E anche se alla prima uscita è rimasto a secco, il lato buono della storia è essersi trovato molte volte in posizione da gol. Che come dicono i bravi allenatori, è la cosa più importante: fatto questo, la palla prima o poi, va in buca.

Note positive: esordio a sorpresa e gol per Mbangula, sconosciuto ai più fino all'annuncio dello speaker e invece estratto dal cilindro da un Thiago Motta che seppur con organico ridotto, dimostra di avere coraggio da vendere, dando fiducia all'ennesimo baby partorito dalla Next Gen (oggi più che mai grazie ad Andrea Agnelli e Federico Cherubini). A sedere l'acquisto più costoso, Douglas Luiz, per piazzare un inedito Yldiz a fare da "10 vecchia maniera". Un brillante Weah e il carneade belga sulle fasce e un Locatelli bello stile in mezzo al campo con Thuram fisicamente debordante. Il Como ha capito presto che sarebbe stata serataccia e Pepe Reina ha rivisto le streghe di quando da queste parti capitava in maglia Napoli e veniva tambureggiato da Pirlo e Pogba. Altri tempi. Per noi. Per lui invece nulla di nuovo.

Tre le note liete anche la fascia di capitano a Federico Gatti. Con esclusione un po' a sorpresa di Danilo dagli 11 di partenza. Per l'ex Frosinone, un altro scalino da sogno nell'ascesa poderosa di questi ultimi 5 anni, dalla Promozione regionale alla fascia della Juve allo Stadium. E c'è chi ancora lo contesta...

A proposito di promozione sul campo: la 10 a Yldiz poteva pesare. Invece il turco ha sciorinato una prova sontuosa non solo per tecnica ma anche per personalità, capacità di coprire il campo e in qualche modo di prendere per mano la squadra. E' ancora una partita ma il buongiorno, nel suo caso, forse si vede perfino dall'alba.

Ultime note, quelle un po' stonate. Tanto entusiasmo ma anche qualche proclama di troppo nel post partita. Calma - direbbe un tizio di cui non si è sentita, almeno oggi, la mancanza. La strada è lunghissima. E finora la Juve ha fatto nè più nè meno quel che aveva fatto negli ultimi 3 campionati. L'altra nota stonata viene dal mercato. Non per quel che sarà ma per quello che non è stato: Koopmeiners arriverà e forse con lui anche Nico Gonzales. Bei colpi (specie il primo) ma in quali tempi, e soprattutto a quale prezzo? Chiudere queste operazioni con un paio di settimane di anticipo sarebbe stato fondamentale in termini di amalgama e condizioni fisica. L'impressione è che la Juve debba fare mercato sempre più all'estero, senza rischiare di farsi paralizzare dalle sabbie mobili degli umori di presidenti o dirigenti vanagloriosi - per dirla con Dante. Che vendono i pezzi pregiati ma fanno vedere alla propria piazza di "tenere per il collo" l'odiata Juve: facendole pagare caro lo scalpo desiderato. Ai tempi di Lucianone, sarebbe accaduto il contrario...

Ultima ombra fuori dal campo, ancora lei: la famigerata VAR. Annullare il gol di Vlahovic per un soffio di vento millimetrico di 5 minuti prima (12 passaggi per l'esattezza) è esercizio tassonomico e nozionistico di quel macchinario che invece dovrebbe servire per evitare le topiche colossali (come ha rischiato l'arbitro in Milan-Torino). Con Marcenaro è destino che la VAR debba sempre sorprenderci (in peggio). Era lui l'arbitro di Juve-Salernitana con il fantomatico gol annullato a Milik al 95' per l'unico fuorigioco della storia del calcio, rilevato con un difendente sulla bandierina (Candreva) a tenere in gioco tutti. In quel caso tanta solerzia non solo fu applicata. Ma addirittura ribaltata. 


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