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domenica 4 agosto 2024

Il mio "Diario Olimpico": l'"oro" di Musetti e quel medagliere di legno che lascia interdetti...


Ci sono medaglie che non hanno colore. Contano, pesano, brillano a prescindere. Perchè conquistarle è già un successo strepitoso. Specie se avviene in una disciplina che mancava all'appello da un secolo. Come nel basket, per qualsiasi team finisca sul podio alle spalle degli Usa. E nel tennis di oggi, gli Usa si chiamano Novak Djokovic e Carlos Alcaraz - che non a caso si giocheranno la finale per l'oro. Nella categoria "umani aspiranti leggende" si iscrive da oggi anche Lorenzo Musetti da Carrara: all'anagrafe ha 22 anni ma sulla terra rossa sembra esserci da molto più tempo. Gli ultimi 12 mesi soprattutto lo hanno consacrato, due titoli ATP, 4 finali, la semifinale a Wimbledon, la Coppa Davis - seppur non da titolare . a novembre e ora la medaglia di bronzo olimpica. Nell'anno del grande "no" last minute di Jannik Sinner che sembrava aver sguarnito per una tonsillite tutte le chance azzurre di podio, almeno nel maschile, è stato Lorenzo a sobbarcarsi onori ed oneri. Domenica scorsa era ancora in Croazia a giocarsi la finale ad Umago (persa di rimonta dall'argentino Cerundolo). Meno di 24 ore dopo con un volo lampo e poche ore di riposo, era già sulla terra magica del Roland Garros a giocarsi il primo turno dei "cinque cerchi". Senza esserne uno dei favoriti. Giù il benimino di casa Monfils, al debutto, giù Navone e soprattutto agli ottavi giù la medaglia d'oro di Tokyo Zverev. Ai quarti non ce n'è neanche per Fritz e solo in semifinale, solo sul 5-4 del primo set con una palla facile fallita rete sul 40/0, deve inchinarsi a re Nole. Il tempo di resettare l'amarezza dell'inciampo e l'inedita prospettiva di tornare in campo subito dopo una sconfitta (nei tornei di tennis, solitamente, se perdi vai a casa). Con Auger Aliassime (canadese di origini abissine, vincitore della Davis 2022) la gara è dai due volti (un set a testa) e nel terzo, quando l'inerzia pare contraria, Lorenzo tira fuori il meglio di sè, coraggio e talento, e la spunta 6/3 chiudendo con un'iconica smorzata di rovescio. Una slice delle sue che è il marchio di fabbrica del giocatore più raffinato ed esteticamente amabile del tennis azzurro di oggi: "Il tennis di Musetti è bello da vedere, forse il più bello di oggi" dice Barazzutti. Il suo rovescio lungolinea farebbe innamorare anche chi non ha mai abbrancato una racchetta in mano.


Perchè le medaglie non sono tutte uguali? Perchè se conquisti un posto sul podio olimpico dopo 100 anni, il "peso" di questo successo centuplica il suo valore. L'ultima e unica volta, era stato sempre a Parigi nel 1924, con Uberto de Morpurgo, medaglia di bronzo azzurra, conquistata contro il vincitore di Wimbledon, Borotra. La curiosità - davvero storica - è che fino a 5 anni prima De Morpurgo aveva gareggiato per i colori dell'Impero Austro-Ungarico. Poi la Grande Guerra ha cambiato i confini dell'Europa, la sua Trieste è tornata italiana e i colori dei successi si sono dipinti d'azzurro...



Non tutte le medaglie sono uguali. Ma ce ne sono di quelle che lasciano l'amaro in bocca. Sono le cosiddette "medaglie di legno", denominazione un po' beffarda attribuita a chi conquista il quarto posto, il primo di coloro che sono esclusi dal podio, che non conoscono cittadinanza nel medagliere, che non vengono celebrati con l'ideale corona d'alloro che agghindava 20 anni fa gli olimpionici di Atene. Il quarto posto è un piazzamento che lascia  interdetti. Perchè di sè rappresenta comunque una prestazione di eccellenza, ma di fatto è destinato all'oblio. Su un quarto posto in questi giorni si è discusso molto: quello di Benedetta Pilato, la giovanissima nuotatrice azzurra che mancando di appena 10 centesimi il podio, ha comunque salutato con lacrime di gioia quel traguardo "nella giornata più bella della sua vita", provocando una reazione "scomposta" e un po' incredula dell'opinionista, ed ex medaglia d'oro di scherma, Elisa Di Francisca
Apriti cielo. Sul web è andata in scena una delle più controverse grandinate di polemiche, quasi tutte indirizzate contro la medagliata, tanto da indurla ad una telefonata di scuse. Ma al di là della forma e dei toni usati (probabilmente eccessivi) una domanda vale la pena porsela dato che chi gareggia a questi livelli dovrebbe coltivare quella definiamo "mentalità vincente": siamo certi che le nostre 15 "medaglie di legno" (speriamo dato definitivo) siano così felici di questo risultato?

Forse in pochi hanno sottolineato che c'è medaglia e medaglia, e c'è anche quarto posto e quarto posto: conquistarlo a 19 anni lascia un orizzonte di speranza, commentarla a 25 anni, l'età di Simona Quadarella - 4a nei 1500 e ieri anche negli 800 stile libero - ha già un sapore diverso. Un quarto posto nella scherma poi, per la tradizione, il ranking e le qualità della scuola italiana, è da catalogare nella sezione "delusioni totali". Forse da qui nasceva lo stupore della Di Francisca. Che forse è anche di altri atleti, legati a discipline di consueto generose nel medagliere italico: come il tiro a volo (con il quarto posto di Cassandro), il judo a squadre, la marcia 20 km o la mountain bike. Quando poi il quarto posto arriva in quelle discipline che dipendono dai voti dei giudici (tuffi o ginnastica) il rammarico può essere anche maggiore. 

Consoliamoci con questo "triste" medagliere, che ci vede per distacco in testa alla classifica dei quarti posti: in una valutazione generale delle prestazioni sportive, potrà anche essere interessante, ma nella classifica dei rimorsi lascia non poco interdetti...

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